Qualcuno direbbe che è meglio non cascarci, ma allo stesso tempo c'è chi ci si azzuffa dentro e per alcuni sport è imprescindibile.
Per qualcuno è qualcosa da eliminare al più presto, per altri è un sedimento fertile che rinnova il terreno coltivabile.
Parliamo del fango.
Adesso i petrologi indagano su come si è formato inizialmente e in che modo le piante hanno contribuito a trattenerlo e crearne in abbondanza, aiutando lo sviluppo della vita animale sul pianeta.
Prima che le piante arrivassero sulla terraferma, il fango era già presente - sebbene principalmente sul fondale marino e nei letti dei fiumi. Una volta che le piante si sono diffuse su tutto il pianeta, non solo sono state capaci di trattenere i sedimenti, ma le loro radici hanno frantumato la roccia sia per effetto meccanico sia rilasciando sostanze chimiche capaci di sbriciolarla. In questo modo, le piante hanno accelerato quella che i geologi chiamano "fabbrica di fango continentale".
Senza le piante, i fiumi avrebbero spogliato i continenti dal limo e dall'argilla - costituenti chiave del fango - e avrebbero trasportato questi sedimenti sul fondo del mare. Ciò avrebbe lasciato i continenti pieni di roccia sterile e ambienti marini inospitali per i pesci.
Una volta che le piante si sono diffuse le cose hanno cominciato a cambiare. Il fango si attaccava alla vegetazione lungo le sponde dei fiumi e si raggrumava piuttosto che proseguire la sua corsa sino a raggiungere il fondo del mare. Davies [...] e i suoi colleghi hanno scoperto che l'espansione delle piante terrestri all'incirca tra 458 milioni e 359 milioni di anni fa coincise con un aumento di oltre dieci volte la quantità di fango presente sulle terre emerse - e un cambiamento significativo nei modi in cui i fiumi scorrevano. L'arrivo delle prime piante e poi del fango "ha cambiato radicalmente il modo in cui funziona il mondo".
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