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Kokoro no kaze

Res publica   06.09.08  

Fino a pochi anni fa i giapponesi non conoscevano le notevoli sfumature della depressione, che invece sono così ben radicate e abusate nel resto del mondo.

Per i cittadini del Sol Levante l'unico disturbo riconosciuto era l'utsubyo. Il disturbo bipolare, conosciuto ai più come psicosi maniaco-depressiva.
Roba grave quindi, ma nessun termine per tutte le altre mutevoli forme di esurimenti nervosi e disturbi momentanei.
Tanto da doversi inventare una definizione completamente nuova per descrivere questi stati. Kokoro no kaze, traducibile come "raffreddore dell'anima".
Che se ci pensate non suona poi neanche tanto male.

Il paradosso è che se ne deve l'introduzione e la diffusione mediatica solo grazie agli spot delle multinazionali farmaceutiche che pubblicizzano antidrepessivi in terra nipponica.

L'articolo di Kathryn Schulz sul fenomeno kokoro no kaze.

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