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I post con tag "Natale" archivio

Misteri e Racconti della Liguria: il bimbo predestinato (-19)

Wow   06.12.24  

All'epoca in cui la Liguria era sotto l'influenza spagnola, un misero contadino del luogo ebbe la ventura di incontrare il re di Spagna.
Il contadino, a cui era appena nato un figlio, se ne stava sulla porta di casa a contemplare le stelle. Il re passando a cavallo si incuriosì e gli chiese cosa stesse facendo.
Il contadino rispose che osservava gli astri per scoprire cosa avrebbe riservato il destino per il neonato. Il re di Spagna allora domandò quale sorte avrebbe arriso a suo figlio.

Il contadino tranquillo rispose che secondo le stelle suo figlio sarebbe diventato re di Spagna.
- Se le cose stanno così, dammi il bambino perché possa ricevere l'istruzione di cui avrà bisogno -, disse il re con un'oscura luce negli occhi e il contadino accettò affidandosi alla Provvidenza.

Il giorno dopo il re affidò il bimbo a un servo affinché potesse portarlo in un bosco e ucciderlo, ma il servo non ne ebbe il coraggio e lo abbandonò sotto un cespuglio fiorito.

Il bosco apparteneva a un ricco signore che tutte le mattine vi si recava a caccia con i suoi cani. Avvicinandosi al cespuglio udì piangere e trovò il piccolo che finì per adottare.

Fiorindo, così era stato battezzato, crebbe e ricevette una buona istruzione credendo di vivere con i suoi genitori biologici, ma un giorno dopo un diverbio con dei ragazzi scoprì la verità. Da allora la ricerca delle sue vere origini divenne un'ossessione.
I suoi genitori adottivi non riuscendo a liberalo dal suo peso gli donarono un cavallo, del denaro e benedissero la sua ricerca della verità.

Il ragazzo viaggiò a lungo e lontano dalla sua amata terra ligure, finché arrivo in Spagna e si mise al servizio del sovrano che, vedendolo così educato e coraggioso, gli volle subito bene. Il re aveva una figlia di nome Chiara Stella e subito i due si innamorarono.
Il sire di Spagna aveva un fratello, anch'egli era re e in quel periodo stava preparando una grande festa così scrisse al congiunto di mandargli sua figlia pensando di farle cosa gradita.
Chiara Stella partì con il cuore pesante all'idea di lasciare il suo amato Fiorindo anche se per poco tempo.

La partenza dell'amata riacutizzò nel ragazzo il suo desiderio nello scoprire chi fossero i suoi veri genitori. Così si confidò con il re di Spagna, raccontandogli la sua storia.
Il sovrano impallidì e si ricordò dell'infante di tanti anni prima. Scoperto l'inganno del suo servo decise di liberarsi di Fiorindo una volta per tutte.
Scrisse una lettera per suo fratello e la consegnò al ragazzo ordinandogli di consegnarla di persona e nel più breve tempo possibile, poi sarebbe stato libero di proseguire la sua ricerca.

Fiorindo raggiunge la dimore del fratello del re e riabbracciò la sua amata Chiara Stella. Subito ella scoprì la lettera e nonostante le rimostranze di Fiorindo la aprì e la lesse: Caro fratello, ti prego di far impiccare immediatamente la persona che ti consegnerà questa lettera.
Il suo volto non tradì l'emozione che stava provando, ma scappò subito dalla stanza per tornarvi qualche tempo dopo con la lettera di nuovo sigillata, con gran sollievo dell'ignaro ragazzo.

Fiorindo recatosi dal re gli consegnò infine la missiva. E il re lesse: Caro fratello, visto che il tuo castello si stanno svolgendo grandi feste, sarà questa l'occasione per celebrare il matrimonio di mia figlia Chiara Stella; lo sposo è la persona che ti consegnerà questa lettera.
Il re finito di leggere fece un gran sorriso e mandò a chiamare Chiara Stella: - Ecco qui il marito che tuo padre ha scelto per te e sei contenta? -
Chiara Stella nascose un sorrisetto e a occhi bassi rispose: - Ciò che mio padre decide sempre ben fatto.

Il re organizzò delle nozze sfarzose e i due sposi, raggiunto il loro scopo, si sentirono al colmo della felicità. Lo stesso non può dirsi del re di Spagna che, appena lo venne a sapere, divenne furibondo. Montò a cavallo e corse dal fratello.
- Come hai potuto dare la mia unica figlia al figlio di un contadino che per di più ti avevo scritto di fare impiccare? -
Il fratello sbigottito gli mostrò allora la lettera e a questo punto il re di Spagna si mise a raccontare tutta la storia, a cominciare dall'incontro con il contadino che guardava le stelle e che, affidandogli il figlioletto, gli aveva detto: - Ciò che Dio promette è destino che si realizzi. -
A questo punto al re di Spagna non restò che far venire i due giovani per dar loro la sua benedizione. Al momento di porre sulla testa di Fiorindo la corona di principe gli disse: - Ah, tuo padre è stato un birbante che ha saputo leggere giusto nelle stelle! -

Misteri e Racconti della Liguria.

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Misteri e Racconti della Liguria: la Madonna di Coronata arrivata dal mare (-20)

Wow   05.12.24  

In una notte del XII secolo alcuni pescatori sulla spiaggia di Sampierdarena erano intenti a preparare le reti quando sul mare dinanzi a loro apparve una luce in lontananza che sul principio si mostrava piccola piccola, ma poi, a poco a poco, avvicinandosi a terra si ingrandiva sempre più, lasciando sulla superficie dell'acqua uno splendido gioco di scintille luminose che sembravano danzare tra le onde.

La luce si ingrandiva sempre più ed in mezzo ad essa i pescatori iniziarono a scorgere una sagoma. Quando fu abbastanza vicina a riva gli uomini rimasero stupefatti.
Si trattava infatti di una splendida polena, avanzo forse di qualche naufragio, che raffigurava la Madonna con il Bambino avvolti in un candida luce capace di illuminare il mare circostante e di incoronare Maria.

Subito i pescatori si gettarono a mare recuperando la statua e poi trasportandola nella vicina chiesa. Il giorno dopo una grande folla si radunò per vedere la polena con la madonna, ma della statua non vi era traccia.
La Madonna venne infine ritrovata sopra un grande castagno sul colle di Coronata a Cornigliano e per i giorni a venire il miracolo si ripetè.
In quel punto infine, nel 1187, venne edificata la celebre chiesa genovese di Santa Maria e San Michele Arcangelo, più conosciuta come Santuario di Nostra Signora Incoronata.

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Misteri e Racconti della Liguria: il fantasma della vestale (-21)

Wow   04.12.24  

Il nome della strada genovese via Luccoli deriva dal latino lucus, ovvero bosco. L'odierno quartiere era infatti all'epoca coperto da boschi di lauro e mirto e considerato un'area sacra.
Al tempo dell'antica Roma in quella zona sorgeva un tempio dedicato alla dea Vesta, situato in fondo all'attuale salita dell'Arcivescovado; lì le vestali custodivano in un braciere il fuoco sacro che doveva rigorosamente rimanere sempre acceso, pena la morte.

Narrano le cronache che, nel corso della seconda guerra punica, mentre il porto ingrandito e fortificato ospitava la flotta romana e l'ammiraglio Agrippa faceva costruire il proprio palazzo nella zona oggi occupata dalla celebre casa del boia, un presagio funesto apparì alla vestale di guardia al braciere. L'accadimento la distolse dal suo servizio e il fuoco si spense durante una tempesta di pioggia e vento.
Lo spirito della vestale giustiziata prese allora a vagare senza pace intorno al tempio e ancora oggi nelle notti tempestose c'è chi afferma di aver incontrato il fantasma della vestale, pallido e piangente.

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Misteri e Racconti della Liguria: la grotta della fata (-22)

Wow   03.12.24  

Nella scogliera di Deiva, dov'è pericoloso avventurarsi, si apre una grotta marina. Le sue pareti hanno formazioni minerali simili a fiori variopinti, dall'acqua limpida affiorano piccoli scogli di una bianchezza opalescente e il fondale sabbioso ricco di cristalli illumina l'interno con lampi dorati quando filtrano i raggi del sole.

Questo incantevole luogo viene chiamato Grotta della Fata. Il suo nome deriva da una leggenda che narra come sin dalla notte dei tempi la grotta sia abitata da una fanciulla dal viso grazioso e dai capelli ramati. Milena, che veniva chiamata, ha il potere di caricarsi del dolore degli uomini e così liberarli dalle afflizioni.
Un giorno tuttavia il dolore fu così grande che per sopportarlo lei si tramutò in un anemone di mare violetto e fu solo quando imparò a piangere che ritorno fanciulla.

Ancora oggi si dice che quando il cielo si rabbuia, si alzano le onde e dalla grotta sfiatano degli altri spruzzi di acqua salata, sia il pianto di Milena che per una volta ancora ha fatto di un uomo triste un uomo felice.

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Misteri e Racconti della Liguria: lo spettro dei fichi neri (-23)

Wow   02.12.24  

I contadini liguri si tramandano il racconto di un misterioso globo di luce, di colore azzurro latteo, che si può vedere talvolta nelle vicinanze di un camposanto e che sarebbe la manifestazione visibile dell'anima di un dannato. Loro lo chiamano ciæo de fighe negrette, ovvero lo spettro (il chiaro) dei fichi neri. Guai a incontrarlo sul proprio cammino e ancora peggio guai a chi tentasse di invocarlo.

La leggenda narra che in una località della Val Bisagno, poco sopra Genova, un contadino, che possedeva una cascina poco distante dal cimitero, era deciso a sfidare la sorte e a nulla valsero le preghiere delle donne e le minacce degli uomini, Il contadino non credeva alla maledizione e una notte si mise a urlare ripetutamente: - Ciæo de fighe negrette! -
L'anima dannata si destò e il globo luminoso si mosse lacerando l'aria con uno stridio che fece rabbrividire chiunque avesse avuto la sfortuna di udirlo. Lo spettro infine si fermò fra i rami contorti di un vecchio fico che si affacciava dal muro di cinta del cimitero. A quanto si diceva infatti era quello l'albero prediletto dei cui frutti si nutriva quell'essere.

L'arrivo del fantasma fece fuggire tutti quanti. Porte e finestre vennero sprangate.
Poi un rumore di artigli e beccate contro le ante e all'uscio fece rizzare a tutti i capelli in testa. Attraverso gli scuri videro una vivida luce circolare dalla forma e dalla grandezza di un setaccio. A quel punto tutti si inginocchiarono per invocare la protezione della Vergine e dei santi recitando il rosario.
Più le esortazioni aumentavano e più i colpi di becco e gli stridii si attenuavano. Quando finalmente cessarono, alcuni trovarono il coraggio di uscire dalle case e aiutandosi coi lumi delle lanterne esplorarono il vicinato.
Trovarono il contadino che aveva invocato il dannato con il volto cereo come la biancheria stesa al sole, muto quasi per assicurare che non avrebbe in futuro osato nuovamente invocare lo spirito del defunto e coi capelli divenuti bianchi dal terrore provato.

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Misteri e Racconti della Liguria: il palazzo dello scheletro e il ciabattino (-24)

Wow   01.12.24  

C'era una volta Genova un palazzo, appartenuto a un marchese, che si diceva fosse maledetto.
Negli anni alcuni coraggiosi avevano sfidato la superstizione, provando a entrarvi, ma nessuno di loro aveva mai superato la prima notte.
Il proprietario del palazzo cercava inutilmente di disfarsene, ma per quanto abbassasse il prezzo la superstizione sembrava prevalere sull'affare.

Un giorno passeggiando per la strada vide un ciabattino che cantava allegramente mentre ribatteva una suola. Alla domanda del marchese il ciabattino rispose che era la miseria a farlo cantare. Aveva tanti figli da sfamare e cantare gli faceva dimenticare per un momento le sue tribolazioni.
Il marchese rifletté su queste parole, poi gli venne un'idea. Promise di regalare il palazzo al ciabattino se quest'ultimo fosse riuscito a passarvi una notte. Lo mise anche in guardia del letale destino che aveva colpito tutti i suoi precedenti inquilini.
Il ciabattino accettò prontamente. Fece una provvista di pane, vino e minestra, e per scacciare la paura varcò la soglia del palazzo spettrale cantando a squarciagola.
Esplorando l'edifico trovò un grande salone con un enorme camino e lì si accampò.

Sul tavolo di quella sala posò i suoi miseri viveri e si mise a mangiare e bere. Arrivata la mezzanotte del camino cominciò uscire un gran rumore di catene misto a rantoli e singhiozzi. Infine una voce cavernosa urlò: - Tiro? -
Il ciabattino terrorizzato si strinse alla sedia e rispose con voce tremolante: - Tira se vuoi. -
Dal camino venne lanciato il braccio di uno scheletro. Il ciabattino era atterrito, ma cercò di farsi forza ed esclamò: - Niente male! - Dopo aver preso un lungo sorso dalla bottiglia si mise a cantare per scacciare la paura. Il baccano dal camino riprese con maggiore forze e ancora una volta si udì quella sinistra voce: - Tiro? -
- Tira, tira! - Rispose il ciabattino; ed ecco arrivare un gamba scheletrica. E così via. Un'altro braccio, il torso, una gamba e infine il rotolare di un teschio.

Il ciabattino ora bianco come un lenzuolo pensò che se non si fosse ubriacato quanto prima avrebbe perso il senno. Finì il vino, ma non risucì più a cantare mentre quelle ossa iniziavano a danzare innanzi a lui fino a ricomporre uno scheletro completo.
Quando lo scheletro fu ricomposto indicò il lume che il ciabattino aveva posato sul tavolo e fece segno di incamminarsi verso la porta. - No! -, esclamò il ciabattino. - Vai avanti tu. -
Così lo scheletro lo condusse passando da una camera all'altra attraverso quasi tutto il palazzo finché non arrivarono in una stanzetta con una porta chiusa. - Apri quella porta! -, intimò lo scheletro, ma il ciabattino ribatté: - No, aprila tu. -
Il morto allora diede un gran colpo alla porta e la fece crollare a terra; dietro c'era una scala. - Passa tu per primo -, fece lo scheletro.
- No, passa tu! - E lo scheletro davanti. Alla fine della scala c'era un altra porta e la scena si ripeté. Si trovarono infine in un sottoscala dove per terra c'era un lastrone di pietra. - Solleva quel lastrone -, disse lo scheletro, ma il ciabattino per la paura di cadere un trabocchetto gli rispose: - No, tiralo su tu. -
Allora il morto sollevò il lastrone sotto il quale comparvero un numero incredibile di pentole ricolme di monete d'oro; a questo punto sicuro dell'attrazione che l'oro avrebbe esercitato sul ciabattino lo scheletro disse: - Prendi queste pentole e portale fuori. -
- Prendile tu. - Rispose l'altro che aveva paura che il morto lo colpisse mentre lui si abbassa. Ancora una volta lo scheletro ubbidì e preso le pentole d'oro le tiro fuori.

Una volta completato il lavoro si rivolse al ciabattino: - Ringrazia la tua ostinazione perché se solo una volta tu mi avessi obbedito ora saresti stato perso per sempre. Invece così facendo mi hai liberato dalla maledizione che da tanti anni mi teneva legato a questo palazzo, visto che tutti quelli che sono venuti prima di te sono sempre stati vinti dalla paura. Adesso tutto questo oro è tuo, insieme al palazzo. Addio e ricordati di pregare per la mia anima. -
Il campanile annunciava l'Angelus quando lo scheletro scomparve per sempre.

Misteri e Racconti della Liguria.

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Aspettando il Calendario ligure dell'Avvento 2024

Wow   30.11.24  

In attesa di scoprire giorno per giorno il tradizionale Calendario ligure dell'Avvento, giunto alla 20ª edizione e che quest'anno avrà per tema i Misteri e Racconti della Liguria, ecco la lista dei calendari degli anni passati.
Buone Feste!

2023
Vini liguri

2022
Una parola in ligure al giorno

2021
Proverbi liguri

2020
Leggende e Miti della Liguria

2019
Un proverbio ligure al giorno sino a Natale

2018
Cinque proverbi liguri al giorno

2017
La natura in Liguria

2016
I dolci della Liguria

2015
Castelli e fortezze della Liguria

2014
Liguria dallo spazio

2013
La Liguria su Street View

2012
Misteri e leggende della Liguria

2011
Liguria street view

2010
Liguria per immagini

2009
Paesaggi di Liguria

2008
Scorci liguri

2007
Prodotti tipici liguri

2006
Ricette liguri

2005
Proverbi liguri

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Il legame che unisce le colonne sonore dei film natalizi

Multimedia   27.12.23  

Il periodo natalizio è la stagione ideale per sedersi di fronte al caldo bagliore di un film natalizio. Non è meraviglioso amare la neve, le luci scintillanti dell'Albero e, naturalmente, le dolci melodie festive?
FiveThirtyEight ha scoperto che nove delle dieci canzoni natalizie più utilizzate nelle colonne sonore dei film erano di pubblico dominio. In altre parole, i film natalizi sono pieni di canzoni classiche che conosciamo e amiamo, che sono anche prive di copyright e non richiedono costose licenze.

La ragione per cui le canzoni natalizie di pubblico dominio sono così popolari potrebbe essere ovvia: i film a basso budget non possono sempre permettersi di pagare per le canzoni più recenti e popolari. Ma le canzoni natalizie di pubblico dominio hanno anche un fascino unico. La loro presenza ripetuta nel corso degli anni le ha intrecciate nella stessa trama della stagione festiva, creando un senso di gioia e nostalgia condivise.
Vox ha intervistato il compositore Russ Howard III, che spiega quanto spesso vengano utilizzate le canzoni natalizie di pubblico dominio come punto di partenza per creare composizioni originali. Prendendo spunto dai classici come Deck the Halls, creano nuovi brani che si inseriscono perfettamente nei momenti emotivi di una scena, per creare un'atmosfera festiva.
In questo modo, le canzoni di pubblico dominio diventano un'ispirazione per nuove espressioni musicali, permettendo ai compositori di aggiungere un tocco personale alla colonna sonora dei film natalizi.

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Vini liguri: Calendario dell'Avvento 2023

Wow   25.12.23  
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