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I post con tag "Primavera Araba" archivio

Islam e democrazia

Res publica   06.02.12  

I partiti islamici e il processo di democratizzazione irreversibile nei paesi arabi secondo Olivier Roy.

I politici dei partiti islamici non sono laici né progressisti ma possono essere democratici. La loro linea politica infatti non è determinata tanto dalle convinzioni dei dirigenti del partito quanto dai vincoli dell’ambiente che li circonda. Questi vincoli fanno sperare in una lenta istituzionalizzazione dello spazio democratico, anche se le politiche adottate non sembrano affatto progressiste. Innanzitutto i partiti islamici fanno il loro ingresso in uno spazio politico nuovo: la rivoluzione non ha sostituito la dittatura con un regime simile al precedente. Ci sono state delle elezioni, c'è un parlamento e ci sono dei nuovi partiti. Nonostante i timori e le delusioni della sinistra laica, sarà difficile annullare tutto questo, tanto più che i fattori che ne hanno permesso la creazione (una nuova generazione connessa a internet con un radicato spirito di contestazione) sono ancora presenti. I movimenti islamici agiscono in uno spazio democratico che non hanno crea­to e che è ancora legittimo agli occhi della popolazione. E' interessante notare che in nessun pae­se delle rivolte arabe si è imposto il culto del capo carismatico. Al suo posto ci sono i partiti e una nuova cultura del dibattito, che ha influenzato anche i movimenti islamici.

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Il sottofondo musicale delle rivoluzioni

Multimedia   30.01.12  

Il ruolo del rap come catalizzatore di malcontento nelle recenti ondate di rivoluzioni e rivolte nel mondo arabo e in Africa.

Why has rap - an American music that in its early global spread was associated with thuggery and violence - come to be so highly influential in these regions? After all, rappers are not the only musicians involved in politics. Late last week, protests erupted when Youssou N'Dour, a Senegalese singer of mbalax, a fusion of traditional music with Latin, pop and jazz, was barred by a constitutional court from pursuing a run for president. But mbalax singers are typically seen as older entertainers who often support the government in power. In contrast, rappers, according to the Senegalese rapper Keyti, "are closer to the streets and can bring into their music the general feeling of frustration among people."

Another reason is the oratorical style rap employs: rappers report in a direct manner that cuts through political subterfuge. Rapping can simulate a political speech or address, rhetorical conventions that are generally inaccessible to the marginal youth who form the base of this movement. And in places like Senegal, rap follows in the oral traditions of West African griots, who often used rhyming verse to evaluate their political leaders. "M.C.'s are the modern griot," Papa Moussa Lo, a k a Waterflow, told me in an interview a few weeks ago. "They are taking over the role of representing the people."

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