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E se l'ha capito lui

Res publica   03.03.10  

Paolo Cirino Pomicino nel suo post "Ci sono tutti i presupposti per una svolta autoritaria" scrive.

Non si fanno i partiti nei salotti o nei laboratori ma nemmeno da un predellino di una vettura in una piazza qualunque. Politica e partiti sono cose maledettamente serie e chi ne vuole fare una proprietà personale od oligarchica non ha senso dello Stato e non pensa al futuro del Paese. Non vogliamo fare prediche perché non abbiamo né titolo, né vocazione, ma chi ha responsabilità pubblica non può non riflettere sullo stato del Paese. E anche in fretta.

Le regole universali della politica mettono sulle spalle dei due maggiori partiti l’onere di una iniziativa capace di voltar pagina, ma la prima mossa non può che farla il partito di maggioranza relativa. L’involuzione democratica che ormai attanaglia quasi tutti i partiti è diventata insopportabile ma è devastante quando coglie il partito di maggioranza ed è fonte di tutto ciò che abbiamo sinora descritto. E' tempo allora che le classi dirigenti si sveglino dal torpore di una cieca ubbidienza ai singoli capi e li spingano verso una vera rotta democratica smarrita. Un tempo lontano lo Stato ci fu ingiustamente patrigno ma mai inveimmo contro di esso. Figli di una cultura politica-democratica ci opponemmo sempre al dileggio dei poteri dello Stato così come a svolte leaderistiche e personali dei partiti ben conoscendo quanti disastri quelle svolte hanno procurato nella storia dell'uomo. Quella svolta oggi può essere alle porte. Ci pensino i leader politici prima che sia troppo tardi.

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