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I post con tag "Riciclaggio" archivio

La scatola di cartone una storia di successo

Geek   01.02.24  

L'ascesa degli imballaggi in carta ha radici profonde. La prima diffusione nota di carta ondulata risale agli anni '50 del XIX secolo, con un brevetto inglese rilasciato nel 1856 a Edward Charles Healey e Edward Ellis Allen. Tre anni dopo, Oliver Long brevettò un miglioramento sul design di Jone, aggiungendo un singolo foglio di carta incollato per evitare che si perdesse l'ondulatura, ponendo le basi per il moderno imballaggio di cartone ondulato.

Robert Gair, un tipografo e produttore di sacchetti di carta di Brooklyn, scoprì che tagliando e piegando il cartone da un'unica forma poteva creare scatole prefabbricate. In collaborazione con la Thompson and Norris Company, il concetto fu applicato al cartone ondulato a doppia faccia, dando origine alla produzione delle prime scatole di cartone ondulato. Nel 1903, il primo utilizzo di scatole di cartone ondulato per il trasporto ferroviario avvenne quando i fratelli Kellogg ottennero una deroga al requisito delle scatole di legno dalle ferrovie della Central Freight Association.

Come ricorda New Mind, la produzione del cartone ondulato è un processo affascinante.
Il successo del cartone ondulato si basa su una serie di fattori. La sua leggerezza e resistenza lo rendono ideale per il trasporto, mentre la sua facilità di ripiegatura e stoccaggio riduce i costi. Ma ciò che lo distingue davvero è la sua straordinaria riciclabilità. Con un tasso di recupero di quasi il 97% e un processo di produzione che taglia considerevolmente il consumo elettrico e di acqua ripetto alla produzione di carta vergine, il cartone ondulato dimostra che è possibile coniugare praticità e sostenibilità, facendo del suo utilizzo una vera e propria vittoria per l'ambiente.

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Riciclare l'acqua per superare la crisi idrica

Geek   23.11.23  

La gestione delle risorse idriche rappresenta una sfida cruciale per molte regioni del mondo, specialmente per quelle che soffrono di carenze idriche e problemi di accesso all'acqua potabile. Tuttavia, grazie a recenti progressi nella tecnologia, il riciclaggio delle acque reflue sta emergendo come una soluzione promettente per affrontare questa problematica.

Francis de los Reyes, su TED-Ed analizza un esempio di successo in questo campo, Singapore. La città stato che ha adottato un processo innovativo per affrontare la scarsità di acqua potabile.
Nel 2003, l'ente nazionale per le acque di Singapore ha lanciato un programma senza precedenti per riciclare le acque reflue e fornire più del 50% dell'approvvigionamento idrico nazionale. Questo programma, pianificato per decenni, ha garantito che l'isola non si trovasse mai senza acqua potabile.

Il processo adottato da Singapore, chiamato riuso diretto, ha suscitato l'interesse di ricercatori di tutto il mondo che cercano modi innovativi per fornire acqua potabile a regioni che ne hanno maggiormente bisogno.
Uno dei processi di questo metodo prevede l'utilizzo di microfiltrazione. Membrane con pori un milionesimo di metro filtrano piccole particelle e microorganismi più grandi. Successivamente, l'acqua passa attraverso una membrana a osmosi inversa ancora più sottile. In questa fase, lampade a raggi ultravioletti vengono immerse nell'acqua, emettendo radiazioni che danneggiano in modo permanente il materiale genetico di eventuali organismi residui. Questo processo assicura che l'acqua trattata sia sicura da bere e adatta al consumo umano.
Tuttavia, i ricercatori stanno anche esaminando tecnologie su scala più piccola per riciclare le acque reflue direttamente sul luogo di utilizzo. Questo approccio consentirebbe di ridurre la dipendenza da sistemi centralizzati di trattamento delle acque reflue e potrebbe essere particolarmente vantaggioso per comunità che affrontano gravi problemi di igiene e depurazione dell'acqua.

La maggior parte dei sistemi attuali adotta invece il riuso indiretto, che richiede un collegamento a un sistema fognario. In questo caso, le acque reflue trattate vengono scaricate in un serbatoio ambientale come un lago, una palude o una falda acquifera. Successivamente, l'acqua può essere estratta e immessa nella rete di approvvigionamento dell'acqua potabile. Tuttavia, questo sistema è fattibile solo in luoghi dotati di infrastrutture di fognatura centralizzate e di sistemi di pompaggio per portare l'acqua nelle abitazioni delle persone. Di conseguenza, non può aiutare le comunità che affrontano i problemi di igiene più gravi, dove l'accesso all'acqua pulita è una lotta quotidiana.

Affrontare la sfida dell'approvvigionamento idrico richiede un approccio che combini entrambe le strategie di riuso diretto e indiretto. Il riciclaggio delle acque reflue può svolgere un ruolo fondamentale nel garantire una fornitura sostenibile di acqua potabile, riducendo la dipendenza da fonti di acqua tradizionali e proteggendo l'ambiente. Tuttavia, è cruciale adottare metodi specifici in base alle esigenze e alle risorse disponibili in ciascuna regione.

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A sua insaputa

Res publica   03.04.12  

Denuncerò chi ha utilizzato i soldi della Lega per sistemare la mia casa.

La difesa di Bossi sullo scandalo dei rimborsi elettorali usati per i viaggi dei suoi figli e per i lavori nella villa di Gemonio - e per i quali è indagato per appropriazione indebita, truffa e riciclaggio il tesoriere della Lega Belsito - è presa pari pari dall'antologia di supercazzole di Scajola.

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Il dilemma di Starbucks

Res publica   21.10.10  

Come coniugare rispetto dell'ambiente e profitti quando la tua azienda è una multinazionale che ha il suo core business in bevande contenute in bicchieri usa e getta.

Starbucks introduced paper cups in 1984, when it had just seven stores, as part of its transition from an artisanal roaster to the world's biggest specialty-coffee chain. It has taken various steps over the years to mitigate the environmental impact of its packaging.

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Un mondo senza fosforo

Geek   22.04.10  

Era il 1938 quando il presidente Franklin Delano Roosevelt metteva in guardia gli Stati Uniti sulla difficoltà di reperire in futuro il fosforo, essenziale per l'agricoltura in quanto elemento base per i concimi.
Vero motore degli ultimi sessant'anni per la crescita costante e una migliore qualità dei prodotti coltivati.

Oggi, se possibile, le cose sono peggiorate.
Le analisi mostrano che l'erosione del suolo non riesce più a trattenere il fosforo che si disperde nell'ambiente.
Il fosforo estratto in miniera potrebbe finire già entro la metà del secolo.

Ulteriore motivo di preoccupazione è la quasi totale concentrazione delle riserve di fosforo in sole cinque nazioni. Gli Stati Uniti, il Sud Africa, la Cina, il Marocco e la Giordania.
Evidenti i possibili attriti internazionali, soprattutto in Marocco dove le miniere sono ubicate nel conteso territorio del Sahara Occidentale.

Possibili soluzioni potrebbero venire dal riciclo e da un più ampio e migliorato utilizzo dei rifiuti organici e da un uso massiccio di cultivar OGM resistenti alle infestazioni e agli agenti esterni.
Due soluzioni ad oggi difficilmente conciliabili.

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