Un governo timido
Non c'è dubbio che il governo Monti sia partito con il piede giusto. In appena un mese l'Italia è uscita da un pericoloso isolamento ed è tornata a pesare in Europa e nel mondo.
Ha aperto un doloroso, ma necessario capitolo di austerità e riforme necessario al paese. Divenuto urgente per l'incapacità programmatica di diciassette anni di politica dei contratti con gli italiani.
Ora però serve una marcia più.
Lo scivolone sulle liberalizzazioni mancate apre la strada a distinguo e rivendicazioni pericolose per il sistema Italia e per la sua credibilità, cifra primaria di questo governo.
Monti dovrà capire quanto prima che la durata del suo esecutivo è legata agli obiettivi raggiunti. A una politica riformista e liberale. Non all'inseguimento di una mediazione su posizioni antistoriche e reazionarie provenienti da quell'Italia corporativa che aspira a mantenere lo status quo.