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I post con tag "Avvento" archivio

Misteri e Racconti della Liguria: la Madonna di Coronata arrivata dal mare (-20)

Wow   05.12.24  

In una notte del XII secolo alcuni pescatori sulla spiaggia di Sampierdarena erano intenti a preparare le reti quando sul mare dinanzi a loro apparve una luce in lontananza che sul principio si mostrava piccola piccola, ma poi, a poco a poco, avvicinandosi a terra si ingrandiva sempre più, lasciando sulla superficie dell'acqua uno splendido gioco di scintille luminose che sembravano danzare tra le onde.

La luce si ingrandiva sempre più ed in mezzo ad essa i pescatori iniziarono a scorgere una sagoma. Quando fu abbastanza vicina a riva gli uomini rimasero stupefatti.
Si trattava infatti di una splendida polena, avanzo forse di qualche naufragio, che raffigurava la Madonna con il Bambino avvolti in un candida luce capace di illuminare il mare circostante e di incoronare Maria.

Subito i pescatori si gettarono a mare recuperando la statua e poi trasportandola nella vicina chiesa. Il giorno dopo una grande folla si radunò per vedere la polena con la madonna, ma della statua non vi era traccia.
La Madonna venne infine ritrovata sopra un grande castagno sul colle di Coronata a Cornigliano e per i giorni a venire il miracolo si ripetè.
In quel punto infine, nel 1187, venne edificata la celebre chiesa genovese di Santa Maria e San Michele Arcangelo, più conosciuta come Santuario di Nostra Signora Incoronata.

Misteri e Racconti della Liguria.

Calendario dell'Avvento 2024.
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Misteri e Racconti della Liguria: il fantasma della vestale (-21)

Wow   04.12.24  

Il nome della strada genovese via Luccoli deriva dal latino lucus, ovvero bosco. L'odierno quartiere era infatti all'epoca coperto da boschi di lauro e mirto e considerato un'area sacra.
Al tempo dell'antica Roma in quella zona sorgeva un tempio dedicato alla dea Vesta, situato in fondo all'attuale salita dell'Arcivescovado; lì le vestali custodivano in un braciere il fuoco sacro che doveva rigorosamente rimanere sempre acceso, pena la morte.

Narrano le cronache che, nel corso della seconda guerra punica, mentre il porto ingrandito e fortificato ospitava la flotta romana e l'ammiraglio Agrippa faceva costruire il proprio palazzo nella zona oggi occupata dalla celebre casa del boia, un presagio funesto apparì alla vestale di guardia al braciere. L'accadimento la distolse dal suo servizio e il fuoco si spense durante una tempesta di pioggia e vento.
Lo spirito della vestale giustiziata prese allora a vagare senza pace intorno al tempio e ancora oggi nelle notti tempestose c'è chi afferma di aver incontrato il fantasma della vestale, pallido e piangente.

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Misteri e Racconti della Liguria: la grotta della fata (-22)

Wow   03.12.24  

Nella scogliera di Deiva, dov'è pericoloso avventurarsi, si apre una grotta marina. Le sue pareti hanno formazioni minerali simili a fiori variopinti, dall'acqua limpida affiorano piccoli scogli di una bianchezza opalescente e il fondale sabbioso ricco di cristalli illumina l'interno con lampi dorati quando filtrano i raggi del sole.

Questo incantevole luogo viene chiamato Grotta della Fata. Il suo nome deriva da una leggenda che narra come sin dalla notte dei tempi la grotta sia abitata da una fanciulla dal viso grazioso e dai capelli ramati. Milena, che veniva chiamata, ha il potere di caricarsi del dolore degli uomini e così liberarli dalle afflizioni.
Un giorno tuttavia il dolore fu così grande che per sopportarlo lei si tramutò in un anemone di mare violetto e fu solo quando imparò a piangere che ritorno fanciulla.

Ancora oggi si dice che quando il cielo si rabbuia, si alzano le onde e dalla grotta sfiatano degli altri spruzzi di acqua salata, sia il pianto di Milena che per una volta ancora ha fatto di un uomo triste un uomo felice.

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Misteri e Racconti della Liguria: lo spettro dei fichi neri (-23)

Wow   02.12.24  

I contadini liguri si tramandano il racconto di un misterioso globo di luce, di colore azzurro latteo, che si può vedere talvolta nelle vicinanze di un camposanto e che sarebbe la manifestazione visibile dell'anima di un dannato. Loro lo chiamano ciæo de fighe negrette, ovvero lo spettro (il chiaro) dei fichi neri. Guai a incontrarlo sul proprio cammino e ancora peggio guai a chi tentasse di invocarlo.

La leggenda narra che in una località della Val Bisagno, poco sopra Genova, un contadino, che possedeva una cascina poco distante dal cimitero, era deciso a sfidare la sorte e a nulla valsero le preghiere delle donne e le minacce degli uomini, Il contadino non credeva alla maledizione e una notte si mise a urlare ripetutamente: - Ciæo de fighe negrette! -
L'anima dannata si destò e il globo luminoso si mosse lacerando l'aria con uno stridio che fece rabbrividire chiunque avesse avuto la sfortuna di udirlo. Lo spettro infine si fermò fra i rami contorti di un vecchio fico che si affacciava dal muro di cinta del cimitero. A quanto si diceva infatti era quello l'albero prediletto dei cui frutti si nutriva quell'essere.

L'arrivo del fantasma fece fuggire tutti quanti. Porte e finestre vennero sprangate.
Poi un rumore di artigli e beccate contro le ante e all'uscio fece rizzare a tutti i capelli in testa. Attraverso gli scuri videro una vivida luce circolare dalla forma e dalla grandezza di un setaccio. A quel punto tutti si inginocchiarono per invocare la protezione della Vergine e dei santi recitando il rosario.
Più le esortazioni aumentavano e più i colpi di becco e gli stridii si attenuavano. Quando finalmente cessarono, alcuni trovarono il coraggio di uscire dalle case e aiutandosi coi lumi delle lanterne esplorarono il vicinato.
Trovarono il contadino che aveva invocato il dannato con il volto cereo come la biancheria stesa al sole, muto quasi per assicurare che non avrebbe in futuro osato nuovamente invocare lo spirito del defunto e coi capelli divenuti bianchi dal terrore provato.

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Misteri e Racconti della Liguria: il palazzo dello scheletro e il ciabattino (-24)

Wow   01.12.24  

C'era una volta Genova un palazzo, appartenuto a un marchese, che si diceva fosse maledetto.
Negli anni alcuni coraggiosi avevano sfidato la superstizione, provando a entrarvi, ma nessuno di loro aveva mai superato la prima notte.
Il proprietario del palazzo cercava inutilmente di disfarsene, ma per quanto abbassasse il prezzo la superstizione sembrava prevalere sull'affare.

Un giorno passeggiando per la strada vide un ciabattino che cantava allegramente mentre ribatteva una suola. Alla domanda del marchese il ciabattino rispose che era la miseria a farlo cantare. Aveva tanti figli da sfamare e cantare gli faceva dimenticare per un momento le sue tribolazioni.
Il marchese rifletté su queste parole, poi gli venne un'idea. Promise di regalare il palazzo al ciabattino se quest'ultimo fosse riuscito a passarvi una notte. Lo mise anche in guardia del letale destino che aveva colpito tutti i suoi precedenti inquilini.
Il ciabattino accettò prontamente. Fece una provvista di pane, vino e minestra, e per scacciare la paura varcò la soglia del palazzo spettrale cantando a squarciagola.
Esplorando l'edifico trovò un grande salone con un enorme camino e lì si accampò.

Sul tavolo di quella sala posò i suoi miseri viveri e si mise a mangiare e bere. Arrivata la mezzanotte del camino cominciò uscire un gran rumore di catene misto a rantoli e singhiozzi. Infine una voce cavernosa urlò: - Tiro? -
Il ciabattino terrorizzato si strinse alla sedia e rispose con voce tremolante: - Tira se vuoi. -
Dal camino venne lanciato il braccio di uno scheletro. Il ciabattino era atterrito, ma cercò di farsi forza ed esclamò: - Niente male! - Dopo aver preso un lungo sorso dalla bottiglia si mise a cantare per scacciare la paura. Il baccano dal camino riprese con maggiore forze e ancora una volta si udì quella sinistra voce: - Tiro? -
- Tira, tira! - Rispose il ciabattino; ed ecco arrivare un gamba scheletrica. E così via. Un'altro braccio, il torso, una gamba e infine il rotolare di un teschio.

Il ciabattino ora bianco come un lenzuolo pensò che se non si fosse ubriacato quanto prima avrebbe perso il senno. Finì il vino, ma non risucì più a cantare mentre quelle ossa iniziavano a danzare innanzi a lui fino a ricomporre uno scheletro completo.
Quando lo scheletro fu ricomposto indicò il lume che il ciabattino aveva posato sul tavolo e fece segno di incamminarsi verso la porta. - No! -, esclamò il ciabattino. - Vai avanti tu. -
Così lo scheletro lo condusse passando da una camera all'altra attraverso quasi tutto il palazzo finché non arrivarono in una stanzetta con una porta chiusa. - Apri quella porta! -, intimò lo scheletro, ma il ciabattino ribatté: - No, aprila tu. -
Il morto allora diede un gran colpo alla porta e la fece crollare a terra; dietro c'era una scala. - Passa tu per primo -, fece lo scheletro.
- No, passa tu! - E lo scheletro davanti. Alla fine della scala c'era un altra porta e la scena si ripeté. Si trovarono infine in un sottoscala dove per terra c'era un lastrone di pietra. - Solleva quel lastrone -, disse lo scheletro, ma il ciabattino per la paura di cadere un trabocchetto gli rispose: - No, tiralo su tu. -
Allora il morto sollevò il lastrone sotto il quale comparvero un numero incredibile di pentole ricolme di monete d'oro; a questo punto sicuro dell'attrazione che l'oro avrebbe esercitato sul ciabattino lo scheletro disse: - Prendi queste pentole e portale fuori. -
- Prendile tu. - Rispose l'altro che aveva paura che il morto lo colpisse mentre lui si abbassa. Ancora una volta lo scheletro ubbidì e preso le pentole d'oro le tiro fuori.

Una volta completato il lavoro si rivolse al ciabattino: - Ringrazia la tua ostinazione perché se solo una volta tu mi avessi obbedito ora saresti stato perso per sempre. Invece così facendo mi hai liberato dalla maledizione che da tanti anni mi teneva legato a questo palazzo, visto che tutti quelli che sono venuti prima di te sono sempre stati vinti dalla paura. Adesso tutto questo oro è tuo, insieme al palazzo. Addio e ricordati di pregare per la mia anima. -
Il campanile annunciava l'Angelus quando lo scheletro scomparve per sempre.

Misteri e Racconti della Liguria.

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Aspettando il Calendario ligure dell'Avvento 2024

Wow   30.11.24  

In attesa di scoprire giorno per giorno il tradizionale Calendario ligure dell'Avvento, giunto alla 20ª edizione e che quest'anno avrà per tema i Misteri e Racconti della Liguria, ecco la lista dei calendari degli anni passati.
Buone Feste!

2023
Vini liguri

2022
Una parola in ligure al giorno

2021
Proverbi liguri

2020
Leggende e Miti della Liguria

2019
Un proverbio ligure al giorno sino a Natale

2018
Cinque proverbi liguri al giorno

2017
La natura in Liguria

2016
I dolci della Liguria

2015
Castelli e fortezze della Liguria

2014
Liguria dallo spazio

2013
La Liguria su Street View

2012
Misteri e leggende della Liguria

2011
Liguria street view

2010
Liguria per immagini

2009
Paesaggi di Liguria

2008
Scorci liguri

2007
Prodotti tipici liguri

2006
Ricette liguri

2005
Proverbi liguri

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Vini liguri: Calendario dell'Avvento 2023

Wow   25.12.23  

Vini liguri: Vermentino (-1)

Wow   24.12.23  

Il Vermentino è uno dei vitigni più famosi e apprezzati della regione, noto per la sua freschezza e aromaticità.
Il Vermentino si distingue per il suo colore giallo paglierino brillante e la sua limpidezza. Al naso offre un bouquet aromatico complesso e fruttato, con note di agrumi, pesca, mela verde e fiori bianchi. In bocca è un vino secco, fresco e vivace, con una piacevole acidità e una struttura equilibrata.
Ciò che rende il Vermentino unico è il suo carattere marino. Le vigne si trovano vicino al mare, e questa vicinanza si riflette nel vino, donandogli una leggera nota salmastra e una piacevole mineralità. Queste caratteristiche lo rendono un compagno ideale per piatti a base di pesce, frutti di mare e crostacei.

Il Vermentino è un vino molto versatile e può essere abbinato anche a piatti a base di carne bianca, formaggi freschi e insalate. È apprezzato per la sua freschezza e la sua capacità di esprimere il terroir della regione ligure.

Vini liguri.

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Vini liguri: Colline di Levanto (-2)

Wow   23.12.23  

Colline di Levanto è una DOC che comprende vini bianchi e rossi, prodotti nel territorio della provincia della Spezia.
I bianchi sono stati prodotti originariamente con vitigni autoctoni Bosco e Albarola, ma col tempo si è unito anche il Vermentino.
I vini rossi vengono prodotti con vitigni Sangiovese per almeno il 40% e Ciliegiolo per almeno il 20%. A integrazione si possono utilizzare anche altri vitigni a bacca nera dal 20% al 40%.

Ciò che rende le Colline di Levanto uniche è il loro terroir caratterizzato da un clima mediterraneo temperato e dalla vicinanza al mare. Questi fattori contribuiscono a conferire al vino una piacevole freschezza e una nota di salinità, che lo rendono particolarmente adatto ad accompagnare piatti a base di pesce, come i frutti di mare e il pesce alla griglia, nonché a piatti a base di carne bianca, formaggi freschi e salumi. È un vino ideale da gustare giovane, per apprezzarne al meglio la freschezza e l'espressione del territorio.

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Vini liguri: Rossese di Albenga (-3)

Wow   22.12.23  

Il Rossese di Albenga è originario dell'albenganese. Questo vino si presenta con un colore rosso rubino brillante. Al naso offre un bouquet aromatico intenso e complesso, con note di frutti di bosco, ciliegie, fragole e un sottile sentore di spezie. In bocca è un vino di corpo medio, equilibrato e vibrante, con una piacevole acidità e tannini delicati.

Il Rossese di Albenga è un vino versatile che si abbina bene a diversi piatti della cucina ligure.
È particolarmente adatto ad accompagnare piatti a base di pesce, come il pesce alla ligure o le acciughe marinate, ma si sposa anche bene con formaggi freschi, salumi e piatti a base di carne bianca.

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