Natale sottosopra

Comincia a far caldo, da 'ste parti, e sì che è un anno bello fresco per tutti. Perlomeno dall'abituale cornice di Brisbane siamo scesi a Sydney, quel migliaio di chilometri più a sud che
permette di evitare l'afa subtropicale.
Resta il fatto che, nonostante sia qui da cinque anni, il Natale australiano continua a sembrarmi una storia bizzarra. Perché, innanzitutto, siamo in piena estate, ovviamente, e il pranzo natalizio è spesso una grigliata condita da gamberoni, insalate di pasta, birra gelata, e macedonie di mango, anguria, meloni, albicocche, fragole, ciliegie e compagnia. Preferibilmente si sta in giardino, o in cortile, o al parco. Mi raccomando, non dimenticate la crema solare fattore +30 e il cappello, se no avrete in regalo una bella scottatura da crostaceo.
Nonostante la stagione, e nonostante i centri commerciali nel mese di dicembre siano affollati di aussies in bermuda e hawaiianas in cerca del regalo giusto, le decorazioni natalizie sono le solite. Un rubicondo e barbuto grassone impellicciato sulla slitta trainata da renne. I pupazzi di neve con sciarpa, cilindro, e una carota per naso. Abeti e pigne spruzzati di vernice bianca. Insomma, fa parecchio strano, per un europeo. Specie quando vedi i surfisti e le loro belle, in spiaggia, con la papalina di Santa Claus.
Ma dopotutto qui è tutto sottosopra. Oppure che sia il Bel Paese ad essere a testa in giù? No, perché - cambiando discorso ma neanche poi tanto - se il nostro presidente sempre presente che ci accompagnerà si è assicurato l'ossigeno grazie al suo poco trasparente shopping natalizio di deputati tantoalchilo, ad agosto (quando in Italia c'era l'afa e qui invece faceva freddo) i due aspiranti primi ministri Julia Gillard e Tony Abbott si contendevano i voti decisivi di tre indipendenti in lunghe trattative i cui contenuti venivano resi pubblici e discussi animatamente nel giro di poche ore, senza che nessuno avesse nulla da dire. E senza che le procure dovessero aprire fascicoli di sorta sulla compravendita di voti.
Ma, visto che a Natale siamo tutti più buoni, per una volta mi fermo qui, e, anzi, vi invidio un pochino, ché qui non si trova il pandolce genovese, il torrone è quasi tutto morbido, il moscato costa una fortuna ed è illegale anche solo sparare un minicicciolo.
Buon Natale dagli antipodi.