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Gli orrori di Eduardo Valdés-Hevia

Wow   21.10.22  

Un pianeta vivente di carne. Un ibrido insetto-umano in grado di controllare le menti. Un serpente di mare lungo mille metri che emerge in Islanda ogni anno.
Sono immagini potrebbero provenire da un incubo, da miti di orrori ancestrali o da file di casi paranormali perduti da tempo. Questa è l'arte del costruttore di mondi Eduardo Valdés-Hevia, che ha trascorso i suoi anni dando vita a un serraglio di spaventose immagini oniriche attraverso una combinazione di vecchie fotografie e nuovi elementi.
Le opere di Valdés-Hevia fondono infatti storie distopiche e surreali con foto che sembrano provenire direttamente da documenti classificati.

Per Halloween, Curious Archive indaga sui mostri e sulla follia di questi oscuri terrori partoriti dalla mente di Valdés-Hevia.

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L'origine dei draghi

Wow   18.10.22  
Illustrazione di un drago di Ulisse Aldrovandi
Illustrazione di un drago da Serpentum, et draconum di Ulisse Aldrovandi, 1640

Jstor Daily indaga sulle origini dei draghi, un mito diffuso in gran parte del mondo.
I naturalisti medievali hanno scritto e descritto i draghi per centinaia di anni prima di rendersi conto che questi animali era solo frutto della fantasia e probabilmente derivati da traduzioni errate di antichi testi, come l'Iliade di Omero.

Sei passaggi menzionano il drakon, una creatura che, dal contesto, è chiaramente un serpente. Omero non sembrava riferirsi a nessun tipo specifico di serpente e nemmeno Aristotele, la cui Storia degli animali del IV secolo a.C. notava che l'aquila si ciba di draghi.

Sebbene questo possa spiegare il nome, il fatto che comuni serpenti siano diventati mostruosi rettili alati che sputano fuoco ha richiesto un lungo processo di trasformazione, avvenuto principalmente a causa di superstizioni, di errori di trascrizione dei manoscritti e dell'incapacità di autori e amanuensi di distinguere la realtà dalla finzione.

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L'alfabeto della danza classica sulle punte

Wow   28.09.22  

Le punte di danza classica non sono semplicemente indispensabili, ma possono essere considerate come un vero e proprio punto di forza per esprimere al meglio il talento di ogni ballerina durante un'esibizione.
Lettera dopo lettera la compagnia dell'Australian Ballet racconta le scarpette da punta e la danza classica.

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Un balletto in super slow motion

Wow   27.09.22  

Le Vent, diretto da Simon Iannelli e Johannes Berger, cattura magnificamente la forza, la grazia e la precisione dei movimenti dei ballerini Marina Kanno e Giacomo Bevilaqua, dello Staatsballett di Berlino, ripresi a 1000 fotogrammi al secondo.

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La leggenda del statua dell'isola del Corvo

Wow   22.09.22  

L'isola del Corvo è la più piccola tra quelle dell'arcipelago delle Azzorre e custodisce una tra le più antiche e tramandate leggende marinare su una statua e un tesoro di monete cartaginesi, come racconta Rare Earth.

Le radici di questo racconto risalgono all'anno 1567, quando Damien de Goes, biografo dei re portoghesi del XVI secolo, riferì che all'isola del Corvo era stata trovata una statua di pietra di un uomo dalla testa calva a cavallo vestito con un mantello moresco. Il suo braccio sinistro poggiava sulla gnocca del cavallo, mentre il suo braccio destro si allungava dritto con il dito indice rivolto verso ovest. Il re Emanuele del Portogallo (1495-1521) mandò a cacciare la statua, ma i responsabili del progetto la smontarono a pezzi. Tuttavia, si dice che le teste dell'uomo e del cavallo, e il braccio destro con il dito puntato siano stati portati al palazzo per essere mostrati al re. De Goes aggiunse che nel 1529 fu notato che sulla base della statua c'era un'iscrizione. Sono state fatte stampe di cera dell'iscrizione, ma risultarono illeggibili in quanto le lettere erano molto consumate e "quasi senza forma".

Nel 1628, Manoel de Faria y Sousa, un altro storico portoghese, ripeté il racconto di de Goes. La storia sarebbe morta lì, ma nel 1778 Johan Podolyn, uno svedese nato in Portogallo, pubblicò un racconto notevole. Egli sosteneva che nel 1761 andò a Madrid per vedere P. Henrique Flores, professore di teologia e collezionista di monete, che gli diede due monete d'oro e cinque di bronzo di Cartagine e due monete di bronzo di Cirene, in Nord Africa, datate 200 a.C. circa. Egli affermò che le monete erano i resti di un tesoro trovato nel novembre 1749 in una pentola nera vicino alle fondamenta di un edificio distrutto sull'isola del Corvo. Podolyn aggiunse a questo racconto una descrizione della statua del Corvo, citando Faria y Sousa come sua fonte, e discusse la possibilità che marinai cartaginesi si fossero stabiliti lì, erigendo la statua e sotterrando il tesoro. Podolyn aggiunse anche che i coloni avrebbero intrapreso una spedizione "a ovest", come indicava il dito della statua.

La statua di De Goes e le monete di Podolyn hanno generato una letteratura propria. Alcuni accettarono le scoperte come autentiche; altri rifiutarono l'idea dei viaggi atlantici dei Fenici o dei loro successori, i Cartaginesi, e offrirono altre spiegazioni: la statua non era mai esistita, o era solo una formazione naturale; le monete erano una bufala, o sotterrate nell'isola del Corvo in epoche più recenti da parte di arabi, normanni, spagnoli. Tuttavia c'è chi crede a entrambe le storie, la statua e le monete, possono risalire a una leggenda fenicia che è sopravvissuta sotto varie forme sino ai giorni nostri.

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Edward Hopper e il cinema

Wow   30.08.22  

Edward Hopper è considerato uno dei primi artisti del 20° secolo a essere stato influenzato dal cinema. Un artista che, forse più di ogni altro, amava il cinema e il cinema ricambiava lo stesso sentimento.
Great Art Explained illustra questa relazione simbiotica di ispirazione e influenza all'interno del mondo delle arti visive.

Edward hopper aveva 13 anni quando furono proiettati i primi film: aveva circa 40 anni quando arrivarono i film sonori, e morì proprio mentre Bonnie e Clyde apparivano sul grande schermo. Si potrebbe dire che la sua vita sia stata legata alla storia del cinema.

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