Kamala Harris raccontata attraverso 7 momenti chiave della sua carriera politica
Kamala Harris è entrata per la prima volta nella vita pubblica come procuratore distrettuale di San Francisco, distinguendosi dal suo predecessore, noto per adottare un approccio progressista alla criminalità, per il suo approccio più scientifico.
Sei anni dopo ha vinto la corsa al Senato degli Stati Uniti facendosi conoscere attraverso le interpellanze del Partito Democratico, incalzando i funzionari dell'amministrazione Trump in confronti che hanno entusiasmato gli elettori democratici e scatenato un movimento per farla correre per la presidenza nel 2020.
In qualità di vicepresidente, Harris ha faticato a trovare un ruolo nell'amministrazione. Il presidente Biden l'ha incaricata di un compito ben poco invidiabile: risolvere alla radice le cause dell'immigrazione irregolare negli Stati Uniti, senza che questo fosse il suo campo di competenza né il suo punto di forza ideologico. È soltanto dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato il diritto federale all'aborto che le cose hanno cominciato a cambiare. Harris aveva competenza e autorità sui diritti civili ed è diventata la rappresentante dell'amministrazione su questo argomento, ritrovando la sua voce e il suo equilibrio nella vita pubblica.
Dopo il ritiro dalla corsa presidenziale di Joe Biden, Kamala Harris ha infine avuto la possibilità di giocarsi la Casa Bianca. Tuttavia la sua rapida ascesa alla nomination presidenziale democratica non ha coinvolto l'attenzione dell'opinione pubblica, come normalmente avviene durante la lunga campagna delle primarie, restando un'enigma per molti.
Vox ha intervistato quattro giornalisti che hanno seguito Kamala Harris in diversi momenti della sua carriera per capire chi è davvero, quali sono le sue possibilità contro il populismo complottista di Trump e cosa aspettarsi se verrà eletta a novembre.