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I post con tag "Cory Doctorow" archivio

Giocare alle spie

Geek   16.06.09  

1. Non rendere pubblico il tuo indirizzo ip su Twitter, soprattutto non mentre usi l'hashtag #iranelection. Le forze di sicurezza stanno monitorando gli account che usano quell'hashtag e una volta individuato l'ip corrispondente, lo bloccano in Iran.

2. Gli unici hashtag da usare sono #iranelection e #gr88: gli altri finirebbero per diluire il flusso dei messaggi.

3. Occhi aperti! Le forze di sicurezza stanno usando degli account di Twitter per diffondere notizie false. Non far circolare informazioni senza prima averle verificate con fonti affidabili. Non è complicato trovare delle fonti affidabili.

4. Aiuta i blogger iraniani a nascondersi tra gli altri: cambia le tue impostazioni e il tuo fuso orario come se scrivessi da Teheran. Le forze di sicurezza danno la caccia agli utenti cercandoli secondo la loro posizione. Se tutti diventiamo "iraniani", trovare i veri iraniani sarà molto più complicato.

5. Non far saltare la loro copertura! Se trovi una fonte affidabile e sicura, non pubblicizzare il suo nome o il posto da cui scrive. Queste persone sono in grave pericolo. Diffondi le informazioni con discrezione, ma non far sì che possano essere rintracciati dalle forze di sicurezza.

Sono le cinque regole di Cory Doctorow, e tradotte da Internazionale, per aiutare gli iraniani che utilizzano Twitter a tenersi informati sugli sviluppi delle manifestazioni pro Moussavi.

Come se bastasse così poco per aggirare i filtri della sicurezza iraniana. Ad esempio, la modifica del fuso orario è un'azione completamente irrilevante.
Ciò che invece può davvero fare la differenza e aiutare concretamente i manifestanti è continuare a parlare di Iran. Fare pressioni sui media e sulla nostra classe politica perché non si spengano i riflettori sulla protesta.
Gli "aiuti" stranieri in questo momento possono essere solo controproducenti.

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La risposta alle pessime opinioni è più libertà di opinione

Geek   08.03.09  

"I social network per me sono importanti perché il passaparola aiuta i libri e anche i miei libri. Ma i social network incasinano la corteccia cerebrale. Facebook è la pornografia del sociale. Si nutre di se stesso e di quantità, più che di qualità. Queste cose perdono di senso quando il tuo boss che non sopporti ti chiede di essere tuo amico. E no, non è una buona cosa essere amici di tutti: ci sono anche brutte persone, in giro. Un conto è essere amichevoli, un conto essere amici. Bisogna essere amichevoli e gentili con tutti, ma amici no."

Via Wittgenstein.

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