20 anni di web per il resto di noi
In occasione del ventennale della nascita del world wide web libero, geniale intuizione di Tim Berners-Lee, il CERN ha restaurato la sua originale homepage.
In occasione del ventennale della nascita del world wide web libero, geniale intuizione di Tim Berners-Lee, il CERN ha restaurato la sua originale homepage.
La nuova versione mobile del principale quotidiano ligure presenta qualche criticità di troppo.
Da oggi accedendo al Secolo XIX da un iPhone si viene automaticamente reindirizzati alla nuova versione mobile e qui iniziano i problemi.
Chi ha progettato il tutto ha deliberatamente evitato il responsive webdesign per preferirgli una versione dedicata. Il risultato configura una serie di errori imbarazzanti per il principale giornale ligure: ricerche non funzionanti, l'archivio andato perduto, l'impossibilità di leggere e lasciare commenti, una navigazione non coerente tra le pagine del sito, i link provenienti da terze parti (come i tweet dello stesso Secolo XIX) non dinamicamente reindirizzati ai corrispettivi URL della versione mobile e quindi non funzionanti.
Si salva solo la grafica. Piacevole.
Ora però rimetteteci le mani.
La NASA e l'ESA hanno testato con successo un nuovo tipo di protocollo internet, spina dorsale di un futuro web interplanetario, telecomando dalla Stazione Spaziale Internazionale un robot Lego sulla Terra. Ecco come funziona:
In a nutshell -- we'll get down and dirty with the tech lower in the piece -- DTN allows a standard method of communication over long distances and through time delays, agency officials said. Its centering tech is similar to the IP protocol (that is the TCP/IP protocol) that is the building block of the Internet we use on Earth. That's called the Bundle Protocol (BP).
The big difference between BP and IP is that, while IP assumes a more or less smooth pathway for packets going from start to end point, BP allows for disconnections, glitches and other problems you see commonly in deep space, Younes said. Basically, a BP network -- the one that will the Interplanetary Internet possible -- moves data packets in bursts from node to node, so that it can check when the next node is available or up.
Web Index è l'indice, realizzato dalla World Wide Web Foundation, per misurare l'impatto economico, politico, sociale e di internet in tutto il mondo. Il sito valuta anche la qualità delle infrastrutture di rete e combina questi dati con altri indicatori per classificare lo stato del web in ogni paese.
The Web Index compiles country-level data pertaining to three general spheres: web usage, readiness, and human impact. Usage is measured by the percentage of web users within a given country, as well as the content available to them. Web readiness is determined according to a country's communications infrastructure, regulatory climate, and censorship policies. Human impact, meanwhile, is gauged according to a variety of economic, political, and social indicators, including the penetration of social networks and business web usage.
Ruslan Enikeev ha creato una mappa navigabile che mostra i 350.000 maggiori siti web del mondo in base al loro traffico e alla link popularity.
Vint Cerf racconta la prossima rivoluzione di internet.
Facebook, Google, Bing, Yahoo!, i principali Internet Service Provider, a partire da mezzanotte del 6 giugno eseguiranno la migrazione permanente al protocollo IPv6, assicurando 340 trilioni di trilioni di trilioni di indirizzi IP e consentendo di connettere permanentemente miliardi di persone e dispositivi online negli anni a venire.
Facebook, Google, Bing e Yahoo!, tra gli altri, prevedono di completare la migrazione a IPv6, la nuova generazione del protocollo internet, entro il 6 giugno 2012.
Venti anni fa Tim Berners-Lee pubblicava il primo sito web accessibile attraverso il protocollo HTTP e con indirizzo www.
Una rivoluzione che ha radicalmente cambiato il rapporto con l'informazione.
Come annunciato a inizio anno oggi i principali protagonisti del web al mondo - tra i quali Google, Microsoft, Facebook, Cisco e Yahoo - testeranno il grado di preparazione delle infrastrutture al graduale passaggio dall'attuale protocollo internet IPv4 a IPv6.
Il nuovo protocollo semplifica la configurazione e la gestione delle reti IP e amplia lo spazio di indirizzamento da 32 a 128 bit, il che consentirà a device di ogni genere di avere il loro indirizzo IP permanente mettendo a disposizione 3,4x10ˆ38 indirizzi anziché i soli 4 miliardi attuali ormai agli sgoccioli.