La storia dei nostri segni di punteggiatura ha inizio con un uomo chiamato Aristofane di Bisanzio. Intorno al II secolo a.C., egli propose un sistema per risolvere il problema della scarsa leggibilità della scrittura greca.
Il sistema di Aristofane si basava su dei punti, i quali sarebbero stati utilizzati per segnare le frasi dove si sarebbero dovute verificare pause di lunghezze diverse. Il punto mediano segnava la pausa più breve. Quello in basso, una pausa media. Infine quello in alto rappresentava la pausa più lunga. Questi segni vennero chiamati virgola, due punti e punto.
Il linguista Rob Watts, di RobWords ha scrutato nel passato remoto per tracciare esattamente quando la punteggiatura è stata introdotta nell'uso regolare, notando che diversi segni sono emersi in tempi diversi.
L'uso moderno dei segni di interpunzione è stato codificato molti secoli dopo Aristofane, quando gli amanuensi cristiani iniziarono di nuovo a utilizzare la punteggiatura per aiutare a chiarire i loro scritti, limitando al massimo ogni ambiguità del testo.
La pasta ripiena italiana fa parte di una vasta famiglia di gnocchi eurasiatici, come i tedeschi maultaschen, i giudaici kreplach, i polacchi pierogi, i georgiani khinkali, i tibetani momo, i giapponesi gyoza e molti altri.
Sebbene non sia chiaro se tutti questi tipi di pasta abbiano avuto un'origine comune o si siano evoluti indipendentemente, la diversità di forme e ripieni osservata in Italia è di certo unica.
Evoluzione della pasta ripiena italiana: i primi passi verso una classificazione scientifica è un paper che si propone di fornire una classificazione delle forme di pasta ripiena italiane e di tracciare la loro diffusione ed evoluzione su quello che oggi è il territorio italiano, utilizzando metodi generalmente impiegati per seguire l'evoluzione e la diffusione delle piante e degli animali nel tempo e nello spazio.
I nostri risultati hanno mostrato che, ad eccezione dei Culurgiones sardi, tutti gli altri tipi di pasta ripiena italiana hanno probabilmente avuto un'unica origine nelle parti settentrionali del paese. Sulla base dell'ipotesi evolutiva proposta, la pasta italiana è divisa in due principali cladi: un clade dei ravioli principalmente caratterizzato da una forma più o meno piatta, e un clade dei tortellini principalmente caratterizzato da una forma tridimensionale.
Per quanto riguarda i ravioli:
In Italia, i ravioli sono probabilmente la pasta ripiena storicamente più antica documentata, anche se le prime versioni di questo piatto evidentemente non includevano la sfoglia di pasta che li chiudeva. Tra il XII e il XIII secolo, un colono di Savona accettò di preparare un pranzo per tre persone al suo padrone, durante la vendemmia, composto da pane, vino, carne e ravioli. Tortelli e agnolotti comparvero in letteratura molto più tardi. Tuttavia, le origini dell'iconico tortellino sono controverse. La lunga disputa storica tra le città di Bologna e Modena su chi abbia inventato il tortellino è stata simbolicamente risolta alla fine del XIX secolo dal poeta e satirico bolognese Giuseppe Ceri, che, nel suo poema "L'ombelico di Venere", dichiarò Castelfranco Emilia, una città a metà strada tra le due città, come luogo di nascita del tortellino. Secondo questa leggenda, un giorno, mentre Venere, Marte e Bacco stavano visitando una locanda a Castelfranco Emilia, il locandiere colse involontariamente Venere in uno stato di seminudità e rimase così stupito dalla vista dell'ombelico della dea che corse in cucina e creò i tortellini in suo onore. Chiaramente, un prodotto così perfetto come il tortellino poteva essere ispirato solo da Venere, la dea della bellezza.
Un pastello colorato può cambiare il modo in cui ci connettiamo con la natura.
Lo studio di design e arte Playfool ha realizzato un processo innovativo, descritto da Victoria and Albert Museum, per creare pastelli dagli alberi, riutilizzando i tronchi abbattuti, ma non utilizzati, nei boschi del Giappone.
Come racconta TulipanoRosa, Playfool ha trasformato una sfida ambientale in un'opportunità creativa. Utilizzando il legno proveniente dai boschi giapponesi, hanno dato vita a una linea di pastelli che non solo permettono alle persone di esprimere la loro creatività, ma anche di stabilire un legame più profondo con il mondo naturale.
I Forest Crayons non sono solo strumenti artistici, ma simboli di sostenibilità e innovazione. Ogni tratto di colore racconta una storia di rispetto per l'ambiente e di impegno per preservare le risorse naturali.
Attraverso questa iniziativa, Playfool ci dimostra come la creatività e la consapevolezza ambientale possano convergere per creare qualcosa di veramente unico e significativo che sappia ispirare il cambiamento e promuovere un rapporto più armonioso tra l'uomo e la natura.
Venezia non è solo una città costruita sull'acqua, ma è un capolavoro di ingegneria e resilienza umana. L'abilità e la determinazione dei primi veneziani nel creare una città su terreni instabili e in condizioni sfavorevoli sono testimonianza della genialità umana.
Primal Space racconta come i primi abitanti della Laguna hanno scoperto come rendere stabili quelle 118 isolette fangose abbastanza per costruirci sopra un'intera città collegata da 435 ponti che attraversano 176 canali e come rifornire di acqua dolce Venezia man mano che la popolazione cresceva. Poi c'è il sistema fognario. Una meraviglia ingegneristica che è rimasta in funzione per più di mille anni.
Questa città, che sfida le leggi della natura, continua a incantare e a ispirare, dimostrando che la creatività e la perseveranza possono superare ogni ostacolo. Venezia non è solo un luogo da visitare, ma una lezione vivente sull'ingegnosità e sulla capacità di adattamento del genere umano.
Randall Munroe, su What If?, risponde alla domanda: quante stampanti sarebbero necessarie per tenere il passo con le modifiche in tempo reale su Wikipedia?
Vengono apportate circa 100 modifiche al minuto sulla più famosa enciclopedia online, libera e collaborativa, quindi avremmo bisogno di molta carta, ma solo sei stampanti laser. Il progetto Wikiprintia richiederebbe circa 300 metri cubi di carta ogni mese, anche se ciò dipenderebbe dalla dimensione delle pagine e dal carattere utilizzato.
In definitiva, cercare di tenere il passo con le modifiche utilizzando un supporto cartaceo sarebbe un'impresa decisamente folle.
Nick Potts di Architectural Digest ha percorso la High Line mentre spiega come questa ferrovia abbandonata che corre lungo il West Side a New York sia stata trasformata in una popolare attrazione turistica e in un polmone verde per i newyorkesi.
La High Line, che vanta un'architettura sorprendente, ha trasformato in maniera radicale ogni quartiere lungo il suo cammino.
La sua riqualificazione in parco pubblico sopraelevato ha inoltre favorito e catalizzato gran parte dello sviluppo urbanistico di Manhattan negli ultimi 15 anni.
Fotografare atleti professionisti in azione è una sfida affascinante e emozionante. Richiede non solo una conoscenza approfondita della tecnica fotografica, ma anche una grande capacità di adattamento e una buona dose di avventura.
COOPH ci porta dietro le quinte di uno shooting sulle Alpi austriache di Moritz Ablinger, fotografo specializzato in sport estremi, mentre immortala due professionisti della mountain bike: Vali Höll e Peter Kaiser.
Il primo luogo scelto per lo shooting è una pista di downhill nella maestosa cornice alpina. Vali Höll, una giovane e talentuosa rider, si prepara a sfrecciare in discesa sulla sua mountain bike. La luce del sole che filtra attraverso gli alberi crea un'atmosfera suggestiva, mentre la polvere sollevata dalle ruote della bici aggiunge dinamicità alle fotografie. Ablinger sfrutta al meglio questi elementi naturali, combinandoli con la sua abilità tecnica per creare immagini mozzafiato.
Successivamente, il team si sposta in una seconda location, dove Peter Kaiser si esibisce in acrobazie e salti audaci.
Durante lo shooting, Ablinger mantiene una comunicazione costante con gli atleti, coordinando le loro mosse per ottenere gli scatti migliori. Questa collaborazione tra fotografo e rider è fondamentale per catturare l'energia e l'emozione del momento.
All'età di trent'anni, Lee Miller aveva vissuto più vite di quanto la maggior parte di noi riesca a fare in un'intera esistenza. Modella per Vogue, fotografa, amante e musa di Man Ray, fotoreporter e corrispondente di guerra, artista e infine cuoca gourmet.
Great Art Explained racconta la versatilità e l'eclettismo di Lee Miller sono state caratteristiche distintive della sua vita e carriera. Inizialmente, ha intrapreso la carriera di modella, catturando l'attenzione del mondo della moda con la sua bellezza e il suo stile unico. Tuttavia, il suo spirito creativo e la sua passione per l'arte l'hanno portata a spingersi oltre i confini del mero ruolo di modella.
La sua collaborazione con il celebre fotografo Man Ray ha avuto un impatto significativo sulla sua evoluzione artistica. Miller non solo è diventata sua musa e amante, ma ha anche imparato da lui le tecniche fotografiche sperimentali e innovative che l'hanno resa un'artista affermata. Ha contribuito a creare immagini iconiche dell'epoca, rompendo gli schemi convenzionali e sperimentando con l'arte della fotografia in modo audace e innovativo.
La sua carriera di fotoreporter e corrispondente di guerra testimonia il suo impegno per narrare storie attraverso le immagini. Durante la Seconda Guerra Mondiale, ha documentato la sofferenza e l'orrore del conflitto, catturando immagini che raccontano la realtà cruda e la drammaticità della guerra. La sua abilità nel cogliere l'essenza di un momento e nel trasmettere emozioni attraverso le sue fotografie l'ha resa una delle più importanti fotoreporter del suo tempo.
Ravenna, coi suoi splendidi mosaici, ci trasporta indietro nel tempo sino alle radici dell'arte del mosaico. Risalenti all'epoca bizantina, questi capolavori rappresentano la fusione di diverse culture e tradizioni artistiche.
Le pareti delle basiliche, i pavimenti delle cappelle e i soffitti delle dimore nobiliari sono tutti armoniosamente decorati con scene che narrano racconti mitologici, storie religiose e ritratti di personaggi illustri.
Great Big Story ricorda come l'arte del mosaico a Ravenna non sia solo una testimonianza del passato, ma che possieda ancora oggi una sua rilevanza.
Il professor Daniele Torcellini, un esperto di storia dell'arte, ci guida attraverso il contesto storico di queste opere, svelando i segreti dell'epoca in cui sono state realizzate e le influenze culturali che le hanno plasmate, tra innovazioni tecniche e artigiani che hanno dedicato la loro vita a creare questi straordinari mosaici.
L'artista Luca Barberini ci dimostra come i mosaici possono essere utilizzati per affrontare questioni attuali, come i temi sociali, politici e ambientali. Attraverso la sua arte, riesce a trasmettere un messaggio potente, coinvolgendo lo spettatore e stimolandolo a riflettere sulle sfide del nostro tempo.
Mark Rothko e Hiroshi Sugimoto mostrano una sorprendente affinità concettuale. Entrambi gli artisti si immergono profondamente nell'astrazione e nell'esplorazione della percezione, creando opere che trascendono la loro forma fisica e possono suscitare negli spettatori profonde risposte emotive e filosofiche.
Rothko è famoso per le sue tele di grandi dimensioni ricoperte da campiture, mentre Sugimoto realizza fotografie apparentemente minimaliste che catturano la quiete dell'ambiente circostante.
Ted Forbes, di The Art of Photography, analizza come le pennellate di colore di Rothko e i paesaggi di Sugimoto, pur diversi nell'esecuzione, trascendono il mondo materiale per focalizzarsi sull'esperienza dell'osservatore.
L'approccio minimalista impiegato nelle loro opere dimostra una convinzione condivisa nel potere della semplicità di trasmettere idee ed emozioni complesse.
Insieme, Rothko e Sugimoto illustrano l'eterna ricerca nell'arte di suscitare un'esperienza emotiva nello spettatore. La loro eredità è definita dalla capacità di evocare il sublime attraverso la semplicità, incoraggiando gli osservatori a guardare oltre la superficie e ad aprirsi a una percezione più profonda.