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I Paesi Bassi il giorno dopo

Res publica   10.06.10  

Le elezioni olandesi hanno portato quel terremoto annunciato da tempo e segnano le dimissioni del primo ministro Jan Peter Balkenende.

Gli elettori hanno voltato le spalle al partito di governo cristiano democratico decretandone il crollo. Gli exit poll li danno ad appena 21 seggi su 150.

Successo storico per i liberali di Mark Rutte, da molti spesso associato a Nick Clegg, che dovrebbero conquistare tanti seggi quanti laburisti di Job Cohen.

Ottimo risultato per il PVV, il partito xenofobo di Geert Wilders. Si sapeva.

Sui Paesi Bassi pesa la paura e l'incertezza della crisi economica e delle misure di austerità necessarie per rimettere in sesto i conti pubblici.

Per la prima volta da decenni la tradizionale tolleranza olandese rischia di incrinarsi sotto la minaccia dell'immigrazione e del diminuito potere d'acquisto.

[12:03] Il partito liberale VVD supera i laburisti di un solo seggio. Sarà dunque di Rutte l'onere di formare il nuovo governo. Erano 100 anni che un liberale non diventava premier nei Paesi Bassi.
E adesso si parla già di governo di coalizione. Una coalizione "viola" che potrebbe accogliere proprio i laburisti e ottenere l'appoggio dei grandi sconfitti i cristiano democratici a scapito e per arginare l'avanzata della destra razzista di Wilders.

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