Lo scenario politico dopo Monti
Ilvo Diamanti si interroga sulla tenuta dei partiti e della Seconda Repubblica nel dopo Monti.
Non è facile prevedere che ne sarà dei partiti e del sistema partitico italiano, dopo il governo Monti. (Mi accontento di prevedere il passato. E non sempre mi riesce bene.) Tuttavia, mi sentirei di avanzare un'ipotesi. Facile. Nulla resterà come prima. L'esperienza del governo tecnico, infatti, sta mettendo a dura prova la tenuta dei principali partiti, ma anche - soprattutto - delle alleanze e delle coalizioni precedenti.
Oggi, d'altronde, appare in crisi la legittimazione stessa dei partiti in quanto tali. La fiducia nei loro confronti è, infatti, scesa a livelli mai toccati in passato (4%: Demos, gennaio 2012). D'altronde, non può essere privo di conseguenze, il fatto che la gestione della crisi sia stata affidata a un governo di "tecnici". Segno dell'incapacità dei partiti di assumere responsabilità - di governo ma anche di opposizione - di fronte agli elettori. Da ciò deriva la "popolarità" di questo governo (una settimana fa l'Ipsos la stimava intorno al 60%), in grado di prendere decisioni "impopolari". Mentre i partiti sostengono le decisioni del governo tecnico - oppure vi si oppongono - al "coperto". Dietro le quinte. In Parlamento. Nulla resterà come prima, nei partiti e nel sistema partitico, dopo Monti. Perché questa fase di "sospensione" ne accentua le difficoltà.
Quanto alla dimensione organizzativa e al rapporto con la propria base, basti osservare quel che sta succedendo nei principali partiti - Pdl e Pd. Il Pdl ha avviato una fase congressuale per affrontare il dopo-Berlusconi. Ma ciò che sta avvenendo in numerose province - sia del Sud che del Nord (in Veneto e a Vicenza, ad esempio) - dimostra quanto il partito sia esposto alle pressioni - non sempre lecite - di lobby locali. Non a caso il segretario del partito, Angelino Alfano, alcuni giorni fa, ha dovuto precisare - e minacciare - che "non faremo svolgere i congressi se si riscontrano situazioni gravi, nelle quali non vediamo chiaro".