Il sogno europeo
Dall'autore di "La fine del lavoro", "Entropia", "Il secolo biotech", "Ecocidio", "L'era dell'accesso" e "Economia dell'idrogeno", Jeremy Rifkin, un altro brillante saggio: "Il sogno europeo".
L'ultimo libro dell'autore americano si presenta con un colpo di scena: il futuro, malgrado paternità e il dominio degli USA sulle nuove tecnologie della comunicazione, non rinverdirà il mito di una nuova frontiera, il "sogno americano" è in agonia.
L'Europa è pronta a imporre il suo di "sogno" che, secondo l'autore, è più al passo coi tempi e maggiormente percepito dal resto del mondo.
Rifkin sottopone l'"american dream" a una critica spietata. Dati alla mano, esamina la situazione economica e sociale attuale degli Usa e quella dei paesi dell'Unione Europea.
Rifkin non limita la sua ricerca agli aspetti economici, psicologici e sociologici del confronto tra Unione Europea e Stati Uniti, ma mette in evidenza due idee di democrazia: l'una, quella americana, unisce libertà e sicurezza alla ricchezza, l'altra, quella europea, l'integrazione e l'inclusione.
Risulta ovvio che derivino idee opposte sulla natura e il ruolo dello Stato e della proprietà.
Sarà proprio il tema del rapporto tra Stato, mercato e proprietà a cui l'autore dedicherà più tempo. Uno studio comparato e fondato su analisi sociologiche e dati reali.
"Il Sogno europeo, con l'accento che pone sull'inclusività, la diversità [...] i diritti umani universali, i diritti della natura e la pace, è sempre più affascinante per una generazione ansiosa di essere connessa globalmente e, nello stesso tempo, radicata localmente".