C'è bestemmia e bestemmia
Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, sulle bestemmie al Grande Fratello.
Ci sono ideatori di spettacoli che pur di "fare ascolti" e tenere accesi i riflettori programmano - ma mi verrebbe da dire premeditano - incidenti-esca. Il caso del bestemmiatore è emblematico. Dico solo questo: mentre nel mondo ci sono decine di milioni persone che soffrono e vengono uccise per la propria fede, mentre ci sono cristiani condannati a morte per "blasfemia" solo perché non rinunciano alla nostra fede in Gesù Cristo '"vero Dio e vero uomo'2, in Italia - culla del cristianesimo e cuore della cattolicita' - non si fa solo spettacolo dell'offesa a Dio e alla buona educazione che accomuna credenti e non credenti, ma si mette in scena anche il rito dell'indulgenza verso un'autentica blasfemia espressa nella sua forma più volgare e urtante.
Sempre Tarquinio sulle bestemmie del premier Berlusconi, un paio di mesi fa.
C'è una cultura della battuta a ogni costo che ha preso piede e fa brutta la nostra politica. E su questo tanti dovrebbero tornare a riflettere. E farebbero bene a pensarci su davvero anche coloro che bestemmie di vario tipo e barzellette mediocri (tristemente dilaganti tra pseudo satira e pseudo cultura) non le sopportano solo quando spuntano sulla bocca di un avversario, meglio se Silvio Berlusconi.