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I post con tag "Elezioni" archivio

Kamala Harris raccontata attraverso 7 momenti chiave della sua carriera politica

Res publica   23.08.24  

Kamala Harris è entrata per la prima volta nella vita pubblica come procuratore distrettuale di San Francisco, distinguendosi dal suo predecessore, noto per adottare un approccio progressista alla criminalità, per il suo approccio più scientifico.
Sei anni dopo ha vinto la corsa al Senato degli Stati Uniti facendosi conoscere attraverso le interpellanze del Partito Democratico, incalzando i funzionari dell'amministrazione Trump in confronti che hanno entusiasmato gli elettori democratici e scatenato un movimento per farla correre per la presidenza nel 2020.

In qualità di vicepresidente, Harris ha faticato a trovare un ruolo nell'amministrazione. Il presidente Biden l'ha incaricata di un compito ben poco invidiabile: risolvere alla radice le cause dell'immigrazione irregolare negli Stati Uniti, senza che questo fosse il suo campo di competenza né il suo punto di forza ideologico. È soltanto dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato il diritto federale all'aborto che le cose hanno cominciato a cambiare. Harris aveva competenza e autorità sui diritti civili ed è diventata la rappresentante dell'amministrazione su questo argomento, ritrovando la sua voce e il suo equilibrio nella vita pubblica.

Dopo il ritiro dalla corsa presidenziale di Joe Biden, Kamala Harris ha infine avuto la possibilità di giocarsi la Casa Bianca. Tuttavia la sua rapida ascesa alla nomination presidenziale democratica non ha coinvolto l'attenzione dell'opinione pubblica, come normalmente avviene durante la lunga campagna delle primarie, restando un'enigma per molti.

Vox ha intervistato quattro giornalisti che hanno seguito Kamala Harris in diversi momenti della sua carriera per capire chi è davvero, quali sono le sue possibilità contro il populismo complottista di Trump e cosa aspettarsi se verrà eletta a novembre.

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Analisi di un piagnisteo annunciato

Res publica   26.09.22  

Reiterare a ogni campagna elettorale identiche visioni della società, atavici terrori e dinamiche economiche e occupazionali avulse dal comune senso della realtà e incapaci di intercettare il sentimento dell'elettorato.
Concludere con stucchevoli analisi della sconfitta, biasimando il destino cinico e baro.

Ricetta per il costante declino di movimenti identitari in perenne crisi di mezza età.

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Qualche curiosità sulle cerimonie di insediamento dei presidenti degli Stati Uniti d'America

Res publica   18.01.21  
Insediamento del presidente Theodore Roosevelt, 1905
Insediamento del presidente Theodore Roosevelt, 1905

Mentall Floss ha raccolto 35 fatti curiosi accaduti durante le ultime 58 cerimonie dell'Inauguration Day, in attesa di assistere all'insediamento di Joe Biden come 46° presidente americano.

1. La cerimonia di insediamento di George Washington in due città diverse.

Sebbene diversi presidenti abbiano partecipato all'Inauguration Day in luoghi diversi da Washington, D.C., George Washington è l'unico presidente ad aver partecipato a due cerimonie di insediamento in due città separate: il 30 aprile 1789, Washington ha prestato giuramento presidenziale sul balcone della Federal Hall di New York City. Il suo secondo insediamento avvenne il 4 marzo 1793, presso il Congress Hall di Filadelfia, che allora era la capitale della nazione.

[...] 8. Dolley Madison è stata la prima donna a partecipare a un insediamento.

Le First Lady non hanno sempre avuto un posto importante alla Casa Bianca. Nel 1809, Dolley Madison divenne la prima First Lady ad assistere all'inaugurazione del marito. E ci sono voluti più di 150 anni perché la FLOTUS avesse un ruolo nella cerimonia; nel 1965, Lady Bird Johnson tenne la Bibbia mentre il presidente prestava giuramento.

[...] 30. Madre Natura si è fatta notare a entrambe le cerimonie di insediamento di Ronald Reagan.

Deve esserci stato qualcosa nell'aria durante gli insediamenti di Reagan: la sua prima volta, il 20 gennaio 1981, è stato l'Inauguration Day più caldo mai registrato (a mezzogiorno c'erano all'incirca 13° C). Quattro anni dopo, il 21 gennaio 1985, ha raggiunto un altro record meteorologico, questa volta per la cerimonia di insediamento più fredda mai registrata (all'aperto c'erano quasi 14° C sotto zero).

[...] 31. Bill Clinton è stato un pioniere dello streaming durante il suo insediamento.

La seconda cerimonia di insediamento di Bill Clinton, avvenuta il 20 gennaio 1997, è stata la prima trasmessa in diretta streaming sul web.

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La politica di successo di Joe Biden

Res publica   09.11.20  

L'analisi dell'Atlantic sulla vittoria di Joe Biden è anche una chiave di lettura dell'eterna sfida tra serietà ed estremismo, politica e populismo.

Per mezzo secolo, attraverso tre campagne presidenziali che ha fatto e altre tre che pensava di fare, Joe Biden non aveva mai ottenuto un solo delegato alle primarie prima che la sua facile vittoria in South Carolina a febbraio lo catapultasse alla nomination democratica. Ma la sua strategia non è mai cambiata. Biden ha vinto la Casa Bianca nello stesso modo in cui vinse la sua prima campagna elettorale per il consiglio della contea di New Castle nel 1970: essendo se stesso.

Ha vinto facendo gli stessi discorsi e raccontando letteralmente le stesse proposte da anni. Questa volta, quello che stava offrendo si adattava perfettamente al presente. Ha vinto perché era una reazione a Trump, ma anche perché era un bianco che poteva entrare in contatto con i bianchi nonostante il suo legame con Barack Obama lo ha aiutato a legittimarlo agli occhi degli elettori neri. Ha aggiornato alcune delle sue posizioni politiche per adattarle ai cambiamenti in atto nel suo partito e per rispondere alla pandemia. Ma non si è mai spinto troppo a sinistra o troppo a destra. Aveve sufficiente credito da non dover vestire i panni di un rivoluzionario in un anno segnato da confronti radicali, ma offriva comunque una sponda sufficiente per ottenere il sostegno dei progressisti, se non altro come strumento per rimuovere Trump.

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Come si contano i voti negli Stati Uniti d'America

Res publica   05.11.20  

Vox spiega in dettaglio come vengono contati i voti nelle 3.141 contee negli Stati Uniti, per districarsi tra regolamenti locali, norme statali, criteri federali sia per i voti anticipati sia per quelli in prsenza nel giorno delle elezioni.
Una breve guida su come e quando gli stati dell'Unione raccolgono, verificano, elaborano e contano le schede e perché quest'anno a causa della pandemia di COVID-19 lo scrutinio dei voti arrivati per posta procede lentamente.

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La guida del Guardian alle elezioni presidenziali americane 2020

Res publica   03.11.20  
La guida del Guardian alle elezioni presidenziali americane 2020
La guida del Guardian alle elezioni presidenziali americane 2020

Il chi, cosa, quando, dove e perché delle elezioni presidenziali americane 2020 a cura del Guardian.

Oltre 98 milioni di persone hanno già votato prima del giorno delle elezioni del 3 novembre, un record che certifica le elezioni presidenziali del 2020, che vedono Joe Biden contro Donald Trump, come le prime nella storia in cui più votanti hanno già espresso la loro preferenza prima del giorno delle elezioni.

Questo potrebbe creare qualche problema durante la notte delle elezioni: i risultati potrebbero arrivare più rapidamente del solito in alcuni luoghi, mentre in altri potrebbero subire un notevole ritardo.

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Come organizzare le elezioni durante la pandemia di COVID-19

Res publica   07.04.20  

Quartz analizza come la Corea del Sud sta organizzando la tornata elettorale che il 15 aprile chiamerà alle urne 44 milioni di persone per eleggere 300 seggi all'Assemblea Nazionale, dovendo bilanciare il diritto di voto con l'obbligo di distanziamento sociale imposto dalla pandemia di Coronavirus.

La National Election Commission (NEC) ha dichiarato che avrebbe disinfettato regolarmente tutti i 14.330 seggi elettorali e avrebbe effettuato controlli di temperatura all'ingresso. Chiunque mostri una temperatura superiore a 37,5° C verrà indirizzato verso cabine speciali. Gli elettori riceveranno disinfettante per le mani e guanti di lattice prima di entrare nelle cabine elettorali e tutti devranno tenersi a almeno un metro di distanza l'uno dall'altro mentre aspettano in fila. Le mascherine sono fortemente richieste.

[...] Il NEC ha dichiarato che sta ancora cercando di capire come fornire schede alle migliaia di persone in quarantena necessarie fino al 15 aprile prossimo, poiché la registrazione per la votazione per posta è terminata il 28 marzo.

"Realisticamente parlando, sarà difficile risolvere qualcosa quando a queste persone sarà vietato lasciare le loro case a causa della Legge sulla prevenzione delle malattie infettive", ha detto a Quartz Cho Jung-hwan, un funzionario del NEC, riferendosi alla legge che punisce coloro che violano ordini di auto-quarantena con un massimo di un anno di reclusione o una multa di 10 milioni di won ($ 8.200). "Stiamo ancora cercando di capire una sorta di via di mezzo in questo scontro tra il diritto di voto e il diritto alla salute pubblica".

Inoltre, oltre 88.000 elettori - circa la metà del numero di elettori coreani che vivono all'estero - non sono stati in grado di votare nelle ambasciate o nei consolati all'estero. Il NEC ha dichiarato di aver chiuso 94 seggi elettorali all'estero in 58 paesi a causa del Covid-19 durante la finestra elettorale che è durata dal 1 al 6 aprile.

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Un ultimo interminabile giro di giostra

Res publica   04.12.16  

Quindi Matteo Renzi, da solo, ha raccolto qualcosa come il 40% dei voti contro il resto del mondo, in una tornata referendaria che ha fatto registrare un'affluenza che si assesterà intorno al 69%; roba da elezioni politiche.
In molti firmerebbero per lasciare Palazzo Chigi con numeri come questi.

Ora di corsa a nominare un esecutivo tecnico, qualcosa alla Monti che tanto successo ha riscosso, per poi ripartire col balletto delle larghe intese per i lustri a venire.

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