250 giorni senza un governo
Il Belgio supera l'Iraq nel poco invidiabile record mondiale per il più lungo periodo in cui un paese è rimasto senza un governo.
Il Belgio supera l'Iraq nel poco invidiabile record mondiale per il più lungo periodo in cui un paese è rimasto senza un governo.
Circa 40.000 persone si sono ritrovate ieri a Bruxelles, dietro ad uno striscione con la scritta "Shame", vergogna, per ricordare ai politici che il Belgio è ancora una nazione e ha bisogno di un governo stabile e duraturo.
A sette mesi dalle elezioni i partiti valloni e fiamminghi non hanno ancora trovato un accordo per formare un esecutivo. Nel frattempo il Belgio ha assunto la presidenza dell'Unione e l'ha ceduta all'Ungheria, mentre la crisi finanziaria ha continuato a fare danni economici e sociali.
Una manciata di giovani attraverso blog e social network ha saputo mobilitare la piazza. Quei belgi silenziosi che ancora credono nell'unità del loro paese e nella speranza che l'Europa si trasformi da sogno in realtà.
Idealisti, ma anche pragmatici. Non c'è giustizia sociale senza democrazia e non c'è democrazia senza un governo serio e stabile che la promuova.
Le speranze di formare un governo si allontanano e con loro la ripresa economica del paese.
I partiti delle due comunità non mostrano nessuna fiducia reciproca e parlano "soltanto per tramite". Pare che capo della N-Va, Bart De Wever, abbia addirittura mandato il suo autista a spiare la conferenza stampa di Di Rupo.
Indipendentisti fiamminghi e socialisti si aggiudicano le elezioni in Belgio, di fatto due tornate elettorali divise tra Vallonia e Fiandre.
Nelle Fiandre il movimento autonomista N-va di Bart De Wever raccoglie quasi un elettore su tre a scapito della destra xenofoba del Vlaams Belang e dei partiti tradizionali come i cristiano-democratici (Cd&V) del premier uscente Yves Leterme.
In Vallonia si impongono i socialisti di Elio Di Rupo, che potrebbe ora ricevere l'incarico di formare il nuovo governo.
E' tempo di una riforma dello stato. Questo gli elettori belgi chiedono alle loro istituzioni.
Nelle prime dichiarazioni nessuno parla della temuta secessione delle ricche e intraprendenti Fiandre, ma di certo ci si aspetta che il Belgio federale compia scelte diverse in rottura col recente passato.
Un'autonomia da riscrivere e istituzioni - doppie - più snelle. Con la crisi che morde.
Questi i problemi da affrontare per il futuro esecutivo.
Leggendo i risultati emerge evidente l'impossibilità di escludere l'N-va dalla maggioranza parlamentare e questo De Wever lo sa bene.
Per questo ha già allungato una mano ai francofoni per creare un'alleanza in grado di spingere su quelle riforme autonomiste ed economiche che più gli stanno a cuore.