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I post con tag "James Webb Space Telescope" archivio

I confini dell'universo conosciuto osservati dal telescopio spaziale James Webb

Geek   15.04.23  

La NASA ha condiviso le prime cinque immagini dal telescopio spaziale James Webb lo scorso luglio e da allora gli astronomi sono stati impegnati nell'utilizzo del telescopio per studiare l'universo e scoprire nuove informazioni sull'origine del cosmo. Scott Pelley ha esplorato in dettaglio il JWST e le sue immagini in questo episodio di 60 Minutes.
Insieme all'astrofisico Brant Robertson hanno discusso dell'immagine scattata dal telescopio spaziale che evidenzia la regione di studio denominata JWST Advanced Deep Extragalactic Survey (JADES) e che raccoglie circa 130.000 galassie, la metà delle quali non era mai stata vista prima.
Tra questa miriade di galassie è visibile anche la galassia più lontana dell'universo conosciuto; un piccolo punto rosso chiamato HD1 distante dalla Terra oltre 13,7 miliardi di anni e quindi posteriore al Big Bang di soli 324 milioni di anni.

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La nuova immagine dei Pilastri della Creazione ottenuta dal JWST

Geek   23.10.22  

Il James Webb Space Telescope ha catturato una foto da 122 megapixel della formazione stellare nota come i Pilastri della Creazione.
Fotografati per la prima volta nel 1995 dal telescopio spaziale Hubble, i Pilastri sono formati da colonne di gas interstellare e polveri ai margini della Nebulosa Aquila a circa 5.700 anni luce dalla Terra.
L'immagine ottenuta dal JWST aiuterà i ricercatori ad aggiornare i loro modelli sulla formazione stellare poiché ora saranno in grado di ottenere dettagli più precisi sulle protostelle, nonché rilevare con maggior efficacia i gas e la polvere interstellare della regione, come spiega l'ESA.

Le stelle in formazione lanciano periodicamente getti supersonici di plasma che si scontrano con nubi di polvere, come questi spessi pilastri. Questo a volte si traduce in formazioni di onde, simili a quelle prodotte da una barca mentre si muove attraverso l'acqua. Il bagliore cremisi proviene invece dalle molecole di idrogeno cariche risultanti da queste emissioni. Questa attività è evidente nel secondo e nel terzo pilastro come mostra l'immagine ottenuta dalla Near-Infrared Camera (NIRCam). Si stima che queste giovani stelle abbiano solo poche centinaia di migliaia di anni.

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La Nebulosa Tarantola fotografata dal telescopio spaziale James Webb

Geek   06.09.22  
La nebulosa Tarantola fotografata dal JWST
La nebulosa Tarantola fotografata dal JWST

Il telescopio spaziale James Webb ha catturato in questa immagine composita di 122,5 megapixel la regione dello spazio conosciuta come Nebulosa Tarantola.
La nebulosa si estende per 340 anni luce e include decine di migliaia di stelle in formazione mai viste prima d'ora. Situata nella galassia Grande Nube di Magellano è la più grande regione di formazione stellare conosciuta nel Gruppo Locale, l'insieme di galassie di cui fa parte anche la nostra Via Lattea.

Uno dei motivi per cui gli astronomi sono interessati alla Nebulosa Tarantola è che ha un tipo di composizione chimica simile alle gigantesche regioni di formazione stellare che esistevano quando l'universo aveva solo pochi miliardi di anni e la formazione di protostelle era più alta. Grazie al JWST, gli astronomi possono confrontare i dati ottenuti dalla Nebulosa Tarantola con altre osservazioni di galassie lontane attive durante quel periodo di formazione stellare.

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L'universo visto dal James Webb Space Telescope

Geek   12.07.22  

Le prime osservazioni, effettuate dal James Webb, sono state selezionate da un gruppo di rappresentanti della NASA, dell'ESA, della CSA e dello Space Telescope Science Institute per mostrare le potenzialità di tutti e quattro gli strumenti scientifici all'avanguardia presenti a bordo del telescopio spaziale.

SMACS 0723: Webb ha fornito l'immagine a infrarossi più profonda e nitida dell'universo lontano finora - e in sole 12,5 ore di esposizione. Per una persona in piedi sulla Terra che guarda in alto, il campo visivo di questa nuova immagine, un composto a colori di esposizioni multiple della durata di circa due ore ciascuna, è approssimativamente delle dimensioni di un granello di sabbia tenuto a distanza di un braccio. Questo campo profondo utilizza un ammasso di galassie lensing per trovare alcune delle galassie più lontane mai rilevate. Questa immagine graffia solo la superficie delle capacità di Webb nello studio dei campi profondi e nel tracciare le galassie fino all'inizio del tempo cosmico.

WASP-96b (spettro): l'osservazione dettagliata di Webb di questo pianeta caldo al di fuori del nostro sistema solare rivela la chiara firma dell'acqua, insieme a prove di foschia e nuvole che studi precedenti su questo pianeta non hanno rilevato. Con il primo rilevamento di acqua nell'atmosfera di un esopianeta da parte di Webb, ora si propone di studiare centinaia di altri sistemi per capire di cosa sono fatte le altre atmosfere planetarie.

Nebulosa Anello del sud: questa nebulosa planetaria, una nuvola di gas in espansione che circonda una stella morente, si trova a circa 2.000 anni luce di distanza. Qui, i potenti occhi a infrarossi di Webb portano per la prima volta in piena vista una seconda stella morente. Dalla nascita alla morte come nebulosa planetaria, Webb può esplorare i gusci di espulsione di polvere e gas di stelle che invecchiano che un giorno potrebbero diventare una nuova stella o pianeta.

Quintetto di Stephan: la visione di Webb di questo gruppo compatto di galassie, situato nella costellazione del Pegaso, ha scrutato attraverso il velo di polvere che circonda il centro di una galassia, per rivelare la velocità e la composizione del gas vicino al suo buco nero supermassiccio. Ora, gli scienziati possono dare uno raro sguardo, con dettagli senza precedenti, a come le galassie interagenti stanno innescando la formazione di stelle l'una nell'altra e come il gas in queste galassie viene disturbato.

Nebulosa della Carena: lo sguardo di Webb sulle "scogliere cosmiche" nella nebulosa della Carena svela le prime e rapide fasi della formazione stellare che in precedenza erano nascoste. Osservando questa regione di formazione stellare nella costellazione meridionale della Carena, così come in altre simili, Webb può vedere le stelle di nuova formazione e studiare il gas e la polvere che le hanno prodotte.

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Il primo sguardo del James Webb Space Telescope a galassie distanti 4,6 miliardi di anni luce da noi

Geek   12.07.22  
L'ammasso di galassie SMACS 0723 fotografato dal JWST
L'ammasso di galassie SMACS 0723 fotografato dal JWST

In un evento tenuto in anteprima alla Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha presentato una delle prime immagini catturate dal telescopio spaziale James Webb.
Questa foto composita, che inquadra l'ammasso di galassie SMACS 0723 a 4,6 miliardi di anni luce dal sistema Solare, è l'immagine a infrarossi più nitida e a maggiore distanza mai scattata sino a oggi.
I suoi dettagli sono stupefacenti. Migliaia di galassie, inclusi oggetti deformati dalla lente gravitazionale, mai osservate prima. Tra le curiosità, sulla destra si può ammirare una perfetta galassia a spirale simile alla nostra Via Lattea.
Questa porzione di universo copre appena una sezione di cielo grande all'incirca come un granello di sabbia tenuto a distanza di un braccio.

La NASA, in collaborazione con l'ESA e l'Agenzia Spaziale Canadese, rilascerà la serie completa delle prime immagini a colori e dei dati spettroscopici del James Webb Space Telescope durante una trasmissione in diretta dal Goddard Space Flight Center a partire dalle 14:30 UTC di oggi.

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La tecnologia alla base del telescopio spaziale James Webb

Geek   05.01.22  

Il JWST non è solo una perfetta macchina del tempo capace di guardare 13 miliardi e mezzo di anni nel passato, ma è anche una combinazione straordinaria di un insieme di tecnologie sviluppate per far operare al meglio il telescopio spaziale più grande mai realizzato nello spazio profondo: a partire da un gigantesco scudo termico a strati e al criorefrigeratore di bordo capaci di proteggere i componenti sensibili al calore e mantenere lo strumento di rilevamento all'infrarosso a non più di sette Kelvin, per non parlare della serie di specchi di berillio rivestiti in oro capaci di raccogliere un quantità di luce senza precedenti.
Real Engineering approfondisce la progettazione, lo scopo e il potenziale alla base del telescopio spaziale James Webb, che promette di ampliare la nostra concezione dell'universo.

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Guida minima al telescopio spaziale James Webb

Geek   25.12.21  
ESA Webb Lanuch Kit
ESA Webb Lanuch Kit

La guida minima al JWST, realizzata dall'ESA, per esplorare la realizzazione, il lancio e la missione del telescopio spaziale successore di Hubble che consentirà agli astronomi di scrutare ancora più in profondità l'universo e ancora più indietro nel tempo.

ESA Webb Lanuch Kit
ESA Webb Lanuch Kit

Dalle dimensioni complessive paragonabili a quelle di un campo da tennis per via del suo ampio scudo termico multistrato, il James Webb Space Telescope possiede uno specchio primario di 6 metri e mezzo (costituito da 18 specchi esagonali in berillio ultraleggero) capace di analizzare lunghezze d'onda nella banda infrarossa e, a differenza di Hubble, il JWST orbiterà intorno a 1,5 milioni di km dalla Terra nel punto di Lagrange L2.

Il punto L2 del sistema Sole-Terra è un eccellente punto di osservazione dello spazio, a causa della stabilità dell'illuminazione solare che facilita la gestione termica della strumentazione e il puntamento verso lo spazio profondo. Planck Surveyor, la Wilkinson Microwave Anisotropy Probe, l'Herschel Space Observatory e la sonda GAIA sono già in orbita attorno a L2.

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