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L'indaco dei samurai

Res publica   03.01.18  

A Tokushima, in Giappone, alcuni artigiani praticano ancora la tradizione di tingere a mano i tessuti con l'indaco.
A causa delle sue proprietà antibatteriche la tintura veniva usata sui tessuti che i samurai indossavano sotto l'armatura; un uso simile alla tagelmust dei tuareg.

L'indaco storicamente si ricavava dalla fermentazione delle foglie di indigofera tinctoria in grandi vasche o tini contenenti soluzioni riducenti alcaline come l'ammoniaca o l'idrossido di calcio.
Il liquido giallo-verde che si ottiene da questa prima fase viene fatto ossidare all'aria in ampie vasche, nelle quali viene costantemente agitato. L'ossidazione della soluzione ne farà poi virare gradualmente il colore sino a ottenere il caratteristico il color indaco.
Il deposito melmoso che si è formato viene quindi raccolto e riscaldato per bloccarne la fermentazione. Una volta asciugato, viene messo in commercio in forma di pani.

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