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I post con tag "Calendario" archivio

Misteri e Racconti della Liguria: Calendario ligure dell'Avvento 2024

Wow   25.12.24  

Misteri e Racconti della Liguria: il Confuoco di Savona (-1)

Wow   24.12.24  

Il Confuoco è un'antica tradizione culturale ligure celebrata la domenica che precede il 25 dicembre a Savona.
Le origini del Confuoco sono molte antiche e si perdono nell'epoca romana. Le prime testimonianze storiche certe fanno risalire questa tradizione al terzo decennio del secolo XIV. Era una manifestazione annuale durante la quale si offriva all'autorità cittadina un grosso tronco, coperto di rami, ricavato da un albero di alloro. Il tronco era poi bruciato alla presenza della folla. Dalla direzione delle fiamme si traevano auspici per l'anno venturo.
I resti del tronco bruciato erano poi contesi tra i cittadini che gli attribuivano poteri taumaturgici.

A Savona, come in molte altre località liguri, il Confuoco si celebrò durante tutto il Medioevo con una grande partecipazione popolare e in forma leggermente diversa.
Gli uomini del contado, la vigilia di Natale, portavano in dono al Podestà due confuochi, a guisa di regali, sopra un carro. Con la perdita dell'autonomia comunale, nel 1528, la cerimonia savonese assunse soprattutto il significato di uno scambio di cortesie tra le autorità cittadine.
Il Confuoco venne infine soppressò dalle autorità napoleoniche

La Società A Campanassa, custode del costume e delle tradizioni savonesi, deliberò nel 1932 di riportare in vita la cerimonia del Confuoco con le modalità e il cerimoniale originale.
La prima cerimonia si svolse il 24 dicembre 1933. Da allora, ogni anno, nell'ultima domenica che precede il Natale, un corteo storico si snoda dalla Torre del Brandale sino a piazza Sisto IV, dove ha sede il Municipio.
Qui un brindisi tra il sindaco e il presidente della Società e la consegna di un grande vaso di ceramica albisolese, decorato per l'occasione, sanciscono l'inizio della cerimonia. I savonesi e il pubblico di turisti assiste all'accensione della pira e osserva con trepidazione la direzione della fiamma.
La cerimonia si conclude con il mugugno, le rimostranze che il presidente della Società A Campanassa rivolge al sindaco sullo stato del Comune.

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Misteri e Racconti della Liguria: le fate alate di Pieve Ligure (-2)

Wow   23.12.24  

Da sempre, al riparo del monte Santa Croce, Pieve Ligure gode di un clima mite in tutte le stagioni. Per questo è conosciuta per la sua tradizione florovivaistica di orchidee e mimose.
Ogni secondo fine settimana di febbraio si svolge la profumata Festa della mimosa che attira turisti grazie alla sfilata di carri allegorici e alle esposizioni floreali nelle piazze e tra le serre.

A Pieve Ligure un'antica leggenda narra come tra i giardini e negli negli orti volino a cavallo di api dorate piccole fate alate.
Trasportate dal vento di mare e dei raggi del sole, le fate, esili e graziose, vivono nei calici dei gigli e giocano con il polline dei fiori dai cento colori.

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Misteri e Racconti della Liguria: la damigella nella torre di Bogliasco (-3)

Wow   22.12.24  

Intorno alla metà del 1850, nella piazza principale di Bogliasco, un organino era solito cantare la storia della damigella del castello.
Antico borgo di pescatori, Bogliasco deve il suo nome al suo torrente, un tempo chiamato rio dei bogli dal latino bulliens che significa ribollente, poiché l'acqua mediante piccole cascate lungo il percorso creava un effetto spumeggiante che ricordava l'acqua che bolle.
La foce del torrente è tutt'ora scavalcata da un ponte un ponte romano, che erroneamente viene definito medievale, accando al ponte si possono ancora vedere le fondamente di un castello su cui sono state costruite delle case.

In questo castello viveva una damigella con le trecce così lunghe e folte che per pettinarle le gettava ogni mattina dalla torre dalla torre di vedetta.
Correva l'anno 641 e il re dei longobardi, Rotari, attraversando il ponte sentì cantare la damigella mentre si pettinava e invaghitosi di lei la volle a tutti i costi.
La ragazza tuttavia era già promessa sposa a un altro giovane e per questo rifiutò il sire.
Furioso per essere stato respinto davanti alla sua corte, Rotari devastò tutto il paese e murò la porta della torre del castello dove la povera damigella morì di stenti e purtuttavia non si perse mai d'animo e continuò a cantare ogni volta che sorgeva la luna.

Se passate da Bogliasco potreste sentire ancora qualcuno che afferma di aver udito il canto soave e aver visto il mare diventare d'argento.

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Misteri e Racconti della Liguria: il mistero del violinista fantasma (-4)

Wow   21.12.24  

Un giovane violinista, dal grande talento, perì dopo una lunga malattia, lasciando l'amato violino chiuso all'interno della sua custodia nella sua dimora a Scogna Inferiore, frazione di Sesta Godano.
Si dice che quella casa sia infestata. Nella zona in tanti saranno pronti a raccontarvi di come tra quelle mura si siano viste apparizioni misteriose e lamenti.
Chi vi ha soggiornato balbetterà del violino stregato. Inspiegabilmente nel cuore della notte melodie struggenti verrebbero suonate da una mano invisibile e udite uscire da quella custodia, tutt'ora chiusa, appoggiata sulla mensola del salone.

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Misteri e Racconti della Liguria: la fanciulla di Dolceacqua (-5)

Wow   20.12.24  

Il castello Doria è un'antica fortificazione che domina il borgo Dolceacqua. Nelle notti di tempesta le grandi orbite vuote delle finestre riempiono di terrore gli incauti passanti e gli abitanti che si attardano sulla via di casa.
Si racconta ancora la storia di Filomena Colla. La fanciulla più graziosa del borgo.
Correva l'anno 1615 e il vecchio segretario del duca si invaghì di lei. Filomena lo respinse, ma questo fece solo infuriare il vecchio che, per vendetta, ordì contro di lei false accuse e la fece rinchiudere nei sotterranei del castello.

Lì, dimenticata dai suoi carcerieri, Filomena Colla morì di fame di sete.
Da quella terribile notte il fantasma di Filomena si aggira per il borgo per comparire innanzi alle giovani poco prima delle loro nozze. Un perenne ammonimento contro la malvagità.

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Misteri e Racconti della Liguria: la civetta della Valle Dianese (-6)

Wow   19.12.24  

Nel 1635 una grave epidemia colpì gli animali che vivevano tra i boschi della Valle Dianese.
In quei tempi giunse dall'occitania una guaritrice. La donna, interpellata dagli abitanti, iniziò a curare le bestie e in breve tempo tutte guarirono.
La guaritrice chiese allora un compenso in monete d'oro, ma gli abitanti del dianese si rifiutarono e la cacciarono armi in pugno, accusandola di stregoneria.

La donna si rifugiò in un bosco, nella località chiamata Lucus Bormani e situata nei pressi dell'odierna Diano Marina. Come suggerisce il nome, la foresta era dedicata fin dai tempi preromani a Bormanus, una divinità ligure, e che in seguito era stata offerta a Diana.
Da quel luogo la donna usciva ogni notte di luna piena prendendo le sembianze di una civetta, uccello sacro alla dea. In quella veste volava per la valle fino sul davanzale di una fanciulla da maritare iniziando a stridere e squittire fintantoché la poveretta non moriva.
Atterriti, i dianesi decisero infine di pagare la guaritrice che scomparve per sempre.

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Misteri e Racconti della Liguria: i dodici fondamenti della verità (-7)

Wow   18.12.24  

Era un anno di miserie e di fame. Un povero padre di famiglia si disperava perché non poteva sfamare la sua famiglia. Nessuno voleva più fargli credito e lui girava sconsolato per le vie rimuginando che avrebbe ceduto l'anima al diavolo pur di non far morire di fame i suoi figli.
Sulla strada incontrò un ricco signore e questi sentendolo disperare gli domandò cosa mai lo affliggesse tanto. L'uomo raccontò le sue sventure e allora il ricco signore, con l'aria di provare una gran compassione, rispose che aveva la soluzione. Tirò fuori da sotto il mantello una grossa e pesante borsa. Quando la aprì il povero rimase senza parole. Era ricolma di sonanti monete d'oro.

L'uomo non sapeva se rallegrarsi o se tutto fosse un tentativo per farsi beffe di lui, ma il ricco signore gli disse di prendere il denaro, non a debito, ma come regalo a patto che quella stessa notte, dopo il dodicesimo rintocco del campanile, si ripresentasse in questo luogo per elencare tutti e dodici i fondamenti della verità.
Il pover'uomo contento com'era annuì e ancora incredulo corse a casa senza nemmeno ringraziare. Non si preoccupava della promessa, poiché era sicuro che sua moglie avrebbe saputo aiutarlo a trovare le giuste risposte.

Tornato a casa la moglie e i figli piansero di gioia alla vista di quella ricchezza. L'uomo spedì tutti i figli a fare provviste per preparare una grande cena e quando tutto fu pronto la famiglia invitò a tavola anche un vecchio mendicante che si rea accampato al freddo poco lontano dal loro casolare.
Arrivò presto la sera e il marito, ancora a tavola chiese alla moglie se sapeva quali fossero i 12 fondamenti della verità. Ci pensarono a lungo, ma nessuno riusciva a trovare delle risposte convincenti.
Fu in quel momento che il vecchio mendicante ringraziò per il lauto pasto e disse che per sdebitarsi sarebbe andato lui all'appuntamento. Tutta la famiglia era sollevata e si lasciarono con grandi abbracci e saluti.

Scoccato l'ultimo rintocco della campana il mendicante si fece trovare nel luogo stabilito. Dopo un attimo di silenzio una voce, che sembrava giungere dalle profondità della terra chiese: - Qual è il primo? -
- Un solo Dio. -
La voce riprende a interrogare: - Qual è il secondo? - e il mendicante senza incertezze: - I due misteri della nostra santa fede. -
- E qual è il terzo? -
- Le tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. -
La voce un po' stizzita a questo punto incalza con le domande: - Qual è il quarto? -
- I quattro evangelisti. -
- Il quinto? -
- Le cinque piaghe di Gesù Cristo. -
- Il sesto? -
- I sei precetti della Chiesa. -
- Il settimo? -
- I sette sacramenti. -
- L'ottavo? -
- Gli otto alberi in fiore di Gerusalemme. -

Ora la voce appare davvero esasperata dalla prontezza delle risposte, ma insiste con le domande: - Dimmi qual è il nono? -
- I nove cori degli angeli. -
- Il decimo? -
- I dieci comandamenti di Dio. -
- L'undicesimo? -
- Le undici lampade accese di Gerusalemme. -
Il dodicesimo? -
- I 12 apostoli. -
- Il tredicesimo? -
- Va all'inferno diavolo che non sei altro! - Sbottò a questo punto il mendicante. - Il tredicesimo non esiste! -
- Ah, lo sapevo. Sei San Martino! Non posso spuntarla se si mette di mezzo San Martino. -

Perché l'uno era il diavolo, sempre alla ricerca di un'anima da carpire, e l'altro era San Martino.

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Misteri e Racconti della Liguria: le ombre dei monaci cistercensi (-8)

Wow   17.12.24  

A Tiglieto, nella città metropolitana di Genova, sorge l'antica Abbazia di Santa Maria alla Croce oggi sconsacrata. Conosciuta anche come Badia di Tiglieto, fu fondata il 18 ottobre del 1120 da una comunità di monaci provenienti da La Ferté, dando origine alla prima comunità cistercense in Italia.
L'ordine cistercense è conosciuto per il suo classico abito bianco e basa il proprio stile di vita sull'allontanamento dal mondo dettato dalla severa Regola di San Benedetto, fondata sul lavoro manuale, sulla preghiera e sulla spiritualità per seguire l'esempio dei primi apostoli.

Nel corso dei secoli il terreni dell'abazia, diventati ricchi e fertili grazie al duro lavoro di generazioni di monaci furono al centro di aspri conflitti di interessi tra le famiglie nobiliari che possedevano grandi terreni nella zona.
Il declino della badia iniziò nel 1635 quando fu affidata in enfiteusi perpetua al cardinale Lorenzo Raggi che diede il via a grandi trasformazioni urbanistiche.
Nell'abbazia ormai abbandonata rimasero solo le tombe dei monaci lì sepolti.
Molti racconti narrano come in alcune notti, dal luogo ove sorgeva il piccolo cimitero, figure incorporee si alzino dalla terra e silenziose sfilino verso l'antica badia nell'operosa ricerca del loro convento.

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Misteri e Racconti della Liguria: le sale insanguinate della Commenda di San Giovanni di Pré (-9)

Wow   16.12.24  

L'attuale complesso della Commenda di San Giovanni di Pré, a Genova, venne edificato a partire dal 1180 alla foce del rio San Ugo, oggi non più visibile, in un'area che allora si affacciava sul mare.
Lì anticamente sorgeva una chiesa intitolata al Santo Sepolcro, eretta nel 636, quando, secondo la tradizione, vi furono deposte le presunte ceneri di San Giovanni Battista, trasportate in città all'epoca della prima crociata e in seguito traslate nella cattedrale di San Lorenzo.
La chiesa apparteneva all'Ordine dei canonici del Santo Sepolcro. L'ordine infine cessò di esistere e le sue proprietà nella penisola italiana passarono agli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, conosciuti anche come Cavalieri di Malta.
La fondazione della Commenda, che si deve a Guglielmo di Voltaggio commendatore del Sovrano Militare Ordine di Malta, serviva come ricovero per i pellegrini diretti in Terrasanta e come acquartieramento per i cavalieri.

Nel 1385 papa Urbano VI riparò a Genova dopo la fuga da Nocera dove era stato assediato dalle truppe di Re Carlo III di Napoli. Insieme alla sua corte c’erano sei prigionieri: cardinali che avevano ordito una congiura nei suoi confronti. Per i prigionieri tirava una brutta aria perché il papa voleva punire con la morte il loro gesto.
Solo uno di essi si salvò, il cardinale Adam Easton liberato in seguito alle implorazioni del re d'Inghilterra. Tutti gli altri, compreso il ligure Bartolomeo Cogorno, vennero giustiziati nella Commenda e seppelliti nei sotterranei.

Si dice che Genova e i genovesi, come tutti i liguri, non dimenticano. Nei secoli che seguirono l'eccidio non pochi avrebbero giurato di aver visto le pareti e i pavimenti tingersi di rosso durante la notte dei morti.

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