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La terza repubblica in nuce

Res publica   28.03.12  

Premesso che ci stiamo fasciando la testa su una proposta di riforma elettorale e costituzionale basata su di un accordo per il momento scritto sull'acqua, il superamento delle coalizioni-ammucchiate pre-elettorali mi sembra tutto tranne che una sconfitta per il corpo elettorale.
Compreso che un bipartitismo è inattuabile in Italia e un maggioritario puro non ha speranze di essere approvato, la nuova riforma elettorale ha dalla sua il riportare i partiti e le loro istanze protagonisti a discapito di meri cartelli elettorali creati al solo scopo di conquistare un singolo voto in più dell'avversario.
Per quanto riguarda il temuto rischio di ingovernabilità appare evidente che resterà inalterato con quanto ne consegue.

RIFORMA ELETTORALE
[...] La riforma ipotizzata, che comunque per funzionare avrà bisogno di alcune riforme costituzionali, cancella sia il Mattarellum che il Porcellum. Soprattutto lo spirito che l'animava. L'idea forte è la fine dell'obbligo di coalizione. Nel sistema maggioritario, noto come il Mattarellum, i partiti erano sollecitati a unirsi in coalizione per vincere con un candidato unitario nei collegi uninominali. Nel sistema che lo ha sostituito il premio di maggioranza premiava la coalizione che aveva più voti alla Camera. È un sistema che comunque toglieva agli elettori il potere di scelta degli eletti. Con il nuovo sistema invece il premio di maggioranza andrebbe al partito vincente. Gli elettori avrebbero la possibilità di scelta nei collegi uninominali, che dovrebbero portare all'elezione della metà dei parlamentari. L'altra metà sarebbe scelta con il sistema proporzionale. Ci sarebbe uno sbarramento, probabilmente intorno al 5 per cento. Agli altri verrebbe comnunque garantita una rappresentanza. I partiti non sarebbero costretti a presentarsi in coalizione. Quindi la maggioranza potrebbe nascere dopo il voto, ma centrale resterebbe il partito che ha ottenuto più voti. Questo dovrebbe limitare il potere di veto dei raggruppamenti minori. [...] Chi vince deve andare al governo. Niente più alleanze elettoralistiche, niente alleanze anomale e in prospettiva niente governi deboli e vincolati alla volontà degli alleati più piccoli.

PREMIO DI MAGGIORANZA
In linea con l'asse portante della riforma andrà solo al partito che ottiene più voti e non alla coalizione. Bipolarismo che si regge sulle gambe dei due maggiori partiti.

SCELTA DEI CANDIDATI
Non si tornerà alle preferenze, ma l'idea è quella di riconsegnare agli elettori il potere di scegliere gli eletti che non dovrebbero essere più nominati.

INDICAZIONE DEL PREMIER
E' l'altra riforma proposta che dovrà dare forza di legge a una consuetudine in atto da anni, ma comunque non vincolante fino adesso. Dalle prossime elezioni ogni partito dovrà presentarsi davanti agli elettori indicando il proprio premier. E sarà quello indicato dal partito che ha ottenuto più voti ad essere incaricato di formare il nuovo esecutivo.

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