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I post con tag "Cristianesimo" archivio

Le chiese foresta dell'Etiopia

Wow   08.12.23  

Nella vasta distesa dell'Etiopia, dove la deforestazione ha progressivamente raso al suolo le antiche foreste, si ergono come isole di verde le chiese foresta, testimoni di una tradizione millenaria e custodi di un'incredibile biodiversità.
Queste oasi vegetali, sparse lungo le pendici delle montagne, circondano centinaia di chiese cristiano ortodosse etiopi.

Le chiese foresta rappresentano un esempio di armoniosa convivenza tra spiritualità e ambiente. Secondo la tradizione etiope, la presenza di foreste intorno alle chiese è un segno divino, una protezione spirituale per i luoghi sacri. Questo legame profondo tra religione e natura ha contribuito a preservare le chiese foresta, nonostante le pressioni antropiche e le esigenze agricole.

Questi scrigni di biodiversità ospitano un'incredibile varietà di flora e fauna, tra cui specie endemiche e minacciate. Gli alberi secolari, con i loro tronchi nodosi e le chiome lussureggianti, forniscono riparo e cibo a una moltitudine di animali, dai piccoli uccelli ai grandi mammiferi. Le chiese foresta forniscono un'importante fonte di sostentamento per le comunità locali, che utilizzano il legname per la costruzione, le foglie per il foraggio e i frutti per la sussistenza.
Tuttavia, la sopravvivenza dei questi ecosistemi unici è minacciata da diverse sfide. Dal disboscamento per far spazio alle comunità agricole al cambiamento climatico, che con le sue piogge intense e la siccità prolungata mette a dura prova la fragile vegetazione.

Come spiega Emergence Magazine, in risposta a queste minacce, sono state intraprese diverse iniziative per proteggere le chiese foresta. Organizzazioni non governative e associazioni locali lavorano in collaborazione con le comunità autoctone per promuovere la conservazione, sensibilizzare le popolazioni e favorire pratiche sostenibili. Il governo etiope ha inoltre introdotto leggi e programmi per tutelare questi tesori storici e naturali.
La loro protezione rappresenta un investimento per il futuro, una dichiarazione di rispetto verso l'ambiente e un impegno per la conservazione della biodiversità.

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La tradizione secolare della Processione del Venerdì Santo di Savona

Geek   07.04.23  

La Processione del Venerdì Santo di Savona è considerata uno dei momenti più importanti e sentiti della Settimana Santa nella città ligure. Questo evento biennale di devozione religiosa e manifestazione culturale si tiene tradizionalmente negli anni pari e viene talvolta annullato in caso di pioggia per preservare lo stato di conservazione delle preziose casse lignee. In via del tutto eccezionale quest'anno la processione si svolgerà ugualmente per recuperare un'attesa che durava da sette anni, prolungata non solo dal maltempo, ma anche dalla pandemia di COVID-19.

La storia della processione risale al Medioevo, infatti già a partire dal XV secolo le cronache riportano come le confraternite celebrassero ognuna una propria processione pasquale per le vie cittadine. Le prime casse lignee portate a spalla iniziano a comparire nel XVII secolo e continueranno ad aumentare sino al XX secolo.
Oggi queste opere d'arte, alcune delle quali raggiungono i 18 quintali, sono 15 e vengono custodite e preservate gelosamente dalle confraternite savonesi.
Le ultime aggiunte risalgono al 1926: L'Annunciazione opera del Maragliano nel patrimonio della confraternita del Cristo Risorto e il Bacio di Giuda, commissionata a Giuseppe Runggaldier nel patrimonio della confraternita dei Santi Agostino e Monica.
Nel 1978 venne ricreata da Renata Cuneo la cassa Ecce homo, per sostituire la più antica opera settecentesca del Torre perduta durante un bombardamento nella seconda guerra mondiale.

La Processione del Venerdì Santo di Savona si compone di 700 portatori e 56 comandanti per le 15 casse lignee, 30 cristanti per la Croce di Passione che apre la processione circondata da lampioni e torcioni, centinaia tra musicisti e coristi e viene chiusa dalla settecentesca Arca della Reliquia della Santa Croce, portata come la Croce di Passione dalla Confraternita cui spetta a turno l'onore di Priore Generale.
Le casse, il cui percorso viene scandito da rintocchi di martelletto che segnalano le tappe ai confratelli portatori, seguono quest'ordine: la Promessa del Redentore, L'Annunciazione, L'orazione nell'orto, Il bacio di Giuda, Gesù legato alla colonna, La Flagellazione, L'incoronazione di spine, l'Ecce Homo, Cristo cade sotto la croce, Cristo spirante, Cristo morto in croce, La deposizione dalla croce, La pietà, la Deposizione nel sepolcro, L'Addolorata.
Una curiosità. Nel 1830, in seguito all'invasione napoleonica, fu proibito l'uso del cappuccio sul capo. Da allora, e ancora oggi, i confratelli continuano a indossarlo piegato e appoggiato sulle spalle in segno degli originari significati di anonimato e umiltà.

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I paramenti papali

Res publica   09.03.22  

I paramenti del Sommo pontefice sono tra le vesti più riconoscibili al mondo, l'abito talare bianco con mozzetta, fascia e lo zucchetto. Tuttavia non tutti i papi si vestono sempre allo stesso modo e non soltanto per le numerose celebrazioni religiose.
Papa Francesco ha fatto scalpore nella Chiesa con le sue interpretazioni progressiste della dottrina e il suo abbigliamento è spesso stato visto come un riflesso di quelle politiche.

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Uno sguardo ravvicinato all'Adorazione dei Magi

Geek   06.01.22  
Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano
Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano

L'Adorazione dei Magi, capolavoro gotico oggi conservato alla Galleria degli Uffizi, venne realizzato nel 1423 da Gentile da Fabriano per il facoltoso e colto cittadino fiorentino Palla Strozzi.
L'opera illustra l'adorazione dei Magi, durante l'Epifania del Signore, con una messa in scena sfarzosa e opulenta che celebra la ricchezza del committente e la bravura dell'artista.

Come racconta Aleteia, Gentile da Fabriano si applicò con dedizione a narrare ogni più piccolo dettaglio, secondo il modello letterario offerto dalle ekphrasis bizantine; invitando lo spettatore a soffermarsi su ogni scena e interpretazione, secondo il preciso gusto del committente che nutriva una passione per i codici bizantini e lo studio del greco antico.

Inondato di dettagli, il dipinto vanta anche una ricca narrativa. Notate gli attendenti dietro a Maria mentre esaminano curiosamente il primo dono. Oppure, in primo piano a destra, osserva il cane reale che guarda in modo precario il cavallo che sta per calpestarlo con noncuranza. Davvero intriganti sono gli speroni d'oro della cavigliera del terzo re che vengono tolti da uno scudiero mentre uno dei Magi si prepara ad avvicinarsi a Gesù Bambino.
In mezzo alla folla indaffarata l'artista ha abbozzato il committente del dipinto, Palla Strozzi. È rappresentato come un cortigiano dei Magi. Le sue mani ingioiellate tengono un falco, un riferimento simbolico all'eredità della famiglia Strozzi, poiché la parola strozzieri era un termine toscano per "falconiere". Ricordando lo stemma degli Strozzi, si vedono piccole mezzelune che decorano anche le briglie del cavallo.

[...] Anche lo sfondo è pieno di storie. Le cronache includono quella di un viaggiatore avvicinato da ladri; un leopardo è in attesa per tendere un'imboscata a un cervo locale e un ghepardo incatenato che spera di divorare due uccelli esotici bellicosi. Bellissimi melograni e ulivi decorano le strade tortuose. Mentre il melograno simboleggia l'unità e la Chiesa, gli ulivi rappresentano la pace e la prosperità.

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La cattedrale di pane

Wow   13.05.19  

A San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, ogni anno si rinnova la suggestiva tradizione settecentesca di edificare gli Archi di Pasqua.
Questa cattedrale temporanea composta di cupole e campanili, archi e rappresentazioni artistiche viene realizzata e decorata in un'appassionante competizione dalle confraternite locali, Madunnara e Signurara, con canne, fiori, mandorle, ramoscelli d'ulivo e di salice, grano, legumi, alloro, arance, datteri e naturalmente il pane che con il suo significato altamente simbolico celebra la rinascita e la vittoria della vita sulla morte.

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Il rettore di Notre-Dame

Res publica   16.04.19  

Un tour di Notre-Dame con un cicerone d'eccezione, il rettore arciprete della cattedrale Patrick Chauvet.
Un accesso esclusivo e mozzafiato, che ci viene regalato da Euronews, tra gli scenari della chiesa più iconica di Parigi per scoprire la storia dell'uomo e del prete su cui ricade il compito di guidare attraverso la modernità del XXI secolo un'istituzione religiosa e culturale patrimonio dell'umanità.

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Guida minima al Giubileo della Misericordia

Res publica   09.12.15  

La guida in 8 schede del Corriere della Sera per non farsi trovare impreparati nell'anno del Giubileo straordinario della Misericordia che è appena iniziato.

Dopo i sei mesi di Expo Milano 2015, l'Italia torna a essere al centro dell’attenzione di tutto il mondo. Per un anno. L'occasione è quella del Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco. Iniziato a Roma l'8 dicembre 2015 con l'apertura della Porta Santa a San Pietro — nel giorno dell’Immacolata Concezione —, si conclude il 20 novembre 2016. Il Giubileo ordinario è celebrato ogni 25 anni, un intervallo stabilito da Paolo II (Pietro Barbo, 1464- 1471) quando nel 1470 indisse il Giubileo del 1475. In precedenza si celebrava ogni 100, 50 o 33 anni. Francesco ha indetto un «Giubileo straordinario», come Pio XI per il 1933 e Giovanni Paolo II per il 1983.

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Il pensiero di Francesco

Res publica   01.10.13  

Papa Francesco intervistato da Eugenio Scalfari. Una perfetta lezione di storia e teologia da una delle figure chiave del XXI secolo sulla Chiesa temporale e spirituale. Uno sguardo ragionato verso il futuro senza perdere mai di vista l'origine da cui si è partiti.

La Chiesa è o deve tornare ad essere una comunità del popolo di Dio e i presbiteri, i parroci, i Vescovi con cura d’anime, sono al servizio del popolo di Dio. La Chiesa è questo, una parola non a caso diversa dalla Santa Sede che ha una sua funzione importante ma è al servizio della Chiesa. Io non avrei potuto avere la piena fede in Dio e nel suo Figlio se non mi fossi formato nella Chiesa e ho avuto la fortuna di trovarmi, in Argentina, in una comunità senza la quale non avrei preso coscienza di me e della mia fede.

[...] Dobbiamo essere un lievito di vita e di amore e il lievito è una quantità infinitamente più piccola della massa di frutti, di fiori e di alberi che da quel lievito nascono. Mi pare d'aver già detto prima che il nostro obiettivo non è il proselitismo ma l'ascolto dei bisogni, dei desideri, delle delusioni, della disperazione, della speranza. Dobbiamo ridare speranza ai giovani, aiutare i vecchi, aprire verso il futuro, diffondere l’amore. Poveri tra i poveri. Dobbiamo includere gli esclusi e predicare la pace. Il Vaticano II, ispirato da papa Giovanni e da Paolo VI, decise di guardare al futuro con spirito moderno e di aprire alla cultura moderna. I padri conciliari sapevano che aprire alla cultura moderna significava ecumenismo religioso e dialogo con i non credenti. Dopo di allora fu fatto molto poco in quella direzione. Io ho l'umiltà e l'ambizione di volerlo fare.

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