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I post con tag "Legislative 2013" archivio

Il voto non troppo anticipato

Res publica   11.03.13  

Roberto Zuccolini racconta sul Corriere le difficoltà tecniche di uno sceneraio che preveda il voto anticipato già nel mese di giugno.

Il prossimo venerdì, 15 marzo, si riunisce per la prima volta il nuovo Parlamento e si procede all'elezione dei presidenti di Camera e Senato, nonché alla costituzione dei gruppi parlamentari. Il 19 cominciano le consultazioni del Quirinale. È solo sulla base di un loro fallimento nella sostanza (con tutte le sue varianti) che si può ipotizzare di tornare al più presto alle urne. Ma dato che Giorgio Napolitano non può sciogliere le Camere, essendo a fine mandato, occorre attendere l'elezione del nuovo Presidente.

Quest'ultima avverrà a partire dal 15 aprile, ma - ed è forse l'ostacolo più rilevante - senza che nessuno sappia quanto durerà. «Basta pensare - ricorda il costituzionalista Augusto Barbera - che per in passato in alcuni casi, mi ricordo quello di Scalfaro, si sono dovute attendere due settimane o anche di più». Ma anche ipotizzando un'elezione fulminea (lo stesso 15 aprile), il nuovo presidente (sempre che Napolitano, il cui mandato termina formalmente il 15 maggio, si dimetta subito) dovrebbe, dopo il giuramento, prendersi almeno qualche giorno per nuove consultazioni, necessarie per verificare ancora una volta la sussistenza (o meno) di un possibile accordo per la formazione di un governo. E quindi si arriva verso la fine di aprile.

Poniamo che il nuovo capo dello Stato, a questo punto, non possa che certificare un secondo fallimento di ogni opzione politica da parte dei partiti consultati e decida di sciogliere le Camere, potrebbe indire le elezioni non prima di 45 giorni e non dopo 70, come prevede la Costituzione. Quindi tra metà giugno e la prima decade di luglio. Ma ciò, occorre ripeterlo, se tutto dovesse procedere a ritmo accelerato, cosa improbabile data l'incomunicabilità politica a cui stiamo assistendo e i dubbi estremi che si profilano già di fronte alla prima elezione strategica, quella della presidenza del Senato.

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Serve una nuova leadership e un nuovo programma

Res publica   27.02.13  

Questo governo non potrà durare cinque anni: dovremo cambiare, e quando si andrà di nuovo al voto dovremo darci una nuova leadership e un programma, perché siamo stati deboli anche li.
Fatte le primarie, che peraltro sono state una pagina bellissima, ci siamo comportati come se avessimo già vinto.
[Grillo, n.d.r.] Non è un pericoloso guastatore: se si pensa di fare un accordo politico con lui sarebbe un errore, ma gli si possono proporre obiettivi che sono anche nel suo programma.

La cristallina analisi del dopo voto del presidente della Liguria Claudio Burlando.

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Il parlamento più giovane e con più donne di sempre

Res publica   27.02.13  

Un successo dovuto principalmente al Partito Democratico, grazie alle scelte emerse dalle primarie, e al Movimento 5 Stelle.

Età. I deputati eletti avranno una età media di 45 anni e i senatori di 53 anni. Il che significa un consistente ringiovanimento rispetto alla scorsa legislatura in cui l'età media dei deputati era di 54 anni (9 anni di differenza) mentre quella dei senatori di 57 anni (4 anni di differenza).

Il gruppo parlamentare con l'età media più bassa è di gran lunga il Movimento 5 Stelle, con 37 anni (33 alla Camera e 46 al Senato), davanti a Lega Nord con 45 anni (42 alla Camera e 48 al Senato), al Partito Democratico (Pd) con 49 (47 alla Camera e 54 al Senato), a Sinistra ecologia e libertà (Sel) con 47 anni (46 alla Camera e 50 al Senato), al raggruppamento Lista Monti-Udc-Fli con 55 anni (55 anni alla Camera e 56 anni al Senato) e al Popolo della Libertà (Pdl) con 54 anni (50 alla Camera e 57 al Senato).

Donne. Rafforzata la presenza femminile che nella legislatura conclusa era pari al 21% alla Camera e al 19% al Senato: nel nuovo Parlamento saranno il 32% alla Camera e il 30% al Senato.

Tra i partiti maggiori il più alto numero di donne si trova nelle liste del Pd, con il 41%, che precede Movimento Cinque Stelle al 38%, Pdl e Lista Monti-Udc entrambi al 22%, Sel al 20%, Lega Nord al 14% e Pdl, con il 25,8%.

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Avete paura e vi capisco

Res publica   26.02.13  

Dai la tua fiducia a un vecchio corruttore, colluso e in odore di scandali sessuali perché ti promette irresponsabilità. E lo sappiamo entrambi, non c'è niente che ti spaventa di più della responsabilità.

Odi l'euro e i mercati perché la concorrenza e la meritocrazia ti terrorizzano. Non digerisci le regole, mentre i privilegi ti creano un falso senso di sicurezza circondato come sei da un mondo che hai rinunciato a capire.

Rinneghi l'Europa, di cui nulla conosci se non per sentito dire, spaventato a morte dalla possibilità di confrontarti con la serietà e l'apertura di un continente che ha saputo mettere da parte le proprie secolari divergenze per guardare al futuro e al progresso. Già perché anche il progresso è qualcosa che non sei in grado di gestire. Ti senti escluso, messo in un angolo da persone più mature di te.

La paura ancestrale di qualunque cosa sia diversa da come immagini debba essere il tuo cortile di casa ti porta a votare prezzolati xenofobi. Incapace e tremante hai scelto di rinunciare a dialogare con ciò che non capisci.

Ti affidi a scappati di casa perché nella tua pavida ignoranza ti senti rappresentato non già dalla competenza quanto dal populismo.

La paura governa la tua vita e indirizza il tuo voto.

Poi c'è un 25% che sceglie di andare al mare anche quando nevica. Loro, almeno, sono soltanto ignavi.

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