Il petrolio fuoriuscito, a seguito dell'incidente sulla piattaforma petrolifera BP Transocean Deepwater Horizon il 20 aprile, raggiunge le coste della Louisiana.
Aprile 2010 archivio
Un caffè a spasso per New York
Leslie Buck, ex dirigente in una cartiera, è morto lunedi nella sua casa a Long Island, a Glen Cove, per complicazioni dovute al morbo di Parkinson. Aveva 87 anni.
Leslie Buck è stato l'inventore dei bicchieri di cartone per i caffè da sporto Anthora.
Il recipiente forse più conosciuto e famoso di New York. Anzi togliete pure il forse.
Dal 1960 almeno una volta tutti i newyorkesi hanno tenuto nella mano quella tazza di cartone blu e bianca dal design greco, con all'interno il loro caffè sigillato da un coperchio di plastica.
E' stata un vero totem della cultura pop, tanto da finire nei musei e tra i gadget turistici, dalla t-shirt alle calamite per il frigo.
Il nome Anthora, deriva da "anfora", fu disegnata per la Sherri Cup Company di Kensington.
Con lo sfondo blu, la greca bianca, le tre tazze di caffè dorate e fumanti e il suo motto, "We are happy to serve you" - "Siamo felici di servirvi" - si impose come un'icona del ventesimo secolo.
Oggi Anthora non si vede più come un tempo, nel 1994 furono prodotte oltre 500.000 di bicchieri, sopraffatta dagli imitatori, ma è ancora possibile trovarla nelle mense, nei negozi di gastronomia e dagli ambulanti sparsi in città.
Leslie Buck, al secolo Laszlo, era nato il 20 settembre 1922, da una famiglia ebrea a Chust, in Cecoslovacchia - e oggi in Ucraina -, i suoi genitori furono uccisi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e Laszlo stesso sopravvisse miracolosamente ad Auschwitz e Buchenwald.
Dopo la guerra si trasferì a New York, dove americanizzò il suo nome e mise i piedi, assieme al fratello Eugene una società di import-export. Alla fine del 1950 i fratelli aprirono la Premier Cup, producendo bicchieri di cartone a Mount Vernon.
Leslie Buck si impiegò alla Sherri Cup negli anni '60, originariamente come direttore delle vendite e più tardi divenne il suo direttore del marketing.
La compagnia mirava ad entrare nel mercato dei bicchieri di cartone per le bibite calde di New York e poiché molte delle mense della città erano di proprietà di greci al signor Buck venne l'idea di creare una tazza con i colori della bandiera greca e dal design classicheggiante.
Quando terrete in mano il vostro prossimo caffè mentre passeggiate lungo la strade della vostra città, ricordatevi di Leslie. Ancora una volta sarà felice di servirvi.
Theo mood: :(((
I diritti delle donne passano per l'Iran
L'Iran è stato eletto come membro della Commissione delle Nazioni Unite in difesa dei diritti delle donne. L'Iran.
Il giro del mondo in 80 secondi
Il giro del mondo in 80 secondi è un corto diretto e realizzato da Romain Pergeaux e Alex Profit.
Un progetto che ha richiesto soltanto tre settimane per essere realizzato. Un tributo al capolavoro di Jules Verne "Il giro del mondo in 80 giorni".
Mascroscopiche menzogne
Si allarga l'inchiesta di Repubblica attorno all'affaire Scajola e ai 900 mila euro in nero che avrebbe ricevuto da Diego Anemone - uno dei costruttori al centro dello scandalo che interessa la Protezione Civile - per l'acquisto di una casa nel centro storico di Roma, di fronte al Colosseo.
Quattro testimonianze, un atto notarile e numerose tracce bancarie documentano ora che il ministro per lo Sviluppo economico conosceva la provenienza degli 80 assegni "neri" che, nel luglio del 2004, per un valore di 900 mila euro, pagarono più della metà della sua casa al 2 di via del Fagutale. Le testimonianze – oggi agli atti dell'inchiesta di Perugia sulla "cricca" dei Grandi Appalti – provano che di quegli assegni, il giorno del rogito, il ministro era materialmente in possesso. Di più: dimostrano che Scajola, pure assolutamente consapevole del prezzo reale di vendita – 1 milione e 710 mila euro – di quel magnifico appartamento che affaccia sul Colosseo, dispose che quella cifra venisse dissimulata, dichiarando di fronte a un notaio che era pari a soli 600 mila euro. Perché il Fisco non vedesse, ma, soprattutto, perché venisse così cancellata ogni traccia di almeno due circostanze: i 200 mila euro in contanti che, poco tempo prima dell'acquisto, aveva consegnato alle venditrici e il suo legame con l'architetto Angelo Zampolini, la "tasca" del costruttore Diego Anemone, il professionista, oggi indagato per riciclaggio, da cui aveva ricevuto quegli 80 assegni.
L'impronta di Cameron
Ieri notte si è svolto l'ultimo dibattito televisivo britannico.
I sondaggi non lasciano spazio ai dubbi. Cameron ha vinto la sua battaglia.
Più incerto il risultato per il secondo posto, c'è chi dice Clegg e chi concede la seconda piazza a Brown.
Brown nel suo cavallo di battaglia, si parlava di economia, è stato più aggressivo del solito. Sempre preparato e pragmatico ha fatto quasi dimenticare la figuraccia del giorno prima. Tuttavia non ha saputo scaldare gli animi.
Il troppo pragmatismo, tutto incentrato nel sostenere la debole ripresa del Regno Unito, ha probabilmente annoiato senza mai riuscire ad infondere quell'ottimismo in grado di dare una scossa all'elettorato.
Cameron ha giocato la carte della retorica populista per difendere le sue politiche fiscali. E' riuscito a convincere la Gran Bretagna senza dire nulla di concreto.
Il valore aggiunto dei Tory.
Clegg si è dimostrato più impacciato rispetto ai primi due dibattiti. Schiacciato dal peso del successo di queste settimane e dall'assedio dei altri due leader.
Condivisibile la sua politica sull'immigrazione, tuttavia impopolare oltre Manica.
Resta una settimana al voto, che quasi certamente vedrà la novità di un governo di coalizione e la fine del ciclo del Labour.
Resta la complicata assegnazione di seggi che potrebbe riservare sorprese. Unica sfuggevole chance per Brown, a meno di improbabili suicidi elettorali di David Cameron.
Quando tutta l'erba era un fascio
Il giovane Bocchino in compagnia di Almirante.
Flash secondo Steve Jobs
L'attacco frontale firmato da Steve Jobs contro Flash sul sito di Apple.
Una porta sbattuta in faccia ad Adobe.
Flash was created during the PC era – for PCs and mice. Flash is a successful business for Adobe, and we can understand why they want to push it beyond PCs. But the mobile era is about low power devices, touch interfaces and open web standards – all areas where Flash falls short.
The avalanche of media outlets offering their content for Apple’s mobile devices demonstrates that Flash is no longer necessary to watch video or consume any kind of web content. And the 200,000 apps on Apple’s App Store proves that Flash isn’t necessary for tens of thousands of developers to create graphically rich applications, including games.
New open standards created in the mobile era, such as HTML5, will win on mobile devices (and PCs too). Perhaps Adobe should focus more on creating great HTML5 tools for the future, and less on criticizing Apple for leaving the past behind.