L'International Union of Pure and Applied Chemistry, il board internazionale che regolamenta nomenclatura, terminologia e misure della chimica, ha ufficialmente integrato la tavola periodica inserendo i nuovi elementi con numero atomico 113, 115, 117 e 118.
Tutti gli elementi appartengono al blocco p e tutti sono posti sul settimo periodo che ora risulta completo.
I chimici ora si concentreranno sull'ottavo periodo, sinora ancora ipotizzato, dall'Ununennio (il nome non ufficiale per l'elemento 119) in poi.
Su quanto possa ancora estendersi la tavola periodica non c'è certezza, ma esistono alcune teorie.
Non è chiaro se i nuovi elementi continueranno lo schema a periodi di 8 della tavola periodica corrente o avranno bisogno di ulteriori aggiustamenti o adattamenti. Seaborg si aspettava un ottavo periodo, che include un blocco-s per gli elementi 119 e 120, un nuovo blocco-g per i successivi 18 elementi e altri 30 elementi che continuano gli attuali blocchi f, d e p. Più recentemente, alcuni fisici (tra cui Pekka Pyykkö) hanno teorizzato che questi elementi aggiuntivi non seguano la regola di Madelung, che predice come gli stadi sono riempiti e quindi modifica l'aspetto della tavola periodica attuale.
Il numero di elementi possibili non è conosciuto. Un'ipotesi avanzata da Elliot Adams nel 1911, basata sul posizionamento degli elementi in ogni riga orizzontale, era che gli elementi di peso atomico superiore a 256 (in termini moderni numero atomico 99-100) non potessero esistere. Una più precisa e recente stima è che la tavola periodica potrebbe finire poco dopo l'isola di stabilità, che si pensa che abbia come centro l'elemento 126, poiché l'estensione delle tavole periodiche e dei nuclidi è ristretta dalle linee di confine (in inglese "drip lines") dei protoni e dei neutroni.
Altre ipotesi sulla fine della tavola periodica sono:
all'elemento 128 (di John Emsley);
all'elemento 137 (di Richard Feynman);
all'elemento 155 (di Albert Khazan).
Inoltre secondo il modello di Bohr atomi con numero atomico maggiore di 137 non potrebbero esistere, poiché un elemento con numero atomico maggiore di 137 avrebbe bisogno che il primo elettrone, quello sull'orbitale 1s, viaggi più velocemente della velocità della luce, per cui il modello di Bohr, non relativistico, non può essere applicato a un ipotetico elemento come questo.
Anche l'equazione relativistica di Dirac presenta dei problemi con gli elementi con più di 137 protoni. Per tali elementi la funzione d'onda di Dirac per lo stato fondamentale è oscillatoria invece che fissa e non c'è gap energetico fra lo spettro di energia positivo e quello negativo, come nel Paradosso di Klein. Calcoli più accurati che tengono conto degli effetti della grandezza finita dei nuclei indicano che l'energia di legame supera il proprio limite superiore per la prima volta con 173 protoni. Per gli elementi più pesanti, se l'orbitale più interno non è riempito, il campo elettrico del nucleo spingerà un elettrone al di fuori dell'atomo, determinando l'emissione spontanea di un positrone; tuttavia questo non succede se l'orbitale più interno è riempito. Dunque l'elemento 173 non rappresenta necessariamente la fine della tavola periodica.
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