Castello Doria-Malaspina - Castelli e fortezze della Liguria (-10)
Il Castello dei Doria-Malaspina domina il borgo di Calice al Cornoviglio e la valle del torrente Usurana. Una posizione strategica per controllare e difendere gli accessi che dalla val di Vara risalivano verso l'interno.
La sua struttura si presenta come un corpo quadrangolare con due torri angolari: a destra un torrione rotondo e a sinistra un corpo cilindrico più basso. Oggi appare come un palazzo signorile, che conserva solo in parte le caratteristiche architettoniche del complesso originale.
La prima fortificazione di cui si ha notizia risale all'XI secolo, come da diversi atti datati 1077 che lo testimoniano, e fu probabilmente un presidio degli Obertenghi. Due secoli dopo il castello sarebbe passato nelle mani della famiglia Malaspina, non prima però di un contenzioso con il conte vescovo di Luni Gualtiero II che aveva occupato la fortezza risolto da Tancredi Onesto con un lodo del 1206 che restituiva a Guglielmo e Corrado Malaspina la proprietà sul castrum calisi.
Verso la fine del secolo diverrà una proprietà indiretta dei Fieschi grazie al matrimonio tra Agata Fieschi, figlia del conte Niccolò, con Morello I, figlio del capostipite della famiglia Giovagallo già signori di Calice, Veppo e Madrignano. Tuttavia questo status durerà poco. Nel 1276 il Castello di Calice passerà alla Repubblica di Genova.
I Malaspina dovranno attendere il XIV secolo per tornare in possesso della proprietà che per un secolo verrà divisa a turno tra i due rami della famiglia nobiliare, quello di Villafranca e quello di Lusuolo.
I continui passaggi di proprietà termineranno nel 1416 quando nuovamente la Repubblica di Genova occuperà il castello infeudandolo ai Fieschi.
In seguito allacongiura di Gian Luigi Fieschi, nel 1547 la Repubblica deciderà la confisca dei feudi fliscani che verranno ceduti ai Doria. Qui la storia narra che alcuni fedelissimi dei Fieschi tentarono un assalto al castello allo scopo di catturare la marchesa Placidia I Doria Spinola, feudataria del maniero in sostituzione del marito, senza avere successo. La marchesa riparerà con i figli nel borgo di Veppo, ma il castello verrà comunque dato alle fiamme così come le vicine abitazioni.
Un'altra marchesa, Placidia Doria, sposata con un Del Carretto e discendente del celebre ammiraglio, trasformerà la struttura in palazzo residenziale.
Nel 1772 il feudo lascerà la sfera di influenza genovese per passare sotto il controllo del Granducato di Toscana. Il castello diverrà quindi sede del locale podestà e della guarnigione fiorentina.
Stesse funzioni e usi ebbe con il successivo passaggio nel Ducato di Modena. Sotto il Regno d'Italia l'ex residenza signorile fu adibita a sede del giudice mandamentale, della stazione dei regi carabinieri e, successivamente al piano nobile, di alcuni uffici comunali e della scuola elementare.
Durante la Seconda Guerra Mondiale i reparti partigiani, comandati da Daniele Bucchioni e Gordon Lett, riusciranno ad assaltare il castello sede della Guardia Nazionale Repubblicana. L'8 settembre 1943.
Oggi il castello, restaurato, ospita un polo culturale interdisciplinare.
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