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Gli ammutinati della Costa Concordia

Res publica   16.01.12  

Il Fatto Quotidiano pubblica le deliranti telefonate tra il capitano De Falco della Capitaneria di porto di Livorno e il capitano della Costa Concordia Francesco Schettino.

"Concordia, chiediamo se da voi è tutto ok", è ancora la domanda del comandante di turno. "Solo un problema tecnico". "Ci comunicate la vostra posizione?". "Abbiamo solo un problema tecnico e non siamo in grado, ma appena risolto vi comunichiamo noi".

Da quel momento in poi tutte le chiamate verso il Concordia, via radio, resteranno senza risposta, l'equipaggio è sulle scialuppe e non è in grado di rispondere. Alle 0.32 il comandante e già sullo scoglio. "Quante persone ci sono a bordo?". Risposta: "Due, trecento". La nave è in realtà piena, sono in 4200, tra passeggeri e equipaggio. Sono trascorsi 40 minuti dall'ordine di evacuazione. "Torno sul ponte, vado a vedere". Alle 0.42 una seconda telefonata, in cui la capitaneria chiede: "Quanta gente deve scendere". "Ho chiamato l'armatore e mi dicono che mancano una quarantina di persone".

Il comandante dei vigili del fuoco di Grosseto dirà al Procuratore che in quel momento il comandante è sugli scogli insieme ad altri ufficiali. "Com'è possibile così poche persone? Ma lei è a bordo?". "No, non sono a bordo perché la nave sta appoppando, l'abbiamo abbandonata". "Ma come, ha abbandonato la nave?", chiede la Guardia Costiera. "No, ma che abbandonata, sono qui".

All'1.46 la terza telefonata, quella più concitata. In un crescendo di toni. "Parlo con il comandante?", dice l'ufficiale della Capitaneria. Dopo qualche secondo di pausa. "Sì, sono il comandante. Si sono Schettino".

"Allora, lei adesso torna a bordo, risale la bigaccina (scaletta, ndr.) e torna a prua e coordina i lavori". Lui sta in silenzio. L'ufficiale insiste. "Lei mi deve dire quante persone ci sono, quanti passeggeri, donne e bambini e lì coordina i soccorsi".

Lui: "Sono a bordo…. ma sono qui". "Comandante questo è un ordine, adesso comando io, lei ha dichiarato l'abbandono della nave e va a coordinare i soccorsi a prua. Ci sono già dei cadaveri", dice l'ufficiale da Livorno.

Schettino alla parola cadaveri chiede: "Quanti?". Dall'altro capo: "Dovrebbe dirmelo lei. Cosa vuole fare, vuole andare a casa? Lei ora torna sopra e mi dice cosa si può fare, quante persone ci sono, e di cosa hanno bisogno". "Va bene, sto andando".

Ma a quel punto il comandante raggiunge il molo del Giglio e sale su un taxi.

A bordo ci sarebbe stato un vero e proprio ammutinamento dell'equipaggio per avviare la macchina dei soccorsi scavalcando un capitano e un quadrato ufficiali in fuga.

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