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I cinque punti più profondi della Terra

Geek   16.03.24  

La mappa animata di Esri ci offre un tour di quattro degli abissi più profondi della Terra e di un'area che molto probabilmente è stata creata dalla separazione dei fondali marini, quando due placche tettoniche si sono allontanate l'una dall'altra.

La Terra con oltre il 70% della sua superficie coperta dagli oceani è un pianeta d'acqua. Mapparli con la massima precisione è sempre stato una sfida, tanto che ancora oggi abbiamo carte geografiche di Marte più dettagliate rispetto a quelle dei nostri oceani.
L'iniziativa delle Nazioni Unite Seabed 2030 si propone di risolvere queste carenze creando una mappa batimetrica completa degli oceani entro la fine del decennio.

L'analisi di queste cinque profondità oceaniche, l'Abisso Molloy, la Fossa della Sonda, la Fossa delle Sandwich Australi, la Fossa di Porto Rico che rappresenta il punto più profondo dell'Atlantico e la Fossa delle Marianne con l'Abisso Challenger, ci offre una finestra su alcuni degli ultimi territori meno esplorati del nostro pianeta.

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I segreti della Stazione Spaziale Internazionale

Geek   15.03.24  

Il National Geographic esplora la Stazione Spaziale Internazionale, una meraviglia dell'ingegneria che spinge i confini umani nello spazio e approfondisce le sfide che gli astronauti affrontano vivendo a bassa gravità e le sofisticate soluzioni adottate per superarle.

Costruire e mantenere la ISS nell'ambiente estremo dello spazio è una sfida senza precedenti, non solo a livello tecnico, dato che i vari moduli e i sistemi di supporto vitale sono stati assemblati nello spazio, ma ha anche richiesto una complessa collaborazione internazionale.
La stazione spaziale genera la propria aria utilizzando l'elettrolisi per produrre ossigeno e l'acqua attraverso un complesso sistema di filtrazione a più stadi per riciclare l'acqua da diverse fonti. Inoltre la ISS si protegge dai micrometeoriti e altri detriti spaziali grazie a speciali configurazioni di scudi di Whipple e può manovrare cambiando altitudine per evitare impatti con oggetti di dimensioni maggiori.
Anche le intense variazioni di termiche sono una sfida e devono essere contrastate con un sofisticato sistema di raffreddamento che utilizza ammoniaca per dissipare il calore.
Mantenere una comunicazione costante con la Terra è fondamentale per il controllo delle missioni. L'ISS utilizza una rete di satelliti e connessioni laser per superare questo ostacolo.

La Stazione Spaziale Internazionale non è solo una meraviglia tecnologica e un laboratorio scientifico, ma serve anche come campo di addestramento per le missioni nello spazio profondo per comprendere gli effetti a lungo termine dei viaggi spaziali sul corpo umano e a testare innovative soluzioni adattabili per l'esplorazione spaziale, come il modulo espandibile BEAM, un prototipo per futuri habitat spaziali di grandi dimensioni.

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L'ultimo dipinto di Vincent van Gogh

Geek   15.03.24  

C'è sempre stato dibattito su quale fosse l'ultima opera di Vincent van Gogh. Oggi sappiamo che con ogni probabilità van Gogh lavorò sulla tela chiamata Radici e tronchi d'albero la mattina in cui si sparò al petto. Il tema oscuro e cupo del dipinto sembrava incarnare perfettamente i suoi ultimi giorni, quasi a voler rappresentare una premonizione sulla sua imminente morte.
Il mistero di cosa fosse e dove fosse stato dipinto avrebbe impiegato più di un secolo per essere risolto, e ciò è stato possibile solo in seguito a un'epidemia mondiale.
E questo significa che ora abbiamo una comprensione più profonda di come sono state le ultime ore di van Gogh, prima della sua tragica morte prematura.

Great Art Explained ripercorre la storia di questo dipinto e del suo riconoscimento come l'ultima opera di van Gogh, un esempio affascinante di come il progresso e gli eventi imprevisti possano portare a nuove scoperte. Grazie a una serie di coincidenze, tra cui una pandemia globale, è stato possibile fare luce su quest'opera che ha rivelato dettagli preziosi sulla sua vita e la sua morte.
Il fatto che il dipinto sia stato scoperto solo dopo un secolo dimostra quanto sia difficile ricostruire le vicende di un artista del passato e quanto ancora possiamo imparare. La sua scoperta ha fornito un'ulteriore finestra sulla mente e sulle emozioni di van Gogh durante i suoi ultimi istanti di depressione. Ci aiuta a comprendere meglio la sua lotta interiore, le sue preoccupazioni e le sue visioni che hanno influenzato la sua arte fino alla fine e ci ricorda la profondità e la complessità dell'arte che continua a sorprenderci anche dopo così tanto tempo.

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L'idea che ha salvato la Torre di Pisa

Geek   13.03.24  

Milioni di turisti si sono fatti immortalare mentre fingono di sorreggere la Torre di Pisa. A partire dal 1990 qualcuno lo ha fatto davvero.
Nel corso dei suoi circa sei secoli l'iconica inclinazione della torre in piazza del Duomo continuò ad aumentare fino a quando, nel 1990, la torre fu chiusa al pubblico per timore che fosse vicina al collasso. Il governo italiano nominò una commissione di ingegneri, architetti ed esperti di restauro conservativo per decidere come riparare definitivamente la struttura.
Grady Hillhouse, di Practical Engineering, analizza come un team di ingegneri perseveranti ed estremamente creativi utilizzarono tutto ciò che avevano a disposizione per mantenere la torre in piedi, riducendone l'inclinazione.

Tre idee si erano alternate su come preservare la Torre di Pisa.
La prima consisteva nel pompare l'acqua sotterranea dalla sabbia sotto il lato nord della torre, ma questa soluzione rischiava di peggiorare ancora di più la situazione.
La seconda ipotesi prendeva in esame l'elettrosmosi, ma si scoprì che il terreno era troppo conduttivo e tutti gli altri effetti della combinazione di elettricità e terreno saturo rendevano il processo praticamente inutile.
La commissione si trovò dunque concorde su una terza possibilità: lo scavo sotto la torre. Se non riuscivano a far consolidare il terreno sotto la torre, potevano semplicemente rimuoverne una parte. Alla fine, l'idea dello scavo sotto la torre funzionò bene e le tecniche innovative sono utilizzate ancora oggi. L'intento non era quello di raddrizzare perfettamente la torre, ma di evitare che si inclinasse così tanto da diventare pericolosa per il pubblico e di preservarne la sua caratteristica almeno per tre secoli a venire.

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Eliminare i rifiuti spaziali utilizzando un laser

Geek   06.03.24  

I detriti spaziali prodotti da lanci orbitali possono seriamente danneggiare i satelliti operativi, astronavi e le stazioni spaziali. Con un'industria spaziale commerciale in rapida crescita che ha messo in orbita un numero senza precedenti di nuovi satelliti e veicoli questo problema può solo peggiorare.

Gli scienziati si preoccupano di una situazione, ipotizzata negli anni '70, chiamata sindrome di Kessler, in cui una reazione a catena incontrollata di collisioni e frammentazioni produce una nuvola di detriti intorno alla Terra così densa da minacciare le future missioni spaziali.
Vox analizza le opzioni proposte per iniziare a ripulire i detriti che ci circondano.

Una strategia per gli oggetti più grandi, ovvero frammenti di dimensioni superiori a 10 centimetri, potrebbe essere quella di inviare un piccolo veicolo spaziale per rallentare l'orbita del detrito per permetterne un rientro atmosferico controllato.
Per la classe più piccola di detriti, che varia da 1 millimetro a 1 centimetro di dimensione, ci sono due idee principali. Una sarebbe quella di mettere in orbita un raccoglitore fisico per catturare o rallentare questi piccoli frammenti incontrollabili. L'altra propone di introdurre una nuvola di polvere di tungsteno in orbita per appesantirli e trascinarli nell'atmosfera terrestre. Entrambe le idee sembrano tuttavia poco pratiche e addirittura controproducenti.

È qui che entra in gioco l'utilizzo dei laser. Questo approccio prevede di tracciare i frammenti con un radar e colpirli con un laser, sempre con l'obiettivo di disturbarne l'orbita e neutralizzarli.

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Micro auto a pedali

Geek   03.03.24  

Il crescente costo della benzina, le emissioni di carbonio, le tasse e l'assicurazione... Questi sono solo alcuni dei motivi per cui possedere una macchina potrebbe non interessare a tutti. Allo stesso modo, ci sono molte ragioni per cui non tutti vogliono o possono usare una bicicletta o una e-bike. Ma cosa succederebbe se si potessero combinare le migliori qualità delle biciclette e delle auto in un unico mezzo?

Coloro che amano andare in bicicletta e preferiscono rimanere asciutti durante il maltempo potrebbero essere i potenziali candidati per uno di questi ibridi tra una minicar e una bicicletta, presentati da Interesting and Creative Designs.

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Perché non usiamo ovunque la luce ultravioletta per uccidere i virus

Geek   03.03.24  

La scoperta dell'effetto letale della luce ultravioletta sui virus non è nuova, ma l'attenzione si è sempre focalizzata sugli effetti nocivi che questa radiazione può avere sulla nostra pelle.
L'ultravioletto C, o UVC, in particolare, è una forma di luce ultravioletta che ha dimostrato di essere altamente efficace nel neutralizzare i virus. Tuttavia, la radiazione UV è stata considerata dannoso per la salute umana a causa della sua capacità di danneggiare il DNA nelle cellule e causare il cancro. Questa è la ragione per cui negli anni abbiamo adottato misure di protezione come l'uso di creme solari e l'esposizione controllata al sole.

Tuttavia, nel 2020 è stata fatta una scoperta sorprendente nel tentativo di trovare una difesa efficace contro il Coronavirus. È emerso che l'UVC, se utilizzato a una specifica lunghezza d'onda, chiamata ultravioletto lontano, o FUV, può essere sicuro per l'uomo e allo stesso tempo efficace nel distruggere i virus. Questa scoperta ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica e medica.

Nonostante i risultati promettenti, l'adozione diffusa dell'UV lontano per eliminare i virus non è ancora diventata una pratica comune.
Vox analizza le ancora molte domande aperte sulla sua sicurezza e sulla sua efficacia. Ad esempio, è necessario comprendere meglio gli effetti a lungo termine dell'esposizione all'UV lontano sull'uomo e determinare le dosi ottimali per un'efficace sterilizzazione. Inoltre, ci sono anche considerazioni economiche da valutare, come il costo degli apparecchi di illuminazione UV lontano e la loro manutenzione.
Solo attraverso un approccio scientifico rigoroso e una valutazione accurata della sicurezza e dell'efficacia dell'UV lontano, potremo determinare se e come questo potrebbe diventare una soluzione affidabile per la sterilizzazione e il controllo dei virus.

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I paradossi di un universo finito o infinito

Geek   03.03.24  

La domanda su cosa si trovi al di fuori dell'universo è un interrogativo complesso che ha affascinato filosofi, scienziati e pensatori per secoli. L'universo, come lo conosciamo, comprende tutto ciò che esiste: spazio, tempo, materia ed energia. Quindi, se ci riferiamo a ciò che si trova oltre l'universo, stiamo implicitamente cercando di comprendere cosa esista al di fuori di tutto ciò che esiste. È un concetto che sfida la nostra comprensione e supera i confini della nostra esperienza.

Kurzgesagt si interroga sulla natura dell'universo, prendendo in esame sia la teoria di un universo finito in espansione e virtualmente senza confini e l'ipotesi di un universo veramente infinito.
Sappiamo che l'universo ha avuto origine circa 13,8 miliardi di anni fa e che da allora ha continuato a espandersi. Quando parliamo dell'espansione dell'universo, ci riferiamo al fatto che le galassie e le strutture cosmiche che le uniscono gravitazionalmente si stanno allontanando l'una dall'altra nello spazio. Tuttavia, è importante sottolineare che l'espansione dell'universo non implica necessariamente l'esistenza di un bordo o di un limite fisico. Se l'universo avesse la forma di un'ipersfera, di una sella o toroidale potremmo attraversarlo senza percepire mai una fine. Inoltre la sua costante espansone potrebbe anche rendere impossibile ritornare al punto di partenza compiendo un giro completo, proprio perché il punto di origine si allontanerebbe sempre di più man mano che avanziamo verso di esso.
Se invece fosse finito, a seconda della sua forma, ci troveremmo d'innanzi a continui paradossi spaziotemporali.

La teoria di un'universo infinito è ancora più complessa da afferrare.
Un universo infinito presuppone anche infinite possibilità. Uno spazio infinito può diventare più grande. In uno spazio infinito potremmo scoprire infinite varianti di noi stessi, ma non riuscire mai a incontrarle.

Data la natura di questi problemi, gli astronomi tendono a definire lo spazio secondo i concetti di universo osservabile, in questo caso è ragionevole definirne una dimensione conosciuta seppur senza bordi, e la totalità dell'universo che non ci è dato sapere se sia finito o infinito.

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L'evoluzione della biologia speculativa

Geek   26.02.24  

La biologia speculativa può essere definita come un genere di fiction incentrato su scenari ipotetici che ipotizzano nuove evoluzione della vita.
L'interesse per la biologia di vita immaginaria non è sempre stato così diffuso. I mostri dell'antica mitologia non venivano considerati parte di un ecosistema, semplicemente esistevano. L'origine e l'ascesa dell'evoluzione speculativa come la conosciamo oggi è un racconto affascinante, profondamente intrecciato con l'avanzamento scientifico e trame complicate.

La storia della biologia speculativa affonda le sue radici nel desiderio di esplorare l'ignoto e di spingersi al di là dei confini della conoscenza scientifica convenzionale. Fin dai tempi antichi, l'uomo ha immaginato creature fantastiche e mitologiche, ma solo in tempi più recenti questa concezione ha iniziato a evolversi in una disciplina più strutturata e scientificamente informata.
L'avvento della teoria dell'evoluzione di Charles Darwin nel XIX secolo ha gettato le basi per un nuovo modo di pensare l'evoluzione della vita. La sua teoria ha offerto uno spunto di riflessione sulla diversità delle specie e sui meccanismi che guidano il cambiamento nel corso del tempo. Tuttavia, la biologia speculativa non si è sviluppata immediatamente dopo le scoperte di Darwin, ma ha richiesto ulteriori sviluppi scientifici e tecnologici per poter prendere piede.

Come ricorda Curious Archive, durante il XX secolo con l'avanzamento delle conoscenze scientifiche e l'esplosione dell'immaginazione creativa, l'evoluzione speculativa ha cominciato a emergere come un campo di studio a sé stante. Opere pionieristiche come Dopo l'uomo di Dougal Dixon hanno introdotto il concetto di evoluzione di creature immaginarie in un contesto scientifico. Questi autori hanno applicato principi biologici e paleontologici per immaginare come potrebbero evolvere gli esseri viventi in scenari futuri o in mondi alternativi.
Con l'avvento di internet e la democratizzazione dell'informazione, l'allobiologia ha trovato una nuova forma di espressione e diffusione. Progetti online come Speculative Evolution Wiki e The Speculative Dinosaur Project hanno permesso agli appassionati di condividere idee, creare creature immaginarie e sviluppare scenari evolutivi dettagliati.

Oggi, l'allobiologia si è evoluta in un campo multidisciplinare che coinvolge biologi, artisti, scrittori e appassionati di fantascienza. L'interesse per l'esplorazione di mondi immaginari e per la biologia delle creature fantastiche ha raggiunto un pubblico sempre più vasto, grazie anche alla popolarità dei videogiochi, dei film e dei libri che esplorano questi temi.

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Fujifilm X100VI un viaggio alle radici della fotografia

Geek   22.02.24  

La fotografia ha il potere di catturare momenti preziosi e di creare connessioni durature. Per Sam Abell, la sua esperienza vissuta ad Hagi, in Giappone, ha segnato un punto di svolta nella sua carriera e nella sua vita. È in questa città che ha trovato ispirazione e ha imparato a vedere il mondo attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica.
Fujifilm riporta Abell ad Hagi per riscopre il valore senza tempo e la bellezza della fotografia per presentare l'ultima incarnazione di una delle macchine fotografiche più iconiche della storia, la X100VI.

Sam Abell si immerge nuovamente nella città, esplorando i luoghi che hanno avuto un impatto significativo sulla sua visione artistica e ricorda i rapporti umani che ha stabilito nel corso degli anni come fotografo.
Ogni scatto può raccontare una storia e catturare l'essenza di una persona o di un luogo. Abell riflette sul potere e sulla profondità di queste connessioni, che vanno al di là dell'immagine stessa.
La fotografia non è solo un mezzo per catturare la realtà, ma può anche essere uno strumento per creare empatia e comprensione. Attraverso le sue immagini, Abell ha il potere di far sentire agli spettatori le emozioni e le esperienze delle persone che ritrae. Questo è ciò che rende la sua fotografia così significativa e preziosa.

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