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I post con tag "Castelli E Fortezze Della Liguria" archivio

Fortezza del Priamar - Castelli e fortezze della Liguria (-1)

Wow   24.12.15  

La Fortezza del Priamar di Savona è una delle più imponenti e iconiche architetture militare della Liguria.
Domina il centro storico in corrispondenza della Vecchia Darsena e prende il nome dalla collina prospiciente il mare su cui sorge, dove i ritrovamenti dei primi insediamenti abitativi risalgono all'età del bronzo. La denominazione deriverebbe da "pria a' mà", "pietra sul mare" in dialetto ligure.
Dopo l'istituzione del libero comune di Savona, il promontorio divenne il centro della città medievale. Vi sorgevano i palazzi comunali, numerosi oratori, alcune chiese, il palazzo del vescovo e l'antica cattedrale, eretta fra l'anno 825 e l'anno 887 sui resti di un precedente tempio pagano. Fu intitolata dapprima a santa Maria Maggiore e poi a santa Maria di Castello.

Per la sua conformazione rilevata fu da sempre il luogo più adatto alla difesa della zona, la cui prima notizia storica si ha quando è menzionata da Tito Livio quale comunità alleata di Cartagine presso la quale nel 205 a.C. Magone, fratello di Annibale, depositò il bottino che aveva ricavato dal saccheggio dell'insediamento romano di Genova.

Durante la dominazione roman, la cittadella perse importanza a favore di Vada Sabatia, l'odierna Vado Ligure, meglio collegata alla rete stradale, andando così incontro ad un periodo di decadenza, con successiva ripresa nel periodo bizantino quando fu caposaldo per il controllo della Provincia Maritima Italorum. Risalirebbe a tale epoca la più antica fortificazione eretta sul promontorio, il castello di San Giorgio, distrutto nel 641 quando, al tempo della dominazione longobarda sull'Italia, Savo compare come una delle città distrutte da Rotari. In seguito la rocca tornò a essere fortificata e divenne nuovamente centro strategico della zona nei secoli IX e X, soprattutto come punto difensivo contro le scorrerie saracene. Nel frattempo, mentre il potere civile si rafforzava sull'altura opposta di Monticello, la collina andò acquistando una funzione di cittadella vescovile, come risulta da un atto con cui nel 998 l'Imperatore Ottone III confermava al Vescovo il possesso degli edifici religiosi esistenti sul promontorio ed è conosciuta come Castellum Saonensis.

I primi interventi di fortificazione militare realizzati da Genova risalgono all'XI secolo, mentre nel XVI secolo viene realizzato un secondo forte, il castello di Santa Maria, chiamato anche "Castello Nuovo", dove il "vecchio" era considerato quello di San Giorgio, cosicché nella seconda metà del XIII secolo sul promontorio si sommano le funzioni religiose e quelle di natura militare.
In seguito la zona viene in due occasioni pesantemente coinvolta nelle complicate trame politico militari dell'Italia del Quattrocento: subisce un primo assedio da parte delle truppe del Marchese del Monferrato, che la espugnano nel 1413. Genova interviene ancora nel 1469 - 1477 facendo progettare e realizzare da Pietro Antelamo un rafforzamento delle mura.
Nel 1488 un secondo assedio cinge la rocca: questa volta è l'esercito del Duca di Milano, Ludovico il Moro, comandato da Boccalino da Osimo ad attaccare ed espugnare il Priamar.
Poi nel Cinquecento la rocca entra nelle vicende legate alla lotta, durata decenni, tra la Spagna e la Francia per l'egemonia europea, dalle quali nascerà la decisione della Repubblica di Genova di procedere alla costruzione della fortezza, in quanto Andrea Doria era fedele agli spagnoli, mentre Savona si era schierata con i francesi.
La sconfitta del re francese a Pavia non fu senza conseguenze per i rapporti tra le due città: nel 1528 i genovesi punirono Savona con l'interramento del porto e con altre vessazioni che ridurranno la popolazione savonese da 18.000 a 6.000 abitanti. Poi, nel giro di pochi anni la situazione politico militare cambia, e quando i francesi, ancora in lotta contro la supremazia degli Asburgo, stipulano un'inedita alleanza col Sultano Solimano, si teme un attacco della flotta franco-turca contro le coste liguri, il che porta la Repubblica di Genova a decidere di tornare a fortificare la collina del Priamar.
E' qui che vede la nascita della Fortezza del Priamar. I lavori, iniziati il 2 agosto 1542, durano sino al 1544 e comportano la distruzione della parte più antica della città, interessando sia le strutture religiose sia il tessuto abitato. In questa prima fase la cattedrale di Santa Maria di Castello venne inizialmente risparmiata. Fu tuttavia sconsacrata e diventò una caserma, al servizio del presidio genovese che poteva contare nel 1558 sino a 4.000 soldati.
Ma cinquant'anni dopo, nel 1595, quando Genova decide un rafforzamento del complesso difensivo, anch'essa verrà sacrificata per far posto ad altre strutture. L'edificio che ne prende il posto sarà chiamato Palazzo del Commissario e dell'assetto di quell'edificio religioso resteranno soltanto indicazioni della pianta in alcune stampe dell'epoca.

Il 1729 vede la nascita di un nuovo edificio chiamato Palazzo della Sibilla.

Nell'ambito della Guerra di successione austriaca, le truppe di Carlo Emanuele III di Savoia al comando del Generale Della Rocca con una imponente dotazione di artiglieria cingono l'assedio alla Fortezza del Priamar. Quando Genova insorge contro gli Austriaci con il famoso episodio di Balilla e tenta di portare aiuto agli assediati, viene bloccata dalla flotta inglese. Dopo 18 giorni di assedio senza poter ricevere soccorso e seguito di una breccia del bastione di San Bernardo, il comandante del forte, Agostino Adorno, capitola assieme ai circa 900 soldati di guarnigione. È il 18 dicembre 1746 e dovranno passare tre anni prima che nel 1750, a seguito della Pace di Aquisgrana, la fortezza venga restituita ai Genovesi.

Nel 1796, durante la Campagna d'Italia, il Priamar viene occupato dalle truppe francesi guidate da Bonaparte e la fortezza resterà poi nelle loro mani sino al 1815.
In seguito al Congresso di Vienna Savona e tutta la Liguria vengono annesse al regno di Sardegna e la fortezza passa ai piemontesi. A quel punto, ormai, il complesso ha perso ogni importanza di tipo militare ed i nuovi proprietari vi manterranno soltanto un piccolo presidio.

Nella cella n. 54, dal novembre 1830 al marzo 1831 verrà tenuto prigioniero Giuseppe Mazzini, rinchiusodopo il suo arresto per attività cospirativa. La Fortezza del Priamar un decennio prima era stata trasformata in prigione.

Dopo decenni di abbandono l'intera fortezza è stata restaurata completamente negli anni '90 ed è attualmente sede del Museo Archeologico, del Museo Pertini e ospita numerose attività culturali durante tutto l'anno, tra cui la rassegna cinematografica all'aperto tra luglio e agosto e la stagione estiva del Teatro dell'Opera Giocosa. La Fortezza del Priamar è anche uno spettacolare belvedere sulla città e il mar Ligure. Le sue terrazze alberate sono metà quotidiana di turisti e savonesi e da esse è possibile assistere ai grandi spettacoli pirotecnici-musicali della città, a Capodanno e a luglio.

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Castel San Giovanni - Castelli e fortezze della Liguria (-2)

Wow   23.12.15  

Castel San Giovanni è un'imponente fortezza che domina Finalborgo e l'intera Finale Ligure.
Fu costruito allo scopo di rafforzare le difese della capitale del Marchesato di Finale dagli spagnoli tra il 1640 e il 1644 sui ruderi di un più antico torrione risalente alla metà del XV secolo. Questo torrione, che viene ricordato da Gianmario Filelfo e di cui si ha notizia da un disegno del 1571, costituisce oggi il corpo centrale a pianta ottagonale della fortezza.

Trent'anni dopo la sua costruzione fu ampliato, secondo il progetto dell'ingegnere Gaspare Beretta, per favorire un collegamento diretto con il borgo e apportare rinforzi alle fortificazioni.

Castel San Giovanni fu abbandonato a partire dal 1707 e nel 1713 ceduto dall'Austria a Genova, che lo demolì in parte.
Nel 1822 fu trasformato in penitenziario.
Dal 1960 fa parte del Demanio. Oggi, restaurato, è una delle principale attrattive della città.

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Castello di Balestrino - Castelli e fortezze della Liguria (-3)

Wow   22.12.15  

Furono i nobili piemontesi Bava, i primi signori del feudo di Balestrino e dell'intera vallata, a costruire alle pendici della rocca Curaira un primo castello, nella frazione di Bergalla.
Nel XII secolo il feudo passò in possesso dei marchesi Del Carretto del ramo di Finale. Due secoli dopo i loro discendenti erigeranno il castello che porta il loro nome e che conosciamo tutt'oggi.
La sua costruzione comportò però per gli abitanti del luogo gravose imposte e obblighi di manodopera. Lo scontento sfociò in una rivolta e la residenza fortificata venne dato alle fiamme.

Il castello seguì le vicende della famiglia dei Del Carretto. Qui vennero trucidati nel 1561, in una rivolta degli abitanti balestrinesi, il marchese e la sua consorte. Per prevenire nuove rivolte suo figlio istituì nuove severe leggi erigendo un tribunale e imponendo la tortura.
Il teso rapporto tra abitanti e marchesato non negò però a Balestrino di conoscere un'epoca di espansione economica, supportata dalla costruzione di mulini, frantoi, fornaci e saponifici. Il borgo divenne così capitale economica dell'intera valle, rimanendo indipendente dalla Repubblica di Genova, nuova possedente delle terre circostanti.

Solo nel 1735 la sovranità del feudo sarà ceduta dall'imperatore alle dipendenze del Regno di Sardegna che, per decreto reale del 1749, assoggetterà Balestrino ala provincia di Oneglia; alla famiglia Del Carretto rimase il godimento dei residui diritti feudali.

Il Castello di Balestrino vide ancora un episodio drammatico. Nel 1795, durante le fasi cruciali della battaglia di Loano, il borgo e il suo maniero fortificato furono teatro di drammatici scontri tra la popolazione e l'esercito francese. La vittoria dei soldati francesi aprì la strada dell'Italia nordoccidentale a Napoleone Bonaparte.

Un discendente della famiglia carrettese, Domenico Del Carretto, tra il 1812 e il 1820 metterà mano al castello. L'opera di ristrutturazione vedrà l'eliminazione delle merlature ghibelline del mastio in favore di una nuova copertura e una scalinata in sostituzione dell'antico ponte levatoio, regalandoci la struttura che ancora oggi si può ammirare.

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Castello di San Giorgio - Castelli e fortezze della Liguria (-4)

Wow   21.12.15  

Sulle alture di Portofino sin dal II secolo era presente una torre di avvistamento di epoca romana. Su quello stesso terreno secoli dopo venne eretto un castello. Le prime notizie ufficiali su quella fortezza risalgono al 1425 quando Tomaso Fregoso, doge della Repubblica di Genova, occupò il borgo di Portofino in opposizione a Filippo Maria Visconti duca di Milano.
Il Castello di San Giorgio ha sempre costituito un ambito bottino per la sua posizione strategica che permette di avere un'ampia visuale sul borgo e del Golfo del Tigullio, per questo fu più volte oggetto di tentativi di occupazione e assedi fino ai primi anni del XIV secolo.

Possedimento militare della Repubblica di Genova, nel XVI secolo vennero avviati diversi lavori di restauro e ampliamento per una maggiore difesa di Portofino.
Fra il 1554 e il 1557, su progetto dell'ingegnere Giovanni Maria Olgiato che fu progettista di fiducia del re Carlo V di Spagna, il castello fu allungato mediante una nuova piattaforma verso il porto e per costituire una maggiore difesa militare in caso di improvvisi attacchi pirateschi saraceni e munito di armi più avanzate e nuovi alloggi per il presidio.
Le nuove opere difensive permisero, negli anni a seguire, di sventare diversi attacchi per la conquista del borgo tra cui quelli effettuati dall'ammiraglio di Oneglia Andrea Doria; l'ammiraglio, che avrà poi il controllo dell'intera Repubblica di Genova, riuscì infatti a conquistare e sottomettere quasi tutti i forti della Riviera di Levante tranne appunto la fortezza di Portofino ben difesa e armata dalla stessa Repubblica anni prima.

Nel 1608 Portofino e il suo castello entrarono a far parte nei territori del Capitaneato di Rapallo, il Sestiere di Pescino nella quale fu compresa anche Santa Margherita Ligure e frazioni sotto la Repubblica genovese.

La fortezza restò nelle mani di Genova sino all'arrivo di Napoleone nel 1797.
Una volta sotto il dominio del Regno di Sardegna il castello venne completamente dismesso e disarmato a partire dal 1867.
Nello stesso anno fu acquistato dal console del Regno Unito a Genova sir Montague Yeats Brown. Da allora la dimora è conosciuta anche come Castello Brown. Il console ordinò nuovi lavori di ampliamento, affidati all'architetto Alfredo d'Andrade, modificarono l'originale struttura secondo i canoni architettonici e il corredo interno di quell'epoca. Tra le modifiche più significative, oltreché l'innalzamento delle torri, vi fu la trasformazione dell'antica piazza d'armi in un giardino pensile.
L'ultimo proprietario inglese dell'ex fortezza militare fu John Baber.
Dal 1961 è di proprietà del Comune di Portofino che lo utilizza il come sede di manifestazioni culturali ed esposizioni.

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Castello di Santo Stefano d'Aveto - Castelli e fortezze della Liguria (-5)

Wow   20.12.15  

Il Castello di Santo Stefano d'Aveto, conosciuto anche come Castello Malaspina-Doria, ha forma di pentagono irregolare recante su quattro vertici stretti bastioni a fianchi rientranti a forma di cuneo. Per entrare al suo interno anticamente si ricorreva a ponti mobili e oggi si presenta come un pendio che saliva dalla porta di accesso verso gli spalti retrostanti. Al centro è rimasta intatta la piccola piazza d'armi lungo la quale erano allineati i diversi vani, collegati tra loro tramite ballatoi impostati su colonne.

La struttura nacque dapprima come semplice castello o dimora nobiliare e solo in seguito venne bastionata per trasformarla in una fortezza difensiva per poter meglio controllare l'ampia conca alle pendici del monte Maggiorasca e le strade che salivano dai valichi appenninici verso la regione dell'Emilia.

Secondo le fonti la fortezza risalirebbe a prima del XII secolo; viene difati citata per la prima volta in un atto di cessione del 1164. Nel documento l'imperatore Federico Barbarossa decise la cessione del feudo di Santo Stefano e del relativo castello alla famiglia nobiliare dei Malaspina, già signori della Lunigiana e di altri feudi del levante ligure.
La fortezza verrà venduta nel 1495 al nobile e conte di Lavagna Giannetto Fieschi e in seguito ceduto nel 1547 da Carlo V di Francia all'ammiraglio di Oneglia Andrea Doria. Il castello rimarrà pertanto possedimento nobiliare della famiglia Doria, che assumerà in seguito la denominazione di Fieschi Doria e ancora Doria Pamphili, fino alla soppressione dei Feudi Imperiali nel 1797 per volere di Napoleone Bonaparte.

Oggi la fortezza restaurata viene utilizzata principalmente per le manifestazioni culturali del Comune di Santo Stefano d'Aveto.

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Castello di Chiavari - Castelli e fortezze della Liguria (-6)

Wow   19.12.15  

Il castello fu eretto tra il 1146 e il 1147 sul colle dominante l'allora cittadella fortificata del borgo marinaro di Clavari.
Il Castello di Chiavari fu una delle prime fortificazioni dell'intero Tigullio.

Nella prima metà del XIV secolo dovette essere più volte ricostruito a causa delle violente lotte tra guelfi e ghibellini. In questo secolo il borgo fu ulteriormente fortificato grazie alla presenza di una possente cinta muraria accessibile mediante sette porte, difese da quattordici torrette di avvistamento. Ancora oggi sono ben visibili i resti delle antiche mura costituenti l'antica Cittadella medievale di Chiavari.

La fine del castello coincise con la decisione della Repubblica di Genova nel 1404 di potenziare e ampliare della cittadella contro gli attacchi dei corsari barbareschi, rendendolo obsoleto.
Il castello, non più usato a scopo difensivo, fu lentamente abbandonato a se stesso e parzialmente demolito a partire dal 1575.
Oggi conserva intatto il torrione a monte e sul lato opposto una piazza d'armi fortificata; della cinta muraria eretta fino alla cittadella rimangono solo alcune tracce lungo il percorso. Sono invece ancora ben visibili le due cisterne d'acqua di fronte al torrione utili per garantire la sopravvivenza in caso di assedi.

Il castello dal 1993 è di proprietà privata.

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Castello di Rapallo - Castelli e fortezze della Liguria (-7)

Wow   18.12.15  

La notte del 4 luglio del 1549 l'ammiraglio-pirata turco Dragut scese con la sua furia su Rapallo, saccheggiandola per poi rapire decine di persone per venderele come schiavi.
Sino ad allora Rapallo non possedeva vere e proprie mura sfruttando invece le alte case a ridosso del litorale come scudo difensivo e torri di avvistamento nascoste tra le alture.
Sarà il capitano genovese Gregorio Roisecco, comandante delle truppe adella Repubblica arrivate in soccorso a proporre la costruzione di un castello per la difesa del borgo.
La costruzione di quest'opera di importanza strategica sarà tuttavia necessariamente a carico degli abitanti di Rapallo. Sarà lo stesso doge Luca Spinola il 16 febbraio del 1550 a stabilirlo con un documento consegnato al podestà di Rapallo.
La comunità si divise immediatamente sul luogo dove costruire il forte e a chi spettassero i maggiori oneri. I nobili, abitanti nell'entroterra e detti delle Ville, proponevano un'edificio che dominasse il golfo dalla montagna, mentre il Borgo indentificato nel ceto meno abbiente rivendicava una posizione in riva al mare.
Grazie alla mediazione di Genova si arrivò a un compromesso per una scelta che prevedesse l'edificazione del castello in mezzo al mare davanti alla costa.
Nessuna mediazione fu invece possibile per quanto riguardava le spese da sostenere tanto da costringere il Senato della Repubblica di Genova a un prestito di 10 lire per finanziare l'opera e a imporre una tassa di residenza.

Due anni dopo il 10 maggio 1551, il podestà Benedetto Fieschi Raggio inaugurava l'opera difensiva.

Nel 1608 il Castello di Rapallo divenne sede del Capitaneato. Qui prese alloggio il capitano con relativo ufficio, mentre al piano inferiore venne creata una prigione temporanea in attesa di giudizio dal tribunale di Genova. La sede verrà poi spostata nel 1645 nel nuovo Palazzo di Giustizia.
Nel 1865 diventò proprietà del Regno d'Italia che lo trasformò in sede della Guardia di Finanza.
Durante il XX il castello è stato inserito nella lista dei monumenti nazionali e restaurato grazie a i fondi dall'Unione Europea e del Ministero dei Beni Culturali, ridonandogli lo splendore originale.
Oggi è sede di eventi culturali e mostre temporanee.

Il Castello di Rapallo è anche il principale protagonista durante la festività patronale in onore di Nostra Signora di Montallegro nei primi giorni di luglio. L'evento prevede un particolare spettacolo pirotecnico.
Lungo il breve percorso che separa il castello dalla terra ferma vengono innescati i celebri mascoli liguri che detonano in sequenza sino a raggiungere la fortezza. A questo punto il castello viene dato simbolicamente alle fiamme con un programma di fuochi d'artificio e fumogeni, mentre l'arca argentea della Madonna di Montallegro passa nei pressi del maniero sul lungomare rapallese.
Terminato l'"incendio" una cascata di luce bianca scende dalla torretta e lungo il perimetro della fortezza illuminandolo a giorno.

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Castello di Lerici - Castelli e fortezze della Liguria (-8)

Wow   17.12.15  

L'azzurra distesa delle acque, la baia quasi chiusa dalla terra, il vicino castello di Lerici, che chiudeva a levante, e Portovenere distante a ponente; le varie forme delle precipiti rocce che circondano la spiaggia...

Sul promontorio roccioso Mons Illicis che domina l'insenatura e il Golfo dei Poeti si erge il Castello Lerici, qui citato da Mary Shelley.
Nato come semplice torre di avvistamento il castello diverrà fortezza ambita e contesa per secoli tra le repubbliche marinare di Genova e Pisa.

Dagli inizi del 1100 Genova iniziò ad espandersi sul Golfo dei Poeti. I genovesi acquistarono dai Signori di Vezzano la città di Porto Venere, importante base navale e nell'aprile del 1152 Lerici dai Signori di Arcola, ottenendo il totale controllo del golfo per mezzo dei due punti d'avvistamento strategici. Dal momento che i Signori di Arcola avevano precedentemente ricevuto il Mons Illicis tramite investitura feudale, questo non fu un atto di vendita vero e proprio quanto, piuttosto, un nuovo atto di investitura feudale concessa sotto pagamento. Nel contratto feudale si sanciva che, se i Genovesi avessero costruito un castello, gli Arcolani avrebbero avuto diritti su metà del territorio infeudato a eccezione della torre e di un mastio di cui ha notizia solo a partire da questo atto. Non sarebbe stato però possibile edificare ulteriormente senza il permesso dei Signori di Arcola i quali si impegnavano a difendere la fortificazione già esistente.
Un secolo dopo nel 1241 l'esito della battaglia dell'isola del Giglio sconvolse l'equilibrio della regione. L'alleanza tra pisani, vescovi di Luni, Malaspina, Fiorentini, Volterrani e Pistoiesi sconfiggerà Genova entrando in possesso del borgo e del castello.
Per quindici anni Pisa dominerà su Lerici, edificando il castello nello stato in cui ancora oggi si trova, sino al 29 ottobre 1256 quando i genovesi dopo aver espugnato la nuova fortezza otterranno la resa e la consegna perpetua del borgo alla Repubblica.
Un'epigrafe del 1555 che si trova sull'architrave della cappella di Santa Anastasia ricorda l'evento.

L'anno milledugentocinquantasei Genova, combattendo, mi ritolse. Cinse poscia i fianchi miei che i suoi diritti a tutelar si volse. Stia senza me chi l'armi ognor non resse, e mi pianga chi m'ebbe e mi neglesse.

Il 1300 vide Lerici teatro di scontri tra Guelfi e Ghibellini, ma il suo castello non venne mai espugnato, nonostante ciò il borgo fu più volte dato alle fiamme.
Nel 1426 Lerici passò agli Aragona, i quali fecero prontamente allestire una potente guardia intorno al castello, ma i lericini stanchi delle continue vessazioni, riuscirono finalmente a sgombrare il borgo dal dominio aragonese nel 1473. Successivamente, nel 1491, Lerici passò sotto il dominio di Firenze, questo suscitò le ire della Repubblica che mosse guerra ai Fiorentini per espugnare il castello che infine tornò a Genova grazie all'aiuto di un traditore.

Il castello di Lerici è considerato uno degli esempi più significativi di architettura castellana della Liguria. L'aspetto attuale deriva da una sovrapposizione casuale di interventi che si sono combinati in modo così armonioso da risultare come il frutto di un progetto preordinato. Il castello si integra perfettamente con l'altura su cui è collocato come un naturale prolungamento della roccia.
La struttura a base poligonale del castello fa pensare che i Pisani non abbiano costruito partendo dalle fondamenta, bensì si siano inseriti sulla costruzione preesistente del mastio: questo dubbio è avvalorato dal fatto che era usanza lunense, e non dell'edilizia pisana, costruire edifici con pianta poligonale. Solo nel 1555 il castello assumerà l'aspetto attuale quando, per volere dell'Offizio di San Giorgio, vennero ultimati i lavori di incamiciatura.
La pianta pentagonale della torre è tipica dell'edilizia militare lunense. Il suo angolo più acuto è peculiarmente rivolto verso il borgo in modo da avere due fronti di difesa più ampi rispetto agli altri. La torre ha un'altezza di 29 metri e fu costruita dai Pisani che la vollero il più imponente possibile per incutere terrore alla vicina Portovenere, dominio dei Genovesi. La torre si erge sul lato Sud-Est del castello. Sl suo interno è tutt'oggi visibile l'intercapedine, larga due metri, tra la torre originaria e quella esterna edificata dai genovesi.

Il Castello di Lerici viene menzionato più volte in varie opere di letteratura, da Petrarca a Shelley sino ad arrivare a Marinetti.

Le segrete del castello ospitaronopersonaggi eccellenti come il Doge di Genova Nicolò Guarco, nel 1384, e Francesco I re di Francia dopo essere stato fatto prigioniero durante la Battaglia di Pavia in attesa del suo trasferimento a Napoli e successivamente in Spagna.

Dal 1988 il castello ospita il museo geopaleontologico di Lerici.

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Castello dei Del Carretto - Castelli e fortezze della Liguria (-9)

Wow   16.12.15  

Alla morte di Enrico I Del Carretto, detto il Guercio, il figlio Ottone venne in possesso dei domini montani della famiglia nobiliare in una spartizione delle terre con suo fratello Enrico II. Durante questo periodo, tra l'XI e il XII secolo, iniziò l'edificazione della fortezza-residenza sulla collina che domina il borgo di Cairo Montenotte, sulla strada commerciale che conduceva a Cortemilia, Alba e Asti, la cosiddetta Magistra Langarum.

Nel 1214 il marchese Ottone I cederà i propri possedimenti alla Repubblica di Genova ottenendo in cambio un compenso e la reinvestitura degli stessi beni come vassallo per sé e per i suoi eredi.
Il XIII secolo fu un periodo di prosperità e di celebrità per il borgo di Cairo e del relativo castello in quanto ricevette la visita o il passaggio di numerose e conosciute personalità del tempo tra i quali Corradino di Svevia nel 1268, quest'ultimo imparentato con la famiglia Del Carretto, e artisti, poeti, menestrelli e trovatori come Folquet de Romans, Pietro de la Mula e Arnaut Daniel, lo stesso che viene citato come Arnaldo nel Purgatorio di Dante Alighieri.

Una leggenda popolare narra anche il passaggio in questi luoghi di Francesco d'Assisi che, nel 1213, durante la visita alla corte di Ottone I ne avrebbe guarito la figlia sordomuta. Il marchese per sdebitarsi avviò poco dopo la costruzione del convento dei frati Francescani dove la famiglia Del Carretto ebbe diritto di sepoltura.

Il 1300 fu un secolo di transizioni. Nel 1322 le proprietà delle terre passarono al marchese Manfredo IV di Saluzzo e ancora tra il 1337 e il 1339 alla famiglia astigiana degli Scarampi che utilizzarono il Castello di Cairo Montenotte come loro residenza.

Qui si combatterono tra il XVI e XVII secolo molte battaglie durante le guerre di successione tra genovesi, francesi, spagnoli e sabaudi. Il 1625 vedrà un terribile assedio compiuto da Amedeo I di Savoia e appena due anni dopo un secondo assalto che ridurrà in ruderi la dimora dei Del Carretto.

Oggi questi ruderi restaurati sono una delle principali attrattive turistiche assieme al borgo medievale della città perfettamente conservato.

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