In occasione dell'apertura dei Giochi della XXXII Olimpiade, l'archeologa Anna Goldfield racconta come l'evoluzione della nostra specie abbia sviluppato le abilità umane per renderci atleti sempre più forti, veloci e perfetti.
Mentre la metà inferiore del nostro corpo si è evoluta molto lontano dal nostro primigenio stile di vita arboreo, la nostra parte superiore del corpo conserva ancora i tratti che abbiamo ereditato dagli abitanti degli alberi. Il nostro giunto gleno-omerale, l'articolazione presente della spalla, ci consente di oscillare le braccia in una rotazione completa. Questo è un tipo di mobilità che ci differenzia notevolmente dagli altri animali quadrupedi che non vivono sugli alberi: le gambe anteriori di un cane o di un gatto, ad esempio, oscillano principalmente avanti e indietro e non possono eseguire una tipica bracciata del nuoto a farfalla. Noi, invece, possiamo.
La nostra articolazione della spalla ci consente anche di lanciare oggetti a grande distanza. La capacità di lanciare accuratamente e con forza sembra aver avuto origine almeno 2 milioni di anni fa, con i nostri antenati homo erectus. Recenti ricerche hanno anche dimostrato che i Neanderthals potrebbero aver avuto la capacità di gettare lance per cacciare a distanza. Dati i pochi manufatti ritrovati di lance di Neanderthal, per molto tempo si è pensato che questi utensili venissero impiegati solo per uccidere la preda a distanza ravvicinata, questo perché le simulazioni compiute dai ricercatori con repliche di lance non riuscivano a coprire grandi distanze.
Tuttavia di recente i ricercatori hanno testato questo tipo di lance affidandole alle mani esperte dei lanciatori di giavellotto restando increduli nel constatare che le armi potevano volare con precisione molto più velocemente e e molto più lontano di quanto previsto, sino a superare i 20 metri di distanza.
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