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Raffaello e le sue Madonne, un maestro del Rinascimento

Wow   04.09.25  

Per comprendere come Raffaello sia diventato un maestro del Rinascimento e abbia raggiunto un tale livello di abilità in così giovane età, Nerdwriter esplora in dettaglio le sue opere, analizzando le Madonne dipinte dall'artista quale tema ricorrente nella sua breve, ma intensa carriera. Nella sua prima rappresentazione della Vergine e del bambino, Puschak osserva come Raffaello dimostri una padronanza migliore nella rappresentazione dei corpi tridimensionali rispetto a suo padre e persino a Piero della Francesca, da cui il padre era stato allievo.
Tuttavia, questa prima opera presenta anche delle imperfezioni, come una certa rigidità nell'arrangiamento delle figure e una mancanza di emozione e narrazione, simile a molte altre Madonne che l'avevano preceduta. Ma Raffaello era un allievo che imparava in fretta evolvendo di conseguenza le sue doti artistiche, e questa caratteristica emerge chiaramente nello sviluppo delle sue Madonne successive.

Da Leonardo apprese tecniche come lo sfumato, che permette transizioni morbide tra i colori; da Michelangelo, imparò a utilizzare il corpo umano come strumento espressivo. Ma ciò che emerge con maggiore chiarezza è il concetto di historia, come lo definì il teorico Leon Battista Alberti: una narrazione che si svolge anche all'interno dei confini di un’immagine statica. Nella Madonna d'Alba del 1511, Puschak osserva come Gesù bambino sembri afferrare il suo futuro, mentre Maria lo osserva con emozioni sottilmente stratificate sul suo volto.
La capacità di Raffaello Sanzio di catturare il dramma e l'emozione è una questione che continua a intrigare gli storici dell'arte. Non è azzardato ipotizzare che abbia appreso alcune lezioni anche durante il suo periodo come scenografo, dove la creazione di atmosfere e narrazioni visive era fondamentale.

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