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La manovra degli incapaci

Res publica   29.08.11  

Per non scontentare la disastrata maggioranza il Governo rimette mano alla manovra finanziaria dopo un'estenuante vertice all'Arkham Asylum.

Spariscono i tagli agli enti locali. Salvi i comuni. Le province verranno abolite tutte per via costituzionale, stessa procedura per il dimezzamento dei parlamentari. Tradotto significa attendere le calende greche. Liberi tutti.

Evapora il contributo di solidarietà e il possibile aumento dell'IVA.

Maggiori responsabilità nel contrasto all'evasione fiscale saranno delegate agli enti territoriali. Con quali fondi e con che personale non è dato sapere.

Resta la Robin Tax, il che equivale a meno investimenti e un maggiore impatto sui consumatori.

Vengono penalizzate le società cooperative. Evidentemente al Governo sono arrivate notizie delle sole Coop rosse.

Si mette mano alle pensioni. Niente di drammatico, ma è l'unico vero taglio significativo e a pagarlo sono i cittadini. Compresi quelli delle fasce meno abbienti.

Sviluppo continua ad essere una parola sconosciuta. Crescita non compare neppure nel vocabolario. La riduzione del deficit è un miraggio. Le misure strutturali restano tabù.
Una manovra iniqua e insufficiente partorita da un centro destra tanto incapace quanto convinto che cittadini e mercati siano una massa di idioti da manipolare con una manciata di slogan.

Se ne accorgeranno. Ce ne accorgeremo. Nel modo più duro.

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