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I post con tag "Abdullah" archivio

Monarchia saudita

Res publica   23.01.15  

AP fa il punto della situazione sulla successione al trono in Arabia Saudita dopo la morte del re Abdullah e l'ascesa di Salman bin Abdul-Aziz Al Saud.

King Abdullah had carried out a slow but determined series of reforms aimed at modernizing the country, including increasing education and nudging open the margins of rights for women. Salman appears to back those reforms, but he has also voiced concerns about moving too fast.

In a 2007 meeting, he told an outgoing U.S. ambassador that "social and cultural factors" --even more than religious -- mean change has to be introduced slowly and with sensitivity, noting the power of the multiple tribes in the kingdom, according to an embassy memo of the meeting leaked by the Wikileaks whistleblower site.

He struck the same theme in a 2010 interview with Karen Elliot House, author of "On Saudi Arabia: Its People, Past, Religion, Fault Lines." He told her that while Americans are unified by democracy, Saudi Arabia is in essence unified by his family, the Al Sauds. "We can't have democracy in Saudi Arabia, he said, because if we did every tribe would be a party and then we would be like Iraq and would have chaos," House told The Associated Press.

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L'Arabia Saudita pensa di estendere il diritto di voto

Res publica   05.03.11  

I moti nel mondo arabo non lasciano indifferente il regno saudita. La casa reale non si sente ormai più al sicure e cerca di correre ai ripari.
Il re Abdullah starebbe pensando di estendere il diritto di voto anche alle donne, senza tuttavia permettergli di candidarsi a cariche elettive.

Intanto il paese si prepara per la Giornata della rabbia, in agenda l'11 marzo, in cui verrà chiesto un governo eletto e il rilascio dei detenuti politici.

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La rivoluzione non è finita

Res publica   12.02.11  

Manifestanti yemeniti mostrano le mani con la scritta 'go out' rivolta al governo'></p>
<p>Centinaia di arresti ad Algeri durante un'imponente manifestazione per chiedere <a href=democrazia e la fine del regime di Bouteflika, che gioca la carta della repressione.
Lì dove tutto è iniziato come una protesta per il carovita, trasformatosi rapidamente in movimenti per maggiori diritti civili, riprende vigore la protesta di un popolo stremato da decenni di corruzione, terrorismo e repressione.

Intanto in Giordania re Abdullah deve ancora nominare un governo dopo aver sciolto l'esecutivo a inizio gennaio ai primi sentori dei moti di protesta.

In Yemen le manifestazioni nella capitale San'a e nell'importante porto commerciale di Aden non accennano a diminuire. Nonostante la promessa del presidente Ali Abdullah Saleh di non ricandidarsi non si fanno accenni a riforme strutturali e civili in grado di risollevare un paese allo sbando.

In Siria si da respiro a internet. Cessano i blocchi su Twitter, YouTube, Facebook e Myspace, mentre il presidente Bashar al-Assad firma l'approvazione di sussidi per il riscaldamento.

In Iraq il premier Nouri al-Maliki conferma di non volersi ricandidare per un terzo mandato e ordina tre mega-generatori da installare a Baghdad per supplire alla carenza cronica di elettricità nella capitale.

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