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Gennaio 2025 archivio

Tolkien secondo Ralph Bakshi

Multimedia   30.01.25  

È stata la grande opera incompiuta di Ralph Bakshi. Il Signore degli Anelli, girato in rotoscoping del 1978, fu il tentativo di portare la celebre opera di J.R.R. Tolkien sul grande schermo.
Bakshi cercò di mantenere la complessità e la profondità del capolavoro originale, introducendo elementi visivi e narrativi che riflettevano la sua esperienza artistica. Questo approccio rese il film un'opera controversa.

Folding Ideas sottolinea lo spirito pionieristico del film, capace di attrarre sia fan del fantasy sia coloro che cercano un cinema che sfida le convenzioni, e ne analizza le criticità che hanno portato la produzione a non completare l'opera.

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Il controllo totale sulle location secondo Alfred Hitchcock

Multimedia   27.01.25  

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Hollywood affrontò sfide senza precedenti, tra cui la scarsità di materiali e risorse. Hitchcock, sempre all'avanguardia nel suo lavoro, comprese che per realizzare film di alta qualità era necessario avere il controllo totale sulle location. Così, per il suo film L'ombra del dubbio, scelse Santa Rosa in California come location per una tipica cittadina tranquilla, trasformandola in un vero e proprio set cinematografico.

Come racconta WatchingtheAerial, questa scelta rivoluzionò anche il modo di girare in esterni. Hitchcock utilizzò la città, le sue strade, i parchi e le abitazioni per creare un'atmosfera unica e immersiva.
Integrando la location nella narrazione ha aperto la strada a una nuova era del cinema, in cui gli ambienti diventano protagonisti arrivando a influenzare profondamente la trama e l'emozione di una pellicola ed elevando la qualità narrativa e visiva.

Oggi il lavoro di Hitchcock continua a influenzare il cinema moderno e il suo approccio pionieristico alle riprese in location esterne è un esempio di come le avversità possano trasformarsi in opportunità creative.
La sua eredità vive ancora, ricordandoci che l'arte può prosperare anche nei momenti più difficili.

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La cucina dei popoli della Terra di Mezzo

Multimedia   27.01.25  

Kristian T. Williams esplora la cucina dei popoli della Terra di Mezzo, analizzando cibi e bevande consumati dalle diverse tribù, razze e culture che popolano il Legendarium di J.R.R. Tolkien.

Williams sottolinea come gli Hobbit e gli Elfi hanno modi di mangiare molto diversi. La cucina Hobbit è abbondante e tipica di una borghesia rurale, caratterizzata da piatti come pollo arrosto, salsicce, funghi sott'aceto e uova con bacon. I pasti degli Hobbit si fondono spesso l'uno nell'altro, creando un'atmosfera di convivialità e abbondanza che dura tutto il giorno, dalla prima colazione sino a sera inoltrata.
Al contrario, la cucina elfica è più utilitarista, concentrata sull'essenzialità e sul nutrimento, una scelta che riflette il loro stile di vita elegante e austero. Queste differenze alimentari non solo definiscono le abitudini quotidiane dei personaggi, ma rivelano anche le loro filosofie di vita e le relazioni che intrattengono.

Analizzare la cucina del Legendarium tolkieniano ci offre una chiave di lettura unica per comprendere ancora più a fondo l'opera del professore di Oxford.

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Dove piazzare la cinepresa, l'eterno dilemma di ogni regista

Multimedia   23.01.25  

Quando guardiamo un film, non sempre ci soffermiamo a riflettere su quante decisioni un regista debba prendere per ottenere che ogni singola scena risulti sul grande schermo così come l'ha immaginata.
Ogni inquadratura, ogni movimento della telecamera, ogni angolo scelto, contribuisce a creare un'esperienza unica. La cinepresa è non è solo uno strumento tecnico, ma una finestra attraverso cui il pubblico può vivere le emozioni, i conflitti, le interazioni e le scelte dei personaggi.

Every Frame a Painting ci guida attraverso i dettagli di questo rigoroso processo decisionale che è alla base di ogni film ben realizzato.
Comprendere come e perché una scena è stata ripresa in quell'esatto modo ci permette di apprezzare ancora di più il lavoro dei registi e il potere del linguaggio visivo nel cinema.

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Il cinema per David Lynch

Multimedia   16.01.25  

Definire il significato di lynchiano non è un compito facile. Il termine evoca immediatamente immagini potenti e contrastanti: un corridoio che affonda nell'oscurità, un'insegna luminosa nel cuore di un'America idealizzata, e il celebre cancello bianco che circonda un giardino perfetto. Questi elementi, apparentemente semplici, nascondono una profondità inquietante che caratterizza l'opera di David Lynch.
Thomas Flight descrive come la vera essenza di ciò che è lynchiano risieda nell'incertezza, nell'ambiguità che permea le sue opere. Questa mancanza di definizione chiara è, paradossalmente, ciò che rende l'approccio di Lynch così affascinante e coinvolgente.

Essere lynchiani significa abbracciare l'elusività. È un invito a esplorare il mistero, a lasciarsi catturare da atmosfere oniriche e inquietanti. Nei suoi film e nelle sue opere, Lynch stimola lo spettatore a guardare oltre la superficie, a interrogarsi sulle realtà che si celano sotto strati di apparente normalità.

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Architettura e fede in Piazza San Pietro

Wow   16.01.25  

Piazza San Pietro, situata nel cuore della cristianità, non è solo un luogo di pellegrinaggio, ma un vero e proprio capolavoro architettonico che racchiude secoli di storia e creatività. Progettata dai grandi maestri del Rinascimento la piazza è un esempio straordinario di come l'arte e l'architettura possano fondersi per creare uno spazio di intenso significato spirituale e culturale.

Camminando attraverso la piazza ci si rende conto di quanto ogni dettaglio sia stato studiato con cura. Le colonne doriche che circondano la piazza non solo fungono da portico, ma accolgono i fedeli e i turisti in un grande abbraccio simbolico. Al centro, l'imponente obelisco egiziano e le splendide fontane aggiungono un tocco di grandiosità e bellezza.

Tuttavia, come racconta Manuel Bravo, la vera firma di Gian Lorenzo Bernini risiede nei suoi dettagli nascosti.
Ogni angolo racconta una storia. Ogni statua ha un significato profondo. Ogni elemento ha in sé un simbolismo che si ricollega alla fede cristiana, alla storia della Chiesa e all'arte del Rinascimento.

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Quello che rende le patatine fritte di McDonald's così speciali

Wow   12.01.25  

McDonald's, colosso del fast food, vende circa 4.000 tonnellate di patatine ogni giorno, rendendole il loro prodotto di punta. Molti appassionati sono pronti a scommettere che le patatine fritte di McDonald's siano le migliori in circolazione; un'affermazione che non è solo frutto di marketing, ma il risultato di anni di ricerca e perfezionamento.

L'azienda ha investito notevoli risorse per standardizzare ogni porzione di patatine in tutti i ristoranti, garantendo così che il gusto e la croccantezza siano sempre gli stessi, indipendentemente dalla località.
Tuttavia, questo non significa che le patatine non siano cambiate nel tempo. Una delle modifiche più significative è stata il cambiamento dell'olio di frittura, una decisione che ha suscitato il disappunto di molti clienti, specialmente quelli che ancora ricordavano le ricette originali.

Tom Blank, di Weird History Food, spiega cosa renda così irresistibili le patatine di McDonald's combinando croccantezza, sapore e una perfetta doratura. Ma c'è un avvertimento: essendo fast food, è meglio consumarle in fretta. Una volta fredde il loro fascino svanisce completamente e l'esperienza gustativa non è più la stessa.

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I diversi Strandbeest di Theo Jansen

Wow   08.01.25  

Nel 1990 Theo Jansen creò il suo primo Strandbeest, un'invenzione geniale concepita per affrontare una delle sfide ecologiche più pressanti del nostro tempo: l'innalzamento del livello del mare causato dall'aumento della CO2 nell'atmosfera. Questo problema è particolarmente critico per i Paesi Bassi, dove circa un terzo del territorio si trova sotto il livello del mare.
Jansen immaginò una soluzione innovativa: una struttura scheletrica semovente che si muovesse lungo le spiagge alimentata dal vento e mentre avanzava, questo straordinario dispositivo sollevava sabbia che veniva poi trasportata dal vento per rinforzare le dune. In questo modo gli Strandbeest non solo avrebbero potuto affascinare gli spettatori con il loro movimento, ma anche contribuire a proteggere il paese dall'inevitabile aumento del livello del mare.

Da quel primo modello, Jansen ha creato una vasta gamma di Strandbeest, ognuno con design e meccanismi sempre più sofisticati. La sua continua ricerca di miglioramenti dimostra non solo la sua passione per l'ingegneria, ma anche il suo impegno a trovare soluzioni sostenibili per il futuro e la sua vena artistica, come racconta Veritasium.

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Allergie e igiene un retaggio del passato

Geek   05.01.25  

Kurzgesagt esplora la storia dell'umanità e le origini delle moderne allergie. Un aspetto sorprendente emerso da questa analisi riguarda il rapporto tra igiene e salute.
In passato gli esseri umani vivevano a stretto contatto con i parassiti, un'esperienza quotidiana che ha forgiato il nostro sistema immunitario. Le allergie, infatti, non sono semplici reazioni eccessive dell'organismo, ma potrebbero rappresentare un retaggio evolutivo emerso da un'epoca in cui i parassiti invadevano i corpi dei nostri antenati.
Quando l'igiene è migliorata i parassiti non sono più stati un problema per il nostro organismo, ma le risposte fisiologiche del nostro sistema immunitario sono rimaste inalterate. Questo significa che qualsiasi sostanza che possa essere percepita come parassitaria verrà attaccata da un sistema immunitario ben armato e pronto alla difesa.

Ora ci troviamo ad affrontare un problema interessante: un sistema immunitario, che opera senza un nemico principale, ha perso il suo punto di equilibrio. Il nostro sistema immunitario continua a funzionare come se i parassiti stessero ancora minacciando il nostro organismo e questo provoca una reazione eccessiva nei confronti degli allergeni comuni.
Una riflessione sull'impatto diretto sulla nostra salute causato dall'evoluzione biologica e dalle nostre pratiche di igiene.

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Auld Lang Syne e i bei tempi andati

Multimedia   01.01.25  

Appena terminato il conto alla rovescia nella notte di Capodanno, i festeggiamenti cominciano, la gente applaude, le coppie si baciano, volano coriandoli e subito qualcuno inizierà a intonare Auld Lang Syne. Se per i tifosi dell'Olanda questa melodia è associata alle vittorie sportive, in Corea e alle Maldive è stata suonata come inno nazionale per decenni mentre in Giappone è conosciuta come base per un canto studentesco e in Italia viene spesso citata come Il valzer delle candele o Il canto dell'addio, in pressoché tutto il mondo è cantata nella notte di Capodanno.

Vox racconta come un'antica melodia scozzese, scritta da Robert Burns nel XVIII secolo, sia diventata l'inno al nuovo anno che sta per incominciare attraverso generazioni ed epoche diverse.
Una canzone che simboleggia la fine e un nuovo inizio e per questo spesso cantata, con gli occhi umidi, anche in altri momenti significativi come addii e funerali, cerimonie di laurea e jamboree scout.

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