E alla fine vincono tutti
Che poi lo vogliamo dire? Probabilmente a Current importa poco della "censura" messa in atto da ATAC.
Importa di più la pubblicità che ne è scaturita e che probabilmente era già stata messa in conto.
Che poi lo vogliamo dire? Probabilmente a Current importa poco della "censura" messa in atto da ATAC.
Importa di più la pubblicità che ne è scaturita e che probabilmente era già stata messa in conto.
Queste le immagini che l'ATAC ha deciso di non far affiggere, reputandole troppo forti.
Resto dell'idea che la scelta, operata dell'azienda di trasporto pubblico di Roma, sia stato un grave errore di comunicazione e un potenziale danno d'immagine.
Sono altresì convinto però che un distributore (quale diventa l'ATAC nel momento in cui vende spazi pubblicitari) possa decidere cosa pubblicare e cosa no, senza che questo debba necessariamente passare come un proposito censorio.
Al Gore ha appena presentato la sua Current TV all'Ambra Jovinelli in Roma.
E oggi i commenti si sprecano nella blogosfera e sui media mainstream.
Il progetto di una tv indipendente, fatta in gran parte grazie a contenuti autoprodotti dagli utenti, una tv partecipata, una community del piccolo schermo, è di sicuro un segnale di innovazione e dinamismo.
Il fatto che l'Italia sia il primo paese non di lingua inglese a entrare nel palinsesto dovrebbe spingerci a dare il nostro meglio.
Una vetrina in fondo serve per mostrare il lato migliore.
E invece. Invece non siamo seri.
Sono andato su current.com, versione inglese. Le news oggi presentano questi temi:
Per sfizio ho aperto la sezione italiana. E beh, giudicate voi.