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Giù dal predellino

Res publica   05.09.10  

Il popolo della Libertà non c'è più. E non potrà accadere che Futuro e libertà possa rientrare in ciò che non c'e più. O si ricostruisce, o il Pdl appartiene a una bella pagina che non si è concretizzata. Ora c'è il partito del predellino, un'estensione di Forza Italia.

Un discorso infarcito di buon senso, di contenuti e ovvietà quello di Fini, oggi a Mirabello.
Un discorso che apre una nuova stagione politica, che apre al senso di responsabilità mancato negli ultimi quindi anni di convivenza con l'anomalia Berlusconi.

Eravamo sinceramente convinti che le nostre posizioni potessero scorrere nei canali della democrazia interna. Era una sicurezza che derivava da una certezza cresciuta negli anni: Berlusconi non era il Caimano descritto dagli antiberlusconiani di professione; Berlusconi era un leader atipico ma liberale; Berlusconi non era uno da "editti bulgari"; certo, Berlusconi aveva tante questioni personali e aziendali (quante se ne potrebbero elencare) ma era comunque un leader con un sogno, una lucida follia; Berlusconi, insomma, non era come lo descrivevano i suoi nemici. Ed è in base a queste certezze che lo abbiamo difeso per anni, sperando nella sua capacità di spiccare il volo e diventare un grande politico, uno statista.

Ora la destra finiana si interroga sugli errori del passato giungendo ad una conclusione per molti aspetti sorprendente.
Non sono mai stati in malafede, erano soltanto ingenui.

Non certo una prospettiva elettrizzante.

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