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La rete anonima

Geek   28.12.09  

Quanti oggi teorizzano la necessità dell'anonimato protetto scambiano con colpevole leggerezza una serie di tranquillità che sono funzionali a certi contesti (per esempio il commercio elettronico dove ovviamente l'emersione dell'identità è indispensabile) e che piacciono molto ai magistrati (è un po' come con le intercettazioni telefoniche, la fine di mille personali seccature da poliziotti) con gli interessi diffusi di tutti i cittadini. Che sono cosa molto differente dalle aspettative di normalizzazione delle opinioni del Ministro Maroni. Cose pesanti, che attengono alla libera espressione del pensiero, alla tutela delle minoranze e di un numero molto ampio di altri argomenti sensibili. Anche alla necessaria educazione, di cui tutti abbiamo bisogno, al contraddittorio e all'accettazione del diverso. Gli allegri autodidatti dell’anonimato protetto sono, nella migliore delle ipotesi, simpatici mattacchioni che amano giocare coi loro legnetti. E lo fanno per giunta in una stanza piccola piena di aspiranti incendiari. Basta dare una occhiata a cosa è stata Internet fino ad oggi e a cosa potrebbe diventare domani, per suggerirgli - col cuore in mano - di smetterla.

Via Manteblog.

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