Non prenderò un taxi neanche sotto tortura
Pare che i tassisti siano riusciti a piegare le liberalizzazioni del governo Monti grazie a un accordo bipartisan.
Mi vedo dunque costretto a proseguire il boicottaggio del taxi come mezzo di trasporto.
Pare che i tassisti siano riusciti a piegare le liberalizzazioni del governo Monti grazie a un accordo bipartisan.
Mi vedo dunque costretto a proseguire il boicottaggio del taxi come mezzo di trasporto.
Sempre pronti a sacrificarci a parole per il bene comune. Sempre pronti a bloccare il paese pur di difendere il diritto di indignarci in quanto categoria afflitta e perseguitata in un oceano di intoccabili privilegi.
Le agitazioni di tassisti e autotrasportatori sono l'evidenza che la medicina Monti inizia sortire gli effetti desiderati.
Con l'annuncio del corposo piano di liberalizzazioni il governo Monti si appresta a cambiare volto all'Italia.
In due mesi è stato fatto quello che sarebbe stato necessario mettere in pratica negli ultimi vent'anni. Al contempo causando un embolo a Berlusconi e soci.
Non si può che amarlo.
Il governo Monti ha pronta la bozza delle liberalizzazioni. 44 articoli in 107 pagine che segnano questo esecutivo come uno dei più ambiziosi della recente storia repubblicani.
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato interviene sul tema delle liberalizzazioni con un documento al Parlamento.
[...] per superare le numerose incrostazioni corporative e le resistenze opposte da grandi attori economici a un'effettiva apertura del mercato, la politica di liberalizzazioni è inevitabilmente una sorta di work in progress. Ben sapendo però che l'urgenza della crisi impone di non indugiare e di attuare da subito gli interventi che possano aprire i mercati e rafforzare competitività e crescita. Seguendo tale logica, l'Autorità, con la presente segnalazione propone delle misure pro-concorrenziali che investono differenti settori e che sono di immediata applicazione. La presente segnalazione si muove pertanto con "realismo": da un lato individua i settori più sensibili e più ricchi di opportunità ai fini di una maggiore crescita economica; mentre dall'altro focalizza le misure di più immediata applicazione che hanno tutti i titoli per essere inserite nella legge sulla concorrenza.
Le 35 proposte del Partito Democratico per rimettere in moto l'economia salvaguardando la giustizia sociale.
L'Italia ha bisogno di una nuova stagione di liberalizzazioni, intesa in senso ampio e molteplice. Ciò vuol dire: aprire alla concorrenza mercati chiusi o in regime di monopolio; dare più potere e libertà ai consumatori nei mercati caratterizzati dalla presenza di forti operatori; ridurre le barriere di accesso a categorie economiche e professioni; dotarsi di Autorità di regolazione realmente indipendenti dal potere politico, sia nei settori dove già operano, sia in quelli in cui si è sprovvisti; rivedere la regolamentazione di alcuni settori di grande impatto sociale, in cui la liberalizzazione ha funzionato poco e male, prevedendo anche forme di intervento pubblico al fine di assicurare la fruibilità dei servizi ai cittadini a costi accessibili.