Mistero Boffo
Gira voce che dopo Dino Boffo, le prossime mirabolanti inchieste del Giornale riguarderanno le case di D'Alema e, ehm, le donne di Veltroni.
Via Francesco Costa.
Gira voce che dopo Dino Boffo, le prossime mirabolanti inchieste del Giornale riguarderanno le case di D'Alema e, ehm, le donne di Veltroni.
Via Francesco Costa.
Walter ha fatto la cosa giusta, si è messo da parte.
Ora è tutto in mano a chi ha giocato allo sfascio per mesi.
La paura che si abbandoni la vocazione maggioritaria per tornare ad assomigliare ai DS è forte.
Il tentativo di ricostuire un Ulivo/Unione 2 è dietro l'angolo. Rimettersi in casa quella miriade di cespugli (con cui non si è mai riusciti a governare con successo in quindici anni di tentativi) è un progetto nel cassetto per molti.
Ritornare indietro, rinunciare, accontentarsi per racimolare le briciole. Strategia, tra l'altro, tanto cara a buona parte del paese.
Sarebbe un dramma.
L'alternativa potrebbe essere un congresso straordinario che porti a primarie entro Maggio, la scelta di un nuovo leader, la definizione di un nuovo progetto politico. Sarebbe la scelta più difficile, ma anche la più coraggiosa. Quella che permetterebbe al Partito Democratico di tornare a competere alla pari con il centrodestra in breve tempo.
Nel mezzo la linea che ha contraddistinto il PD nell'ultimo anno. Tirare a campare, magari con un segretario provvisorio da sacrificare in vista delle europee (Franceschini). Sperando che il salvifico congresso di Ottobre ci porti la luce.
In una delle rare occasioni in cui il segretario del Partito Democratico esprime una posizione chiara, netta e univoca, il resto del PD si presenta diviso e in balia delle peggiori correnti di potere.
Veltroni afferma di sentire:
la responsabilità di non aver reso evidente e chiara ciò che il Pd può essere di nuovo. Ogni volta che il vecchio si aggrappa ai nostri piedi, noi paghiamo un prezzo. Quando invece il Pd è il Pd, i risultati sono venuti.
E lo dice senza cambiare espressione.
Cose che neanche Craxi...
Alle polemiche scatenate dalla dichiarazione dalla senatrice Binetti:
Tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Da cui scaturisce il rischio pedofilia.
Risponde Walter Veltroni:
In un grande partito come il Pd non possono esistere "reati d'opinione" o processi per idee che vengano espresse.
Mi stupisce che su queste dichiarazioni si sia creato una così grande polemica quando era chiara la natura personale delle opinioni espresse e la posizione complessiva del partito.Quindi vale tutto. In un partito riformista e laico dire che i gay sono pedofili è accettabile.
Era importante saperlo.
Sarà istruttivo ricordarlo, al segretario, alla prossima polemica sulla leadership con conseguente levata di scudi verso chi rema contro.Magari poi cambiano anche nome al partito.
Bar Sport potrebbe essere indicato.
Con le stesse facce è difficile innovare. Abbiamo dirigenti espressione di una stagione precedente. Cambieremo prima del congresso, nel 2009.
(Walter Veltroni, oggi su Repubblica)Via Wittgenstein.
E' la prima iniziativa politica, di una qualche rilevanza, del Partito Democratico e del suo leader Walter Veltroni dal 12 aprile.
Gli eventuali vantaggi (o svantaggi) andranno valutati a freddo. Resta il fatto che qualcosa, finalmente, si è mosso.
L'alleanza è finita nel giorno in cui Di Pietro ha stracciato l'impegno e poi abbiamo due posizioni diverse, anche se, probabilmente, ci ritroveremo assieme nelle Amministrazioni locali, come è normale.
Warte, cosa mi sfugge? Cosa ci sfugge? Perché ti avviso, siamo in parecchi. E siamo il famoso paese reale, non una cosa che si snobba con un'alzata di spalle e la legittima convinzione di essere quelli che sanno fare le cose, altro che chiacchiere. Le chiacchiere stanno affondando questo partito.
Via Wittgenstein.