L'errore di credere morti i blog
Ritorna sulle pagine del New York Times il tormentone sulla presunta morte dei blog sostituiti dai più veloci e immediati servizi di microblogging e dal pervasivo Facebook.
L'errore è confondere lo strumento con la piattaforma.
Quando scrivete una nota su Facebook non fate altro che bloggare. Allo stesso modo un tweet non è diverso da un post, tanto che lo stesso Twitter viene associato ai servizi di microblogging.
Sono le piattaforme a definire gli stili.
Dove su Facebook e Twitter si premia la facilità d'uso e l'immediatezza, su piattaforme di blogging più tradizionali come Wordpress o Blogger si vanta una maggiore personalizzazione di layout e servizi, seppur con una curva di apprendimento più alta per il neofita.
Alcuni blog si sono evoluti - la spinta dei social network è occasione di dibattito - in qualcosa che molto assomiglia, se non addirittura supera, i media tradizionali, ma la blogosfera è vasta ed eterogenea e sarebbe miope non considerarla tale.
Oggi continuiamo a bloggare quanto e più di ieri, solo abbiamo nuovi strumenti per faro e altri nomi per definirlo.