80 iconiche intro di chitarra elettrica
Paul Davids ha interpretato 80 tra le intro di chitarra elettrica più iconiche della storia in un'unica ripresa e a memoria. Kudos.
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Le punte di danza classica non sono semplicemente indispensabili, ma possono essere considerate come un vero e proprio punto di forza per esprimere al meglio il talento di ogni ballerina durante un'esibizione.
Lettera dopo lettera la compagnia dell'Australian Ballet racconta le scarpette da punta e la danza classica.
Le Vent, diretto da Simon Iannelli e Johannes Berger, cattura magnificamente la forza, la grazia e la precisione dei movimenti dei ballerini Marina Kanno e Giacomo Bevilaqua, dello Staatsballett di Berlino, ripresi a 1000 fotogrammi al secondo.
Un assaggio del dietro le quinte del Pinocchio di Guillermo del Toro, prodotto da Netflix.
Uno sguardo ravvicinato al laborioso processo in stop motion che ha dato vita a questa nuova incarnazione dell'immortale favola di Collodi.
Volevo davvero che questo film avesse l'espressività e la natura materiale di un'animazione fatta a mano: un bellissimo esercizio artigianale di intaglio, pittura, scultura, pur mantendo la raffinatezza del movimento regalata dal sofisticato allestimento e dalla realizzazione delle marionette.
Reiterare a ogni campagna elettorale identiche visioni della società, atavici terrori e dinamiche economiche e occupazionali avulse dal comune senso della realtà e incapaci di intercettare il sentimento dell'elettorato.
Concludere con stucchevoli analisi della sconfitta, biasimando il destino cinico e baro.
Ricetta per il costante declino di movimenti identitari in perenne crisi di mezza età.
MedievalMadness cita una divertente raccolta di battute medievali piuttosto schiette e talvolta dai doppi sensi osceni.
È interessante notare come nel corso dei secoli l'umorismo di questo tipo non sia cambiato poi molto, così come la narrazione e i bersagli prediletti di queste freddure: mariti stupidi, clero, mogli infedeli e potenti di turno.
In quasi tutte le culture del mondo le montagne hanno sempre destato un senso di maestosità e mistero. Irraggiungibili dimore di possenti divinità, terreni sacri e fenomeni soprannaturali, le montagne con la loro imperscrutabilità hanno catturato l'immaginazione collettiva dei nostri avi.
PBS Storied racconta il legame che intercorre tra montagne e mitologia.
Live Japan svela alcuni dettagli del parco a tema dello Studio Ghibli, che aprirà al pubblico questo novembre nella prefettura di Aichi.
L'isola del Corvo è la più piccola tra quelle dell'arcipelago delle Azzorre e custodisce una tra le più antiche e tramandate leggende marinare su una statua e un tesoro di monete cartaginesi, come racconta Rare Earth.
Le radici di questo racconto risalgono all'anno 1567, quando Damien de Goes, biografo dei re portoghesi del XVI secolo, riferì che all'isola del Corvo era stata trovata una statua di pietra di un uomo dalla testa calva a cavallo vestito con un mantello moresco. Il suo braccio sinistro poggiava sulla gnocca del cavallo, mentre il suo braccio destro si allungava dritto con il dito indice rivolto verso ovest. Il re Emanuele del Portogallo (1495-1521) mandò a cacciare la statua, ma i responsabili del progetto la smontarono a pezzi. Tuttavia, si dice che le teste dell'uomo e del cavallo, e il braccio destro con il dito puntato siano stati portati al palazzo per essere mostrati al re. De Goes aggiunse che nel 1529 fu notato che sulla base della statua c'era un'iscrizione. Sono state fatte stampe di cera dell'iscrizione, ma risultarono illeggibili in quanto le lettere erano molto consumate e "quasi senza forma".
Nel 1628, Manoel de Faria y Sousa, un altro storico portoghese, ripeté il racconto di de Goes. La storia sarebbe morta lì, ma nel 1778 Johan Podolyn, uno svedese nato in Portogallo, pubblicò un racconto notevole. Egli sosteneva che nel 1761 andò a Madrid per vedere P. Henrique Flores, professore di teologia e collezionista di monete, che gli diede due monete d'oro e cinque di bronzo di Cartagine e due monete di bronzo di Cirene, in Nord Africa, datate 200 a.C. circa. Egli affermò che le monete erano i resti di un tesoro trovato nel novembre 1749 in una pentola nera vicino alle fondamenta di un edificio distrutto sull'isola del Corvo. Podolyn aggiunse a questo racconto una descrizione della statua del Corvo, citando Faria y Sousa come sua fonte, e discusse la possibilità che marinai cartaginesi si fossero stabiliti lì, erigendo la statua e sotterrando il tesoro. Podolyn aggiunse anche che i coloni avrebbero intrapreso una spedizione "a ovest", come indicava il dito della statua.
La statua di De Goes e le monete di Podolyn hanno generato una letteratura propria. Alcuni accettarono le scoperte come autentiche; altri rifiutarono l'idea dei viaggi atlantici dei Fenici o dei loro successori, i Cartaginesi, e offrirono altre spiegazioni: la statua non era mai esistita, o era solo una formazione naturale; le monete erano una bufala, o sotterrate nell'isola del Corvo in epoche più recenti da parte di arabi, normanni, spagnoli. Tuttavia c'è chi crede a entrambe le storie, la statua e le monete, possono risalire a una leggenda fenicia che è sopravvissuta sotto varie forme sino ai giorni nostri.
Come racconta DW Euromaxx ogni anno, dal 1666, nella città portuale di Sète si tiene la giostra del pescatore.
In questo combattimento navale i concorrenti usano lance, come in un antico duello medievale, per cercare di buttarsi a vicenda fuori dalle rispettive imbarcazioni.
Particolarmentente diffuse in Francia, in particolare in Linguadoca, Provenza, Valle del Rodano, nei dintorni di Parigi e in Alsazia, ma anche in alcune regioni del Belgio, della Germania e della Svizzera, le giostre d'acqua sono diventate uno sport regolamentato, sebbene ogni regione ancora custodisca gelosamente le proprie tradizioni, i suoi metodi di giostra e le particolari regole di ingaggio.