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La sinistra diversa dalla destra

Res publica   22.04.10  

Ieri Sofri si interrogava su quali differenze lo separavano da Flavia Perina - direttrice del Secolo d'Italia e recentemente molto critica verso l'anomalia Berlusconi - e così facendo si interrogava su quali differenze dividono il PD dai finiani o comunque dall'area più liberale del PdL.

Inkiostro ha deciso di fugare i dubbi con un po' di sano fact checker, andando a vedere come Perina, deputata PdL, ha votato sui temi chiave di questa legislatura.

Quando si dibatteva se Obama fosse troppo moderato o troppo liberal, qualcuno andò a vedere come votava da senatore e se si discostava (e quanto) dall'ortodossia del suo partito. Ebbene, su 129 volte in cui Flavia Perina e Ignazio La Russa sono stati presenti assieme in seduta, hanno dato lo stesso voto per 128 volte. Delle 11 volte che Berlusconi è stato presente con lei, hanno espresso lo stesso voto tutte e 11 le volte. Con Umberto Bossi sono andati d'accordo 166 volte su 167. Con Michela Vittoria Brambilla 69 su 71. Con Paolo Bonaiuti si sono trovati d'accordo 360 volte su 361. Più in generale, su 3979 votazioni nominali a cui ha partecipato (votazioni, cioè, in cui l'eventuale dissenso dal gruppo è scoperto), l'on. Perina ha votato diversamente dal Gruppo PdL 17 volte, lo 0,43% delle volte. Antonio Martino, per dire, ha espresso 146 voti ribelli su 3067 votazioni nominali (4.76%); Gaetano Pecorella (dico: Gaetano Pecorella) ha votato difformemente dal gruppo 50 volte in 3863 votazioni nominali (1.29%). Piero Fassino, per fare un esempio, ha votato in dissenso dal gruppo PD per 17 volte sulle 862 votazioni nominali a cui ha partecipato: quasi il 2% delle volte. Dati alla mano, Piero Fassino è un democratico ribelle quasi 5 volte tanto quanto Flavia Perina sia una pidiellina ribelle.

La conclusione è modesta: i numeri spiegano poco, forse. Ma le suggestioni spirituali ancora meno.

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