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Il diritto di voto dell'Unione Europea

Res publica   24.08.10   di Daniel
Bruxelles

Il prossimo mese l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite potrebbe concedere all'Unione Europea uno status speciale che le permetta il diritto di intervento.

La svolta di questo evento sarebbe epocale.
Finora infatti alla UE era riconosciuto solo lo status di "osservatore", al pari dello Stato Vaticano, della Lega Araba o della Croce Rossa.
Una condizione che costringeva l'Unione Europea a parlare solo per mezzo del suo presidente di turno. Se invece passerà la risoluzione sarà la signora PESC, Catherine Ashton, a reggere le file della diplomazia europea in prima persona al Palazzo di Vetro.

Il tema è tuttavia delicato a partire proprio dalle resistenze europee di Francia e Regno Unito, superate solo dall'assicurazione che i rapporti di forza all'interno del Consiglio di Sicurezza non verranno intaccati.
Inoltre per alcuni si scoperchierebbe un vaso di pandora in grado di aprire la strada ad altre richieste del genere da organizzazioni come appunto la Lega Araba, l'Unione Africana o l'Organizzazione degli Stati Americani. Paure tuttavia infondate, secondo gran parte della diplomazia internazionale, in quanto queste organizzazioni sono ben diverse da quello che sempre più è il super stato europeo.

Secondo il Vice Segretario Generale dell'ONU Mark Malloch Brown, la piena partecipazione della UE ai lavori dell'Assemblea Generale è un processo storico inevitabile.
Un processo che diventerà sempre più evidente a partire da dicembre quando anche il corpo diplomatico dell'Unione (SEAE) prenderà ufficialmente il via.

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