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I post con tag "Processo Breve" archivio

Giustizia a delinquere

Res publica   14.04.11  

Cosa cambia con l'approvazione della prescrizione breve e che fine ha fatto il processo breve.

Tutti sanno che la prescrizione abbreviata risponde all'interesse del premier nel processo Mills. Si può dire, anzi, che i suoi dettagli sono stati studiati per favorire il Presidente: l'abbreviazione vale per gli incensurati, e Berlusconi è incensurato, l'accorciamento non è elevato, ma quanto basta per evitargli una condanna, le nuove regole si applicano quando non è stata pronunciata sentenza di primo grado.

E in nessuno dei suoi processi tale sentenza è stata, appunto, pronunciata.

[...] Ma veniamo al tema che interessa di più i cittadini. La prescrizione abbreviata per gli incensurati avrà l’effetto d’estinguere un numero elevato di reati? La prescrizione era già stata accorciata nel 2005, senza che fossero state, già allora, previste le riforme indispensabili per consentire un'accelerazione dei processi. Ciò ha causato una situazione pesante, con oltre 150 mila reati estinti all'anno. Se si considera che la maggior parte dei processi che si concludono con una decisione di merito riesce, già oggi, ad evitare per un soffio la mannaia, è facile immaginare che la nuova legge determinerà, in ogni caso, un ulteriore, doloroso, incremento del fenomeno.

Le conseguenze appaiono d’altronde ancora più gravi se si considerano i reati che saranno i più toccati, perché commessi da incensurati. Un incremento rilevante di reati prescritti si verificherà fra i reati dei colletti bianchi. Si pensi ai processi per truffa, per aggiotaggio, per bancarotta, per incidenti sul lavoro, molti dei quali già oggi riescono a sfuggire per poco, quando vi riescono, all'estinzione. Ad esempio, il primo processo Parmalat per aggiotaggio (che si prescriverà a giugno) riuscirà, forse, a concludersi con sentenza definitiva ai primi di maggio; ed il secondo, contro le banche, a giungere a sua volta alla sentenza di primo grado entro aprile, salvando così quantomeno i risarcimenti. Si tratta di processi che, dopo l'ulteriore riforma, sarebbero stati sicuramente prescritti. Davvero ragionevole?

Non solo. In taluni casi la normativa contraddice linee di politica criminale assolutamente prioritarie. Si consideri la corruzione. Le statistiche parlano di un suo incremento del 30%. Giuristi ed economisti chiedono, da anni, un'apposita legge anticorruzione (fra l’altro imposta dalla normativa europea). Ebbene, poiché i pubblici ufficiali corrotti sono, di regola, incensurati, con la nuova legge l'Italia, incrementando i reati prescritti, favorirà, anziché contrastare, la corruttela. Una vergogna, tanto più che il Parlamento, nel frattempo, si guarda bene dall'approvare il disegno di legge anticorruzione.

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Salvate il premier Berlusconi

Res publica   31.03.11  

Il commento di Massimo Giannini su quanto accaduto ieri a Montecitorio con il blitz della maggioranza - e successiva bagarre - per accelerare l'arrivo in aula del testo del ddl sul processo breve, contenente la prescrizione breve, uno scudo per proteggere il premier Berlusconi dalle sue cause pendenti. Una legge in grado di azzerare migliaia di processi per reati che vanno dalla rapina alla violenza sessuale.

A Lampedusa il colpo di teatro e la demagogia promozionale, a Roma il colpo di mano e la macelleria costituzionale. Diciassette anni dopo il suo primo trionfo elettorale del 29 marzo 1994, Silvio Berlusconi regala all'Italia un altro mercoledì nero della democrazia. L'ultimo strappo si è dunque compiuto. Con un atto di forza, tecnicamente eversivo e politicamente distruttivo, la destra inverte l'ordine dei lavori, e impone alle Camere l'approvazione immediata della legge sul processo breve e sulla prescrizione "corta" per gli incensurati. Cioè la trentottesima legge ad personam dell'era berlusconiana.

Eccola, la vera "riforma epocale" della giustizia che il presidente del Consiglio ha sempre avuto nel cuore e nella testa. Non è il disegno di legge di revisione costituzionale di Alfano, spacciato tre settimane fa dal guardasigilli al Capo dello Stato e all'opinione pubblica come una "svolta storica". L'epifania di una nuova era, nella quale la destra rinunciava alle leggi tagliate a misura per i bisogni di un solo imputato, per tutelare quelli di tutti i cittadini. E su questa piattaforma proponeva una fase di pacificazione, chiedendo alla magistratura di scendere alle barricate, e all'opposizione di aprirsi al dialogo.

Non abbiamo mai avuto dubbi. Ma ora abbiamo la "smoking gun". Quello è stato solo un inganno istituzionale e un tranello comunicazionale. Fabbricato ad arte, insieme alla guerra non guerreggiata contro la Libia e all'emergenza profughi sbandierata e non gestita, per distrarre l'attenzione. Mentre armava malvolentieri i nostri caccia in volo verso Tripoli e le nostre navi in rotta verso Lampedusa, in realtà il Cavaliere militarizzava la sua maggioranza in vista dell'unica battaglia che gli sta a cuore: quella contro la procura di Milano. Una battaglia che lo deve vedere a tutti i costi vincitore, e dunque finalmente e definitivamente libero da tutte le sue pendenze giudiziarie.

Il blitzkrieg sul processo breve è la conferma di un lucido progetto di destrutturazione del sistema giurisdizionale ad uso privato. Tutti i passi compiuti in quest'ultimo mese sono stati funzionali all'obiettivo. Lunedì la scena madre a Milano, con il predellino bis davanti a un Palazzo di Giustizia trasformato in palaforum da campagna elettorale: colossale finzione propagandistica, per dimostrare alla sua gente la "persecuzione giudiziaria" dei soliti comunisti. Ieri, nel retroscena di Montecitorio, al riparo dai riflettori concentrati sull'imbarazzante televendita approntata nella nostra povera Ellis Island del Mar di Sicilia, il "delitto perfetto" sul processo breve. Ultimo e tombale "salvacondotto", per mettersi al riparo entro l'estate dalla probabile condanna nel processo Mills.

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