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I post con tag "Crisi Finanziaria" archivio

Dismaland, China edition

Res publica   27.08.15  

Parco di divertimenti abbandonato in Cina

Stefario Cerio ha documentato nella serie fotografica Chinese Fun lo stato di abbandono di numerosi parchi divertimenti in Cina, costruiti sull'euforia della bolla immobiliare.

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Ehi cara guarda, un altro Lunedì Nero

Res publica   24.08.15  

La crisi di fiducia nella leadership economica di Pechino legata al peggioramento dei dati economici, ai tassi di interesse drogati, alla svalutazione dello yuan e alla fuga di capitali dalla Cina con shock finanziario globale, raccontata in 10 articoli.

China stock market crash: worst day's trading in Europe since 2011. The Guardian.

Stocks pare losses but market upheaval continues. The New York Times.

Why are global stock markets tanking? The Atlantic.

China's latest stock market crash: the basics. Vox.

Between June 2014 and June 2015, China's Shanghai Composite index rose by 150 percent. A big reason for the stock market rally was that a lot of ordinary Chinese people began investing in the stock market for the first time... Earlier this year, the authorities became concerned that the stock market's rise had become unsustainable. So they began to tighten limits on debt-financed stock market speculation. The stock market peaked in June and then began to fall quickly.

Market Correction: CNBC Explains. CNBC.

A correction is a decline or downward movement of a stock, or a bond, or a commodity or market index. The amount of the decline is at least 10 percent and a true correction exceeds that amount. In short, corrections are price declines that stop an upward trend... Stocks, bonds, commodities, and everything else traded on the markets never move in a straight line, either up or down. At some point their value will change--for better or worse.

It's Back to 2008 for Europe stocks as DAX enters bear market. Bloomberg.

China's stock market crash... in 2 minutes. CNN.

Market mayhem. Business Insider.

Three cheers for the plunging stock market. Fusion.

It's 1929 in China. Or 1989. Quartz.

Nervi saldi e niente panico.

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Italia Argentina

Res publica   31.07.14  

"Facciamo come l'Argentina!!! In otto anni sono riusciti a spazzare via la crisi, e sapete perché? Perché nonostante fossero finiti nel buio più assoluto, non avevano Stati che hanno impedito che la loro crisi seguisse ogni livello.

Beppe Grillo nell'ottobre del 2011. Lo ricordiamo così all'alba del secondo default dell'Argentina in 13 anni. Brillo.

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La rivoluzione (mancata) islandese

Res publica   20.02.14  

La mitizzazione del caso Islanda durante la crisi finanziaria, additata da alcuni come la paladina della battaglia contro il capitalismo finanziario internazionale e promotrice della rinascita della democrazia diretta, alla luce del fallimento della stesura di una Costituzione attraverso i social network, con la moneta più debole d'Europa, la zavorra dei mutui capestro e di un immenso debito da ripagare, l'invariata situazione politica e il potere oligarchico di una manciata di famiglie in un lungo articolo su Internazionale.

È stata una fantasia consolatoria anche pensare che esistesse una via islandese al capitalismo, e che l'Italia, la nona potenza industriale del pianeta, potesse imparare qualcosa da una nazione che ha lo stesso pil del Congo. Non c'è stata nessuna sfida islandese alla finanza internazionale, soltanto una prima disinvolta e poi fraudolenta gestione degli strumenti finanziari da parte delle banche islandesi; e la comprensibile tendenza di molti cittadini islandesi a non fare troppe domande, per non spezzare l'incantesimo. "A un certo punto, un po' prima della bancarotta", mi ha detto Ragga, "era diventato abbastanza chiaro che non poteva continuare così. E allora la gente non ha rallentato: ha accelerato, ha fatto ancora più debiti, ha comprato ancora più cose, è partita per le Canarie. Passava l'ultimo treno, era da idioti perderlo".

La democrazia diretta è la medicina per curare questa malattia così caratteristicamente umana, l'amore per il denaro? Possibile, ma poco probabile. In ogni caso, a cinque anni dalla bancarotta, l'esperimento islandese – la costituzione riscritta dai cittadini, l'assemblea permanente su internet e nessuna pietà (nessuna giustizia) per i creditori – non sembra aver avuto successo.

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Il Movimento 5 Stelle e le fatture delle imprese

Res publica   27.03.13  

Le aziende che hanno commesse con le pubbliche amministrazioni hanno spesso problemi di liquidità legati al cronico ritardo dello Stato nel pagare i suoi debiti.
Per dare ossigeno ai propri conti correnti le imprese si affidano alle banche attraverso operazioni quali il fido fatture con mandato all'incasso o cedendo direttamente la titolarità del credito agli istituti bancari. Queste operazioni impropriamente passano sotto il nome di sconto fatture.

Io sto prendendo come cittadino un impegno per più di 20 miliardi di debito pubblico. Quota parte, e non si dice quanta, andrà direttamente nelle tasche delle banche, ancora una volta! E tu, da questa ennesima regalia, ti aspetti che crei un circolo virtuoso per cui le banche da domani erogheranno prestiti e finanziamenti alla piccola e media impresa italiana? Penso che l'esperienza di questi anni ci abbia resi, come dire, un po' cauti sugli effetti dei finanziamenti elargiti con tanta liberalità alle banche e quali siano poi gli effetti sull'economia reale.

Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, leggendo la parola banche ha pensato bene di confondere il pagamento di un debito con fantomatiche regalie ai tanto odiati istituti di credito, decidendo quindi in via cautelativa di bloccare il provvedimento urgente del governo atto a sbloccare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese.

Il lato positivo della vicenda è che tanta sciagurata cialtroneria andrà a colpire anche molti piccoli e medi imprenditori, e relativi dipendenti, che sull'onda della protesta anti-sistema hanno contribuito a far eleggere degli sprovveduti.

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Va a fidarti della mafia

Res publica   25.03.13  

Cipro sta imparando a proprie spese cosa significa essere il paradiso fiscale del mafia russa nell'Unione Europea.

C'è un aspetto non secondario nella vicenda di Cipro. I tedeschi volevano lanciare un messaggio chiaro e ci sono riusciti. In Europa non ci devono più essere paradisi fiscali. Chi porta capitali in piccoli centri che fanno parte dell'Euro contando su una legislazione di favore e poco trasparente, ora sa che i suoi soldi in quei luoghi non sono per niente al sicuro. Il prelievo sui conti correnti aveva anche questa finalità, screditare l'isola come centro off shore. Il nuovo accordo siglato nella notte all'Eurogruppo raggiunge esattamente lo scopo.

Basta leggere il memorandum of understanding, l'accordo che Nicosia ha dovuto firmare per ottenere l'aiuto di 10 miliardi da parte dell'Unione Europea. Tra i punti fondamentali ci sono un'audit indipendente sul sistema di antiriciclaggio adottato dall'isola e dalle sue banche. Ai verificatori si affiancherà Moneyval, la divisione del Consiglio d'Europa che valuta proprio i sistemi antiriciclaggio. In caso in cui il risultato del controllo dovesse essere insoddisfacente, la sua correzione è una delle "condizionalità" accettate da Cipro nel memorandum of understanding per poter ottenere i soldi.

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La cura Cameron

Res publica   23.02.13  

Non è bastato annunciare un programma di risanamento di bilancio fatto di tagli lineari, restare fuori dall'euro e urlare slogan populisti contro Bruxelles.
Anche il Regno Unito di Cameron deve fare i conti con un debito pubblico in continua ascesa e una crescita asfittica; parametri che fanno perdere a Londra la tripla A, dopo il taglio del rating deciso da Moody's.

Ora non è rimasto nessun paese dell'Unione Europea esterno all'eurozona con la tripla A.

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Iniziate a preoccuparvi del Giappone

Res publica   22.11.12  

Dimenticatevi la crisi dell'eurozona e il fiscal cliff americano.
La vera bomba finanziaria si avvicina dall'oriente.

Dall'ormai insostenibile debito giapponese, alle incertezze politiche di una probabile vittoria della destra alle legislative di dicembre. Dal saldo negativo della popolazione alla corruzione dilagante per arrivare alla discutibile politica monetaria di Tokyo.

Japan's public debt is running at 230 per cent to its gross domestic product, a figure that makes Greece look almost thrifty. According to Bloomberg, Japan's debt works out at about $93,000 for every man, woman and child while the same figure for the US and Greece is about $33,000. Tokyo budgets to borrow more than it raises in taxes.

About a quarter of Japan's population is already aged 65-plus and the country has a negative birth rate. With a xenophobic culture, there is virtually no migration, meaning the country is about to start shrinking quiet dramatically. There will be some 25 per cent fewer Japanese by 2050 than there are today – about 30 million fewer people, depending on which estimates you want to use. The dependency ratio – the proportion of working-age people to the those not of working age – has already crashed to just 2.4, which makes raising taxes to pay for an aging nation all the harder.

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