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Il blog di Tiziano Caviglia

Raktajino il caffè Klingon

Multimedia   14.03.24  

Assumere il caffè Klingon, conosciuto come raktajino, è diventato un'abitudine quotidiana per il personale della Flotta Stellare durante gli episodi delle serie di Star Trek: Deep Space Nine e Star Trek: Voyager.
John DiMarco ha realizzato un montaggio che mostra vari personaggi gustare o parlare del raktajino nel corso di diverse stagioni.

La cultura Klingon è una parte affascinante dell'universo di Star Trek. Una razza guerriera, con una forte etica dell'onore e una propensione per il combattimento e la morte in battaglia. Ma nonostante la loro reputazione di barbari, i Klingon dimostrano anche di apprezzare i piccoli gesti quotidiani come sorseggiare una tazza di caffè.
Il raktajino è diventato un simbolo di questo connubio tra la cultura Klingon e gli equipaggi federali. Una bevanda audace e stimolante, che corrisponde alla personalità energica degli stessi Klingon.

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Memorizzare le prime 200 cifre del Pi greco con un canzone

Wow   14.03.24  

Per celebrare il giorno del Pi greco, AsapSCIENCE ha composto una canzone per aiutarci a ricordare le prime 200 cifre della costante matematica che ha aperto la strada al mondo moderno.

3.14159 this is pi, followed by
2653589 circumference over di-ameter
7-9 then 323 o-m-g, can't you see?
8462643 and now we're on a spree

38 and 32 now we're blue, oh who knew!
7 thousand 9 hundred 50 and then 2
88 and 41, so much fun, now a run!
97 16939937 51 - halfway DONE

058 now don't be late, 209 where's the wine
7-4 it's on the floor, then 9-4-4-5-9
230 we gotta go, 78 we can't wait
1640628, we're almost near the end keep going

62 we're getting through, 089-9 on time
8628034 there's only a few more
8-2 then
5-3
42-11-7-0 and 67

We're done!
Was that fun?
Learning random digits so that you can brag to your friends

Are you ready for more?
We'll here's another hundred digits

98214 so many more
80865 let's all high five
13-282 well look at you
306 and your bag of tricks

6470 if you go slow
9-38-4 then you will score
4-6-0-9-5 now let's dive
505 into more pie

8 blue flying bats
Over 2 gold cats
23 shoes
172 screws

5 well dressed small dogs
Working 35 hour jobs

Oh this song
Is so absurd
Just rhyming pure random words

94081 can you taste your tongue?
28481 it just can't be done
117450 now close that door

Get those numbers in your brain
And keep them forevermore

284102
7-0 let's make a stew
1938521
105559 now our final run!

644-622
948 look at you
954-930
3819 and WOAH
The Pi Song 2.0

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L'idea che ha salvato la Torre di Pisa

Geek   13.03.24  

Milioni di turisti si sono fatti immortalare mentre fingono di sorreggere la Torre di Pisa. A partire dal 1990 qualcuno lo ha fatto davvero.
Nel corso dei suoi circa sei secoli l'iconica inclinazione della torre in piazza del Duomo continuò ad aumentare fino a quando, nel 1990, la torre fu chiusa al pubblico per timore che fosse vicina al collasso. Il governo italiano nominò una commissione di ingegneri, architetti ed esperti di restauro conservativo per decidere come riparare definitivamente la struttura.
Grady Hillhouse, di Practical Engineering, analizza come un team di ingegneri perseveranti ed estremamente creativi utilizzarono tutto ciò che avevano a disposizione per mantenere la torre in piedi, riducendone l'inclinazione.

Tre idee si erano alternate su come preservare la Torre di Pisa.
La prima consisteva nel pompare l'acqua sotterranea dalla sabbia sotto il lato nord della torre, ma questa soluzione rischiava di peggiorare ancora di più la situazione.
La seconda ipotesi prendeva in esame l'elettrosmosi, ma si scoprì che il terreno era troppo conduttivo e tutti gli altri effetti della combinazione di elettricità e terreno saturo rendevano il processo praticamente inutile.
La commissione si trovò dunque concorde su una terza possibilità: lo scavo sotto la torre. Se non riuscivano a far consolidare il terreno sotto la torre, potevano semplicemente rimuoverne una parte. Alla fine, l'idea dello scavo sotto la torre funzionò bene e le tecniche innovative sono utilizzate ancora oggi. L'intento non era quello di raddrizzare perfettamente la torre, ma di evitare che si inclinasse così tanto da diventare pericolosa per il pubblico e di preservarne la sua caratteristica almeno per tre secoli a venire.

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Fernando Pessoa lo scrittore dagli infiniti pseudonimi

Multimedia   10.03.24  

Molti autori pubblicano opere letterarie con uno pseudonimo per rendere il proprio nome più facile da pronunciare o ricordare, o per evitare di essere giudicati sulla base alle opere precedenti o semplicemente per mantenere separata la propria vita professionale da quella privata. Ma per lo scrittore Fernando Pessoa è stata tutta un'altra storia.

Pessoa non solo ha assunto diversi pseudonimi, ma li ha anche vissuti, scrivendo come se si trovasse davvero nel corpo del suo eteronomo.
Era un'abitudine che aveva acquisito da bambino, per liberare la sua creatività senza rivelare troppo di sé stesso.
La parte più strana della storia è che nessuno sapeva che questi diversi scrittori erano tutti la stessa persona fino alla morte di Pessoa.
Come racconta Ilan Stavans, su TED-Ed, i suoi scritti inediti sono stati scoperti dopo la morte avvenuta nel 1935, rivelando che Pessoa aveva creato oltre 70 autori diversi.

Fernando Pessoa è diventato famoso come uno dei più grandi innovatori della letteratura, ma la sua genialità risiedeva non solo nella sua abilità di scrivere, ma anche nella sua capacità di creare interi mondi letterari attraverso i suoi eteronimi. Ogni eteronimo aveva una personalità distinta, una storia di vita e una voce unica. Pessoa si immerse completamente in queste personalità, dando vita a una molteplicità di voci letterarie che si intrecciavano e si confrontavano tra loro.
Attraverso i suoi eteronimi, Pessoa esplorò una vasta gamma di stili letterari, generi e tematiche. Ogni eteronimo aveva il suo modo di scrivere, la sua prospettiva e il suo modo di relazionarsi al mondo. Alcuni erano poeti romantici, altri scrittori di prosa sperimentale, altri ancora filosofi profondi. Questa varietà di voci gli permise di esprimere liberamente le sue idee e le sue emozioni, senza essere vincolato a un'unica identità.
Il fatto che nessuno sapesse che tutti questi scrittori erano Pessoa stesso è un testimone della maestria con cui riuscì a creare e mantenere queste personalità separate. Nessuno avrebbe mai sospettato che dietro i nomi di Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Álvaro de Campos e molti altri si nascondeva la stessa mente creativa.

La scoperta dei suoi scritti inediti dopo la sua morte ha aggiunto un ulteriore strato di mistero e fascino alla figura di Pessoa. Questi scritti ci permettono di approfondire la sua complessità e di apprezzare la vastità del suo genio letterario. Fernando Pessoa, con i suoi eteronimi, ci ha insegnato che la scrittura può essere un atto di esplorazione e di trasformazione, che ci permette di abbracciare una molteplicità di identità e di esprimere le nostre idee in modi unici.

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Breve storia del caffè

Wow   07.03.24  

In questo essay di Ted-Ed, scritto da Jonathan Morris e animato da Harry Tennant, Addison Anderson ripercorre la storia del caffè a partire dalla fortuita scoperta degli effetti della caffeina per merito di alcune capre e del loro pastore Kaldi.

La nuova bevanda si diffuse molto rapidamente e divenne sempre più popolare quando venne esportata in Europa e nell'Asia, per poi raggiungere il Sud America e i Caraibi.
La storia del caffè contiene molti episodi oscuri legati al colonialismo e allo sfruttamento dei popoli indigeni. Negli ultimi decenni, i lavoratori del caffè in tutto il mondo hanno continuato a subire condizioni disumane e salari insufficienti. Ciò ha motivato gli sforzi di certificazione per la produzione di miscele di caffè che rispettassero gli standard etici, compresi il salario minimo e l'agricoltura sostenibile.
Anche il cambiamento climatico è motivo di grande preoccupazione per il futuro del caffè poiché le coltivazioni più estese si trovano in paesi vicini all'Equatore, un'area maggiormente soggetta agli effetti dannosi del global warming. Per questo motivo gli scienziati stanno studiando delle piante ibride di caffè più resilienti a possibili sconvolgimenti climatici.

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Le inquadrature più belle della storia del cinema

Multimedia   07.03.24  

La bellezza del cinema risiede in gran parte nelle immagini che crea, nelle emozioni che suscita e nelle storie che racconta. Attraverso l'uso magistrale delle immagini, il cinema ci permette di viaggiare in mondi fantastici, di esplorare le profondità dell'animo umano e di sperimentare emozioni intense.

Se sei anche solo minimamente appassionato di cinema, questa raccolta delle più belle inquadrature della storia, montata dalla Solomon Society, ti farà ripassare la tua vita davanti aglii occhi.
Ci sono classici intramontabili che hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia del cinema. Ci sono pellicole con le loro fotografie vibranti e la narrazione coinvolgente e film che ci hanno regalato una visione cruda e potente della vita attraverso la maestria della regia e le interpretazioni indimenticabili.

Ogni inquadrature in questo video è un'opera d'arte, con la sua combinazione unica di luce, colore, movimento e composizione. Ogni film rappresenta una visione artistica e un punto di vista unico, che ci permette di vedere il mondo attraverso gli occhi dei registi e la recitazione degli attori. Queste scene ci offrono un assaggio dell'ampia gamma di emozioni e esperienze che il cinema può offrire: dalla gioia all'eccitazione, dalla tristezza alla paura, dall'amore alla speranza.
Il cinema ha il potere di connetterci, di farci riflettere e di spingerci a esplorare nuovi orizzonti. Questa raccolta ci ricorda che il cinema è un'arte autentica e influente, capace di lasciare un'impronta profonda nelle nostre vite. Attraverso queste inquadrature possiamo riscoprire l'importanza dell'estetica visiva, della narrativa coinvolgente e dell'impatto emotivo che il cinema può avere su di noi.

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Eliminare i rifiuti spaziali utilizzando un laser

Geek   06.03.24  

I detriti spaziali prodotti da lanci orbitali possono seriamente danneggiare i satelliti operativi, astronavi e le stazioni spaziali. Con un'industria spaziale commerciale in rapida crescita che ha messo in orbita un numero senza precedenti di nuovi satelliti e veicoli questo problema può solo peggiorare.

Gli scienziati si preoccupano di una situazione, ipotizzata negli anni '70, chiamata sindrome di Kessler, in cui una reazione a catena incontrollata di collisioni e frammentazioni produce una nuvola di detriti intorno alla Terra così densa da minacciare le future missioni spaziali.
Vox analizza le opzioni proposte per iniziare a ripulire i detriti che ci circondano.

Una strategia per gli oggetti più grandi, ovvero frammenti di dimensioni superiori a 10 centimetri, potrebbe essere quella di inviare un piccolo veicolo spaziale per rallentare l'orbita del detrito per permetterne un rientro atmosferico controllato.
Per la classe più piccola di detriti, che varia da 1 millimetro a 1 centimetro di dimensione, ci sono due idee principali. Una sarebbe quella di mettere in orbita un raccoglitore fisico per catturare o rallentare questi piccoli frammenti incontrollabili. L'altra propone di introdurre una nuvola di polvere di tungsteno in orbita per appesantirli e trascinarli nell'atmosfera terrestre. Entrambe le idee sembrano tuttavia poco pratiche e addirittura controproducenti.

È qui che entra in gioco l'utilizzo dei laser. Questo approccio prevede di tracciare i frammenti con un radar e colpirli con un laser, sempre con l'obiettivo di disturbarne l'orbita e neutralizzarli.

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Micro auto a pedali

Geek   03.03.24  

Il crescente costo della benzina, le emissioni di carbonio, le tasse e l'assicurazione... Questi sono solo alcuni dei motivi per cui possedere una macchina potrebbe non interessare a tutti. Allo stesso modo, ci sono molte ragioni per cui non tutti vogliono o possono usare una bicicletta o una e-bike. Ma cosa succederebbe se si potessero combinare le migliori qualità delle biciclette e delle auto in un unico mezzo?

Coloro che amano andare in bicicletta e preferiscono rimanere asciutti durante il maltempo potrebbero essere i potenziali candidati per uno di questi ibridi tra una minicar e una bicicletta, presentati da Interesting and Creative Designs.

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Perché non usiamo ovunque la luce ultravioletta per uccidere i virus

Geek   03.03.24  

La scoperta dell'effetto letale della luce ultravioletta sui virus non è nuova, ma l'attenzione si è sempre focalizzata sugli effetti nocivi che questa radiazione può avere sulla nostra pelle.
L'ultravioletto C, o UVC, in particolare, è una forma di luce ultravioletta che ha dimostrato di essere altamente efficace nel neutralizzare i virus. Tuttavia, la radiazione UV è stata considerata dannoso per la salute umana a causa della sua capacità di danneggiare il DNA nelle cellule e causare il cancro. Questa è la ragione per cui negli anni abbiamo adottato misure di protezione come l'uso di creme solari e l'esposizione controllata al sole.

Tuttavia, nel 2020 è stata fatta una scoperta sorprendente nel tentativo di trovare una difesa efficace contro il Coronavirus. È emerso che l'UVC, se utilizzato a una specifica lunghezza d'onda, chiamata ultravioletto lontano, o FUV, può essere sicuro per l'uomo e allo stesso tempo efficace nel distruggere i virus. Questa scoperta ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica e medica.

Nonostante i risultati promettenti, l'adozione diffusa dell'UV lontano per eliminare i virus non è ancora diventata una pratica comune.
Vox analizza le ancora molte domande aperte sulla sua sicurezza e sulla sua efficacia. Ad esempio, è necessario comprendere meglio gli effetti a lungo termine dell'esposizione all'UV lontano sull'uomo e determinare le dosi ottimali per un'efficace sterilizzazione. Inoltre, ci sono anche considerazioni economiche da valutare, come il costo degli apparecchi di illuminazione UV lontano e la loro manutenzione.
Solo attraverso un approccio scientifico rigoroso e una valutazione accurata della sicurezza e dell'efficacia dell'UV lontano, potremo determinare se e come questo potrebbe diventare una soluzione affidabile per la sterilizzazione e il controllo dei virus.

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I paradossi di un universo finito o infinito

Geek   03.03.24  

La domanda su cosa si trovi al di fuori dell'universo è un interrogativo complesso che ha affascinato filosofi, scienziati e pensatori per secoli. L'universo, come lo conosciamo, comprende tutto ciò che esiste: spazio, tempo, materia ed energia. Quindi, se ci riferiamo a ciò che si trova oltre l'universo, stiamo implicitamente cercando di comprendere cosa esista al di fuori di tutto ciò che esiste. È un concetto che sfida la nostra comprensione e supera i confini della nostra esperienza.

Kurzgesagt si interroga sulla natura dell'universo, prendendo in esame sia la teoria di un universo finito in espansione e virtualmente senza confini e l'ipotesi di un universo veramente infinito.
Sappiamo che l'universo ha avuto origine circa 13,8 miliardi di anni fa e che da allora ha continuato a espandersi. Quando parliamo dell'espansione dell'universo, ci riferiamo al fatto che le galassie e le strutture cosmiche che le uniscono gravitazionalmente si stanno allontanando l'una dall'altra nello spazio. Tuttavia, è importante sottolineare che l'espansione dell'universo non implica necessariamente l'esistenza di un bordo o di un limite fisico. Se l'universo avesse la forma di un'ipersfera, di una sella o toroidale potremmo attraversarlo senza percepire mai una fine. Inoltre la sua costante espansone potrebbe anche rendere impossibile ritornare al punto di partenza compiendo un giro completo, proprio perché il punto di origine si allontanerebbe sempre di più man mano che avanziamo verso di esso.
Se invece fosse finito, a seconda della sua forma, ci troveremmo d'innanzi a continui paradossi spaziotemporali.

La teoria di un'universo infinito è ancora più complessa da afferrare.
Un universo infinito presuppone anche infinite possibilità. Uno spazio infinito può diventare più grande. In uno spazio infinito potremmo scoprire infinite varianti di noi stessi, ma non riuscire mai a incontrarle.

Data la natura di questi problemi, gli astronomi tendono a definire lo spazio secondo i concetti di universo osservabile, in questo caso è ragionevole definirne una dimensione conosciuta seppur senza bordi, e la totalità dell'universo che non ci è dato sapere se sia finito o infinito.

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