tizianocavigliablog

I post con tag "Corriere Della Sera" archivio

Il Corriere della Sera sdogana la teoria complottista sull'11 Settembre

Multimedia   26.08.15  

Screenshot del Corriere della Sera

[...] un missile a forma di aereo una mattina dell'11 settembre 2001 si infilò nella Torre nord del World Trade Center

Siamo arrivati a questo. Il principale quotidiano italiano infila teorie complottiste un tanto al chilo nel più classico dei classici boxini morbosi in quattrodici comode foto: la morte di Marcy Borders, meglio conosciuta come dusty lady, diventata suo malgrado famosa per essere stata fotografata ricoperta di polvere e detriti dopo il crollo delle Twin Tower durante l'attentato dell'11 settembre 2001.

Sensazionalismo all'ennesima potenza.

LEGGI ALTRO...

Capire Giannelli

Multimedia   15.08.15  

Una vignetta di Giannelli sul premier Renzi

Il vignettista del Corriere della Sera spiegato alle masse. Su Facebook.

Perché le vignette di Giannelli continuano a campeggiare quotidianamente sul corrierone? Qual è il motivo di tanta ostinazione? Perché spesso non fanno ridere? E perché, altre volte, se c'è una battuta non riusciamo a intuirla?
Questa pagina è il tentativo di offrire un'esegesi il più possibile obiettiva, non per forza denigratoria (anche se questa o quella dell'immagine profilo sono decisamente indifendibili).

LEGGI ALTRO...

Amante dei fumetti

Multimedia   13.12.11  

Screenshot di Corriere della Sera

Il killer, Gianluca Casseri: xenofobo amante di fumetti.

Amante dei fumetti, tiene a precisare il Corriere della Sera in prima pagina.
E la notizia della drammatica uccisione di due persone porta a creare una perversa correlazione tra xenofobia e fumetti.

Vivido esempio di giornalismo strillato e cialtrone, di stereotipi e indici sollevati.

LEGGI ALTRO...

La navicella italiana che non lo era

Multimedia   16.02.11  

Screenshot del Corriere della Sera

A leggere il titolo del Corriere della Sera parrebbe che l'Italia è in grado di costruire e spedire in orbita una navicella spaziale automatica e naturalmente non è così.
L'ATV Kepler, per gli amici Automated Transfer Vehicle, il secondo della sua generazione è lo shuttle dell'ESA, l'ente spaziale europeo al quale anche il nostro paese collabora assieme ad altri sedici presto destinati ad aumentare con l'allargamento dell'Unione Europea.
Parte dell'ATV è costruito in Italia, ma da qui a chiamare la navicella italiana il passo è lungo, anche per la deludente redazione tecnologico scientifica di via Solferino.

LEGGI ALTRO...

La fame contro il precariato

Res publica   17.11.10  

Si conclude così lo sciopero della fame della giornalista precaria Paola Caruso.
A differenza di Paola non sono affatto convinto che il suo sacrificio, durato cinque giorni, sia servito alla causa dei precari.
A guardar bene ha generato non più di un paio di flame tra blogger.

Sciopero della fame, quinto giorno. Fine. Oggi interrompo la protesta. Quello che ho potuto fare l'ho fatto. Ho raggiunto il mio obbiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica, almeno per quanto riguarda la Rete e gli organi legati all'editoria. Anche se la maggior parte della stampa tradizionale mi ha ignorata, nonostante i lanci di agenzia. Chissà perché?
Adesso è arrivato il momento di andare avanti con altri mezzi e strategie diverse per far discutere di precariato. Bisogna portare a casa risultati. Come? Rivoluzionare il sistema mi pare arduo, ma si può tentare di cambiare le regole, di dare più serenità ai precari, di garantire a tutti un lavoro dal valore monetario adeguato e sufficiente a pagare affitto e mantenimento, senza l'aiuto della famiglia.
Purtroppo precarietà non significa flessibilità. All'estero un lavoratore flessibile ha uno stipendio superiore a quello di un dipendente a contratto a tempo indeterminato, almeno per quello che ne so. Questo permette ai flessibili di tutelarsi a proprie spese, non potendo usufruire delle tutele aziendali.
Desidero continuare a battermi sul tema, confrontandomi con chi ha il potere di garantire cambiamenti concreti. Se la mia storia diventa un esempio e spinge le istituzioni a evitare altri comportamenti del genere, avrò vinto la mia battaglia. La prima battaglia, sia chiaro. La prospettiva è di vincere la guerra.
A questo punto propongo alla Rete di cambiare l’hashtag, da #iosonopaola a #iosonoprecario e invito la blogosfera a raccontare le tante esperienze di precariato. Diamo voce a tutti. Date voce a tutti. Alle storie, alle preoccupazioni, alle frustrazioni e ai rospi mandati giù. Anche in forma anonima. In modo che se ne parli e il problema venga a galla in maniera consistente e continua. Meglio senza sciopero della fame che vi assicuro è una forma di protesta devastante per il fisico e la mente. Parola mia.

Grazie agli amici e a tutti quelli che, pur non conoscendomi, mi hanno sostenuta. Grazie, grazie, grazie.

LEGGI ALTRO...
Post più vecchi ›     e molto di più nell'archivio...