Ogni film di Wes Anderson spiegato da Wes Anderson
Il regista Wes Anderson ha esplorato, insieme a Vanity Fair, ogni film che ha realizzato e come la sua visione sia diventata realtà attraverso colori vivaci, simmetrie e storie coinvolgenti. Anderson ha condiviso dettagli sulla sua infanzia in Texas, sull'incontro con i fratelli Owen e Luke Wilson e su come James L. Brooks abbia dato impulso alla sua carriera.
Il processo di scrittura come un atto di scavare, piuttosto che di costruire, descrive come Anderson si approcci allo storytelling. Si tratta di scoprire una storia che già esiste e modellarla secondo la propria creatività.
Con dodici film all'attivo in 29 anni, il suo nome è diventato sinonimo di uno stile visivo distintivo, caratterizzato da composizioni simmetriche, palette di colori vivaci e movimenti di camera unici. La sua attenzione ai dettagli mostra come l'estetica di ogni inquadratura contribuisca all'atmosfera e alla narrazione.
È interessante ricordare alcuni dettagli che anche i fan più accaniti potrebbero non conoscere.
Ad esempio, il copione originale di Un colpo da dilettanti era molto, ma molto lungo e subì un severo taglio grazie al produttore James L. Brooks. In Rushmore le location furono scelte in base alla possibilità di coreografare i movimenti in accordo con certe canzoni della British Invasion. Anderson aveva promesso a Gene Hackman che si sarebbe divertito a recitare ne I Tenenbaum, ma non finì proprio così.
Le ispirazioni di Anderson sono molteplici e affascinanti. Per Il treno per il Darjeeling ha preso spunto da film come Il fiume di Jean Renoir e la trilogia di Apu di Satyajit Ray. In Moonrise Kingdom, il suo sguardo da cittadino residente in Francia gli ha permesso di vedere l'America come un paese straniero.
Per il suo ultimo progetto, La trama fenicia, si è ispirato al lavoro di Luis Buñuel per scrivere raccontare come il magnate Zsa-zsa Korda, interpretato da Benicio del Toro, sia soggetto a visioni bibliche durante i suoi frequenti incontri con la morte.